Dacia Maraini, unica e amata

Laura Marzi, 17 febbraio 2024

Un volume a cura di Laura Fortini dedicato all’opera di Dacia Maraini, in particolare alla sua esperienza nel teatro. Il testo nasce dal convegno a lei dedicato e in sua presenza, tenuto nel 2020 all’Università di Roma 3. A partire da punti di vista diversi emergono la pratica femminista della scrittrice, ma anche le categorie critiche della Società Italiana delle Letterate con le quali le diverse autrici si misurano

 

Di Laura Marzi

 

Dacia Maraini. Per un nuovo lessico della letteratura e del teatro a cura di Laura Fortini, edito da Viella, è un testo che nasce anche a partire dalle riflessioni condivise nel convegno internazionale dedicato alla scrittrice che si è svolto il 3 marzo del 2020 all’Università di Roma 3. Il volume raccoglie diversi contributi e si conclude con un’appendice che riporta il dialogo avvenuto in quell’occasione tra Dacia Maraini e Paolo Di Paolo.

Nell’introduzione Laura Fortini sottolinea l’attitudine fortemente dialogica di Dacia Maraini che si manifesta sia nei suoi testi che nel suo approccio politico alla produzione culturale. Di Paolo a tal proposito scrive: «con Dacia c’è sempre la possibilità di dialogare, perché si dispone al dialogo come se fosse una parte fondamentale del suo stare al mondo». Il volume stesso risponde a questa prassi: i diversi contributi sono infatti in comunicazione fra loro e danno voce a una riflessione condivisa, seppure a partire da punti di vista diversi.

Laura Mariani propone il concetto di transitività descrivendo il teatro di Dacia Maraini. Giorgina P. nella sua riflessione a partire dal lavoro con Bluemotion su Dialogo di una prostituta con il suo cliente lo riprende definendolo: «un legame stretto tra la scena e la vita, di una corrispondenza incarnata che rende tutto estremamente umano e complesso». Considera, poi, transitivo anche il modo in cui Maraini mette in dialogo la pratica della scrittura e quella femminista. Nel suo contributo Greta Boldorini scrive del femminismo dell’autrice soffermandosi sulla fondazione da parte sua e di altre compagne del Teatro La Maddalena, la prima compagnia teatrale femminista sorta in Italia, impegnata nella messa in scena di testi dal forte valore politico, come Manifesto dopo il carcere sulla condizione delle detenute, tema particolarmente caro alla scrittrice che anche nel romanzo Memoria di una ladra racconta la storia della carcerata Teresa, o Mara, Maria, Marianna, una critica agli stereotipi sul femminile.

Nadia Setti scrive che la lingua di Maraini, «la parola del desiderio», la sua corporalità le permette di creare delle personagge che non sono mai stereotipate, ma che al contrario si distinguono per la loro vividezza e veridicità: «le personagge che nascono dai testi teatrali di Dacia Maraini sono appunto personagge vive, cioè in carne e ossa, capaci di trasformarsi e trasformare lo sguardo sulle donne». Il netto posizionamento nella storia e nelle lotte delle donne che connota la vita intera di Maraini attraversa poi diversi contributi, anche quello di Monica Venturini sulla scrittura giornalistica dell’autrice e sulla difficoltà per le donne di ottenere riconoscimenti nelle testate, nonché, come risaputo, nei manuali di storia della letteratura italiana.

Paolo Di Paolo ricorda come invece i testi di Dacia Maraini siano stati oggetto di attenzione e di studi critici all’estero fin dagli anni ’70 e come «il talento affabulatorio» o vocazione alla scrittura faccia parte dell’eredità familiare di Maraini, la cui infanzia emerge in diversi passaggi del testo: ci si sofferma, tra le altre, Luisa Ricaldone che nella sua ricerca sul tema della fame ricorda come Dacia Maraini l’abbia vissuta durante gli anni di prigionia in Giappone e ne abbia scritto, insistendo sull’importanza dell’immaginazione anche per sopravvivere al digiuno forzato.

Il volume porta infine traccia della circolazione di temi e riflessioni della critica letteraria femminista della Società Italiana delle Letterate: il concetto di romanzo di deformazione o in divenire come esperienza propria alla scrittura delle donne, la categoria critica della personaggia, la diversa epicità delle eroine. Nasce poi da un posizionamento sostanzialmente eccentrico: nell’accademia italiana non è consuetudine soffermarsi su autrici e autori contemporanei nonché viventi, mentre il convegno e poi questo testo nascono dal desiderio, come scrive Fortini, di festeggiare la scrittura di Dacia Maraini, in sua presenza.

 

Laura Fortini, a cura di, Dacia Maraini. Per un nuovo lessico della letteratura e del teatro, Viella, 2023

 

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Laura Marzi

Laura Marzi scrive per Azione, Erbacce, il manifesto, Tuttolibri. Ne 2022 Mondadori ha pubblicato il suo primo romanzo: "La materia alternativa" con cui ha vinto il premio John Fante nel 2023. Ha conseguito il dottorato all’Università di Parigi Vincennes-Saint Denis con una tesi in Letterature Comparate e Studi di Genere pubblicata da ENS (Éditions École Normale Supérieure de Lyon) col titolo "Raconter le care?"

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