Tag Archives: Giulia Caminito

  • Il male eppure c’è

    Storia del trentenne Loris, precario afflitto da un malessere che crea insofferenza negli altri come l’ipocondria, della sua socia Catastrofe e delle colombe allevate dall’amato e stravagante nonno Tempesta. Il nuovo, avvincente romanzo di Giulia Caminito “Il male che non c’è”

    Di Silvia Neonato

  • LE DONNE NON SANNO SCRIVERE D’ALTRO CHE D’AMORE, PER FORTUNA

    Sulle donne, la lettura, il romance, un articolo di Giulia Caminito.

    “La verità, ed è tempo venga affrontata, è che le donne sono culturalmente abituate a leggere tutto, ciò che è scritto da uomini, da donne, da persone non binarie, da chiunque, perché hanno sempre fatto così, hanno sempre studiato sui testi degli uomini, e ancora lo fanno, hanno sempre amato questi testi, hanno sempre saputo comprenderne il valore letterario. C’è da chiedersi quando, dio santo, accadrà lo stesso per voi, signori.”

  • STRENNA Che fine hanno fatto le antenate?

    «Entusiasta per il tesoro» ma «atterrita dal patrimonio», Giulia Caminito rintraccia i passi nelle vie di Roma e nelle pagine dei loro romanzi di Morante, Masino, Ginzburg, Bonanni e De Stefani. Le loro storie si mescolano con la vita e le ricerche di Giulia che in “Amatissime” ci restituisce dei ritratti inediti e affascinanti, ovviando così alle dimenticanze di tante scrittrici del nostro Novecento in libreria e nei programmi scolastici

    Di Amanda Rosso

  • IL MIO LIBRO – GIULIA CAMINITO

    Era la sera del mio compleanno, era giugno ed ero a San Lorenzo a Roma in un locale, a mezzanotte mi arriva una telefonata per gli auguri da Donatella Minuto, editor allora della casa editrice Giunti, e mi dice che ha letto la prima stesura di “La Grande A” – che allora si chiamava ancora “Sharab” – e le è piaciuta, pensa vada pubblicata. Mi ricordo di aver guardato le mura aureliane e poi l’asfalto nerissimo, sentivo la musica uscire a tratti dal locale mentre qualcuno entrava e usciva, c’erano i sanpietrini e c’era il cielo su Roma, ma non si vedeva niente, era buio e io ero diventata più vecchia di un anno e la mia vita stava cambiando, aveva appena fatto click, si era accesa.

  • L’acqua del lago non è mai dolce: un capitolo inedito

    Il 13 gennaio 2021 usciva L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) e io non ero pronta al viaggio che il libro avrebbe fatto. Un anno dopo mi trovo a festeggiarlo e anche a salutarlo, per andare avanti. Girovagando nel mio computer mi sono imbattuta qualche giorno fa nei rimasugli, gli scarti, del romanzo. L’unico grande cambiamento che infatti il libro ha subito è stato il taglio del decimo capitolo, quello dedicato a Gaia e all’università. Mi sono resa conto che era un capitolo di passaggio, che non serviva e in cui io avevo forzato Gaia a un nuovo rapporto – ritrovato – con il personaggio di Samuele. Una volta tolto ho capito che andava bene lo stesso, il romanzo, anzi, “girava” meglio, come si dice in gergo, cioè funzionava. Ma questo capitolo non l’ho cancellato del tutto e ho pensato di condividerlo. Le scene che seguono – più gli assurdi appunti universitari di Gaia – vanno collocate prima della scena nella Faggeta in cui Gaia va a caccia del cinghiale con Cristiano. Questo capitolo è quasi un universo alternativo, una strada chiusa che avevo iniziato a percorrere. Rileggerlo mi ha fatta sorridere.

  • La violenza quotidiana

    Era la norma quando io ero al liceo, fuori dalla scuola c’era sempre qualcuno a fare la posta a qualcun altro per picchiarlo, ogni giorno. Che non sia morto nessuno mentre io ero lì credo sia un puro caso. L’unica cosa che so è che non serve delimitare questi atti di violenza a bestiali, a occasionali, a mostruosi perché operati da individui incivili. Purtroppo è da molto tempo che il problema è radicato e radicale, non è affatto laterale, non è affatto sporadico, è spesso presente nelle scuole e fa parte dell’educazione di molti a come si sta al mondo, a come ci si difende.

    Di Giulia Caminito