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Immaginario in costruzione
Chi insegna deve comprendere quali siano i mattoni con cui si sta costruendo “il muro dei significati”, come direbbe Deleuze, che struttura e inquadra le e gli studenti, per poi farne crollare qualcuno. Pensieri di una docente romanziera dopo la giornata “Insegnare comunità a scuola” il 6 marzo a Roma
Di Laura Marzi
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IL MIO PRIMO LIBRO – BEATRICE MASINI
Da giornalista a scrittrice per ragazze e ragazzi e traduttrice. Ha partecipato prima a un concorso, poi si è avvalsa dell’amicizia di due amiche scrittrici, Grazzani e Pitzorno. Per arrivare all’editoria per adulti ha cercato un’agente, Rosaria Carpinelli. «È stato difficile pubblicare, alla fine? Mi pare di no. Ma c’è bisogno di qualcuno che ti veda, e che corra rischi con te»
Di Beatrice Masini
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IL MIO LIBRO – GIULIA CAMINITO
Era la sera del mio compleanno, era giugno ed ero a San Lorenzo a Roma in un locale, a mezzanotte mi arriva una telefonata per gli auguri da Donatella Minuto, editor allora della casa editrice Giunti, e mi dice che ha letto la prima stesura di “La Grande A” – che allora si chiamava ancora “Sharab” – e le è piaciuta, pensa vada pubblicata. Mi ricordo di aver guardato le mura aureliane e poi l’asfalto nerissimo, sentivo la musica uscire a tratti dal locale mentre qualcuno entrava e usciva, c’erano i sanpietrini e c’era il cielo su Roma, ma non si vedeva niente, era buio e io ero diventata più vecchia di un anno e la mia vita stava cambiando, aveva appena fatto click, si era accesa.
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DONNE DELL’EDITORIA 2 – Anna Banti
La conosciamo per “Artemisia” e molti altri racconti e romanzi. Ma Anna Banti è stata traduttrice, curatrice di opere letterarie e scopritrice di scrittori e scrittrici emergenti: sulla rivista Paragone li affiancava a Moravia, Arbasino, Bassani e tanti altri grandi.
Di Manuela Altruda
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DONNE DELL’EDITORIA – Ludovica Nagel: letterata, traduttrice e amica
Manuela Altruda racconta a puntate su Letterate Magazine alcune donne dell’editoria italiana a partire da Ludovica Nagel: donna riservata, lavoratrice instancabile e curiosa, letterata dal singolare ingegno, traduttrice colta e amica fedele di Natalia Ginzburg, Cesare Pavese e Felice Balbo. “Dopo una serie di lavori insoddisfacenti e poco redditizi, furono le copertine degli Struzzi Einaudi a indicarle in qualche modo la strada. Un giorno, mentre fissava quel bianco inconfondibile, quasi mossa da una forza a lei estranea, appuntò numero di telefono e indirizzo della sede romana della casa editrice fondata da Giulio Einaudi. Poco dopo compose il numero e chiese di parlare con il capo del personale. “
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STRENNE IN REDAZIONE/ Novità: ecco le collane a firma di donne