CONVEGNI

  • Il contrario della solitudine

    “Elsa Morante e le altre”: una giornata intera di Feminism, il 4 marzo prossimo a Roma, dedicata alle autrici italiane del primo ‘900, alla Casa delle donne. S’incontreranno insegnanti, scrittrici, critiche, studenti e formatrici. Organizzano Sil, Leggendaria, Manifestolibri-FactoryA e altre associazioni femministe insieme a Proteo Fare Sapere. Due prof raccontano come si sono preparate all’incontro

    Di Alessia Barbagli e Silvia Vitucci

    Forse è proprio vero che il femminismo è il contrario della solitudine, come scrive la filosofa brasiliana Márcia Tiburi (in Il contrario della solitudine. Manifesto per un femminismo in comune, 2020, effequ); per chi scrive, due insegnanti di secondaria di primo e secondo grado, la sensazione di solitudine, nei collegi docenti e nei consigli di classe, ma fortunatamente non con le/gli studenti, è sensazione frequente.

    Anche per questo, per sentirci meno sole e per tessere reti comuni, siamo state felici dell’invito a partecipare a “Elsa e le altre”, la giornata di formazione promossa dalla SIL, Leggendaria, Indici Paritari e da Proteo Fare sapere nell’ambito di Feminism 7, la Fiera dell’Editoria delle donne che quest’anno si terrà dall’1 al 4 marzo, sempre alla Casa Internazionale delle donne di Roma.

    Condividiamo con le altre partecipanti un’idea di femminismo capace di migliorare il nostro sguardo e anche il nostro modo di stare in classe, fondato su pratiche democratiche e rispettose di ogni persona.
    Ci è piaciuto da subito il clima inclusivo della fase organizzativa della giornata di formazione, in cui abbiamo ascoltato dialogare docenti di scuola e studiose con attenzione e interesse reciproci: tutto questo ha fatto nascere in noi il desiderio di far sentire anche le nostre voci.
    Da insegnanti conosciamo bene l’assenza di consapevolezza, all’interno delle mura scolastiche, della dimensione del genere come elemento fondamentale: tocchiamo con mano come gli stereotipi impliciti rischino di trasformare la scuola, e spesso lo fanno, nell’ennesimo luogo in cui la socializzazione si conforma ai modelli dominanti caratterizzati da discriminazioni. Nel decostruire tali modelli l’insegnante ha un grande potere, sia attraverso l’insegnamento curricolare e le infinite possibilità che esso offre, sia attraverso lo sguardo che dedichiamo alle/agli studenti.
    I due elementi sono indissolubilmente intrecciati tra loro attraverso le pratiche democratiche che cerchiamo di portare avanti nella nostra didattica.

    Il tema del 4 marzo, legato ai 50 anni da La Storia di Elsa Morante, interessava moltissimo entrambe: una di noi aveva avuto la fortuna di far incontrare ai/alle studenti, lo sguardo di Carola Susani che racconta la vita di Elsa Morante, l’altra quello di Elena Stancanelli su L’isola di Arturo. Quando la scuola si apre all’esterno si tratta quasi sempre di incontri generativi e quelli lo sono stati particolarmente.

    La lettura de L’isola di Arturo ha appassionato particolarmente una classe quarta di un liceo scientifico anche grazie a un incontro preparatorio in cui Elena Stancanelli, nelle vesti di Piccola Maestra, ha raccontato i motivi per cui, da scrittrice, ama tanto Morante. La classe, ascoltandola, ha percepito subito la differenza tra il mio sguardo, un’insegnante che ama leggere, e il suo, una scrittrice che ama altrettanto la lettura: le riflessioni di Stancanelli sulla scrittura, sullo stile del testo erano particolarmente attente al lavoro di lima sulla parola, alla laboriosità della sua officina di scrittrice. Il modo in cui Stancanelli ha raccontato l’impegno a ricercare le parole giuste, il giusto ritmo della frase era insomma, come è naturale, quello di una scrittrice abituata a lavorare su questi aspetti nella propria officina mentale: ascoltare punti di vista diversi è sempre vitale, e lo è ancora di più nell’età della formazione.
    In breve ecco alcuni dei percorsi didattici seguiti con la classe nella lettura del romanzo:
    1) La storia familiare di Arturo, l’importanza del tema dell’infanzia hanno fornito lo stimolo per un percorso di scrittura autobiografica in cui ogni alunna/o si è sentita/o libera/o di esprimersi; 2) la riflessione sull’atteggiamento misogino di Wilhelm ha consentito di interrogarsi sulla misoginia in sé; 3) la classe si è variamente rispecchiata in alcune esperienze di Arturo: l’idealizzazione – e il crollo – della figura paterna, il narcisismo e il suo contrario. Abbiamo sperimentato preziosi momenti di didattica orientativa in cui ogni studente ha potuto interrogarsi su di sé attraverso lo specchio della letteratura.

    La lettura del libro di Carola Susani, Elsa Morante. Tra storia e sortilegi (La Nuova Frontiera Junior) nasce da quella domanda che capita spesso di porci: come raccontare la vita di una donna? L’interrogativo è stato posto da una seconda di una scuola media in un momento di ricerca e riflessione sulle proprie radici femminili: volevamo rintracciare le storie delle nostre nonne per riconoscerci e ridefinirci, ma per farlo avevamo bisogno di farci guidare dalla voce di una scrittrice come Carola Susani, che ci ha fatto incontrare e scoprire la vita intensa di Morante. Sì è trattato di un continuo rimando di sguardi e di voci, come una sorta di armonia musicale in cui i suoni incontrandosi generano altri suoni: il racconto della vita di Morante, che abbiamo scoperto leggendo il libro, ci ha mostrato una donna forte, determinata a far vivere la sua scrittura come tratto imprescindibile di sé.
    È fondamentale che questa ricostruzione sia emersa dal dialogo con l’altra scrittrice, Carola Susani. È stato un dialogo fertile per noi ed è da questo che siamo partiti quando abbiamo incontrato Carola, che ci ha raccontato il suo interesse per le vite, per tutte le vite e la sua passione, fin da quando era bambina, per Elsa Morante, da quando la madre, prima di dormire le leggeva a voce alta La storia. Così ci siamo ritrovati in una rete di voci di donne che raccontano e che si raccontano, tra vite e romanzi. Da questa rete, da questo coro siamo partiti e partite per aggiungere i nostri racconti perché delle vite delle nostre nonne restasse traccia almeno per ognuna e ognuno di noi.

    Il 4 marzo, in occasione del Convegno Elsa e le altre all’interno di Feminism 7, questa rete di voci continuerà ad intrecciarsi: molti saranno i racconti di pratiche didattiche ispirate ad Elsa Morante e ai suoi romanzi, molte saranno le voci di insegnanti, ma anche di scrittrici e studiose, che si troveranno a confrontarsi perché il femminismo sia sempre meno solitudine e sempre più immaginario culturale costruito insieme.

    Feminism7 si svolgerá alla Casa Internazionale delle Donne di Roma dal 1 al 4 marzo 2024. Per saperne di piú potete scaricare il programma completo qui.

     

  • Dacia Maraini, unica e amata

    Un volume a cura di Laura Fortini dedicato all’opera di Dacia Maraini, in particolare alla sua esperienza nel teatro. Il testo nasce dal convegno a lei dedicato e in sua presenza, tenuto nel 2020 all’Università di Roma 3. A partire da punti di vista diversi emergono la pratica femminista della scrittrice, ma anche le categorie critiche della Società Italiana delle Letterate con le quali le diverse autrici si misurano

     

  • CARA PROF 1. Manca il presente in classe

    Portare Virginia Woolf in periferia o Mary Shelley in un’aula del centro è un esperimento affascinante. Ma il passato c’entra con la vita, i problemi e la conoscenza di ragazze e ragazzi? Come si attualizza? Il 6 marzo a Roma Leggendaria e SIL organizzeranno un’intera giornata a Feminism6 dedicata alla relazione con gli studenti, agli stereotipi, al fare comunità. Due docenti dialogano a partire dal romanzo “Domani interrogo” scritto da una prof scrittrice, Gaja Cenciarelli. Tutte tre si ritroveranno a Roma a discutere di scuola, femminismo e politica. Questa è solo la prima puntata

    Di Roberta Ortolano e Silvia Suriano

  • La poesia come cura del mondo

    Dialogo con Elvira Federici, presidente della Società delle Letterate sul convegno di Viterbo, Ecopoetiche-Ecopolitiche, incentrato sulla poesia (18-20 marzo). «Ogni trauma o catastrofe, come la pandemia e la crisi ecologica planetaria, richiede un riposizionamento. Con quali parole lo narriamo, lo comprendiamo, lo accogliamo?». Prima di tutte lo diranno le poete e una performer, poi una filosofa, una studiosa interdisciplinare, due accademiche della Sil e le protagoniste dei workshop.

    di Silvia Neonato