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La ricostruzione di una donna
Michaela Coel, autrice, interprete, produttrice e regista della serie tv angloamericana “I may destroy you” rivoluziona il nostro immaginario. Girato in parte a Roma, racconta della scrittrice nera e femminista Arabella. Parla di amicizia tra donne, mestruazioni, lotte per i diritti. Purtroppo per ora è possibile vedere la serie solo su piattaforme internazionali e in lingua originale
Di Francesca Romana Di Santo
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Il lago è una parola magica
La coppia madre-figlia è la vera anima nera del nuovo romanzo di Giulia Caminito candidato allo Strega. La protagonista si muove alla svolta nel nuovo millennio e tra Roma e il vicino paese di Anguillara. La rabbia per le disparità sociali di cui patisce insieme alla sua disastrata famiglia si mescola al dolore che la incattivisce.
di Roberta Mazzanti
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L’epica dei maschi, la tragedia delle donne. La Musa ci ripensa
Ri-visitare, ri-scrivere i testi che sono all’origine della storia e della cultura di cui siamo figlie: riempire i vuoti, il non detto, il non tramandato per allestire nuovi scenari narrativi e simbolici. Tre autrici riparlano delle eroine omeriche,
Di Anna Maria Crispino
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Sguardi tra madre e figlia
Scrive nel suo nuovo romanzo Margherita Giacobino, che è anche traduttrice: «Voler bene è un continuo esercizio di traduzione dall’io al tu e viceversa. Scrivere, un testardo tentativo di traduzione dall’infinito intravisto al finito che ci è dato».
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PERSONAGGE: Natale 1945
“La bicicletta grigio-verde di papà è ferma da tre giorni. Immobile. Appoggiata al muro, sul pianerottolo di casa. Casa nostra è in Via Elenuccia, accanto all’Istituto Leone XIII. Zia Cherubina, la sorella di mio padre, è la Madre Superiora. Cherubina è il nome che ha preso con i voti, il suo vero nome è Marina. Non lo so, ma credo abbia trovato lei per noi questo piccolo appartamento. Mia madre non è di qua, qualcuno la chiama la straniera.”
di Daniela Arena
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La militanza incerta. Autocoscienza, ironia e critica nel fumetto contemporaneo
C’è un legame tra le storie che leggiamo e quelle che viviamo. La storia delle donne nel fumetto è quella di un gruppo marginale dentro un’arte marginale: agli inizi del secolo scorso il fumetto è un linguaggio giovane, uno spazio di possibilità. Un pezzo di questo spazio – che, come spesso accade, viene occupato in fretta da autori maschi e bianchi – è il fumetto disegnato dalle donne nel periodo degli Underground Comix, che nasce negli anni ‘70 e pone le basi per quello che oggi chiamiamo graphic novel. Per le donne, ritagliarsi uno spazio in quel contesto è difficile, e quelle che ci riescono lo fanno con spirito di rivendicazione: se nessuno le osserva, possono fare come vogliono. Un articolo di Elisabetta Mongardi
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Brutta e abbandonata
Cosa accade se le donne vengono cancellate? Se il potere le tiene sottomesse nell’ignoranza? Karen Kohler prova a raccontarlo nel romanzo distopico “L’Isola di Altrove” che ci parla di noi attraverso la sua eroina senza nome.
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Scuola e demoni
La sensazione è che si attribuisca alla riapertura della scuola la soluzione di ogni problema. Ma i problemi sono anche molti altri. La scuola poggia su strutture fisiche e culturali d’ispirazione quasi ottocentesca.
In quale misura i progressi delle neuroscienze, solo per fare un esempio, influiscono sulla percezione che il mondo adulto ha dell’adolescenza e dei processi d’apprendimento?Di Roberta Ortolano
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La donna nera non è né bianca né uomo
Nel movimento femminista è una “forestiera interna”. La filosofa e teorica del femminismo nero Djamila Ribeiro scrive che la lingua è un luogo di lotta: le parole sono azione, resistenza, tramite le quali chi è oppress* riprende possesso di sé e si riconosce.
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PERSONAGGE: Paesaggio
“Il paesaggio non è definito, non lo sono neanche gli elementi del quadro, ma io sento greco a levante avanzare furioso e il fragore del mare dominare su tutto. Millenovecentootto, un bastimento a vela carico di pani di zolfo è in pericolo. Quindici marinai urlano disperati e cercano salvezza chiedendo aiuto alla popolazione di Ortigia che accorre e si dirige nello spiazzo con il parroco di S. Paolo che porta una croce. ” Un racconto di Maria Diamante
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La paura dei cinghiali
Vera sale e scende le scale della vita tra momenti di felicità e cadute nel dolore. Una madre anaffettiva, gli studi a Parigi, il matrimonio, il crollo. Fino a che non giunge Abel, un bambino che il fratello le chiede di ospitare
Di Cinzia Pennati
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Scrivere le donne
Perché alcune persone diventano personaggi e altre no? Daniela Gambaro, che ha una formazione cinematografica, spiega come il mettersi al servizio del punto di vista altrui permette di osservare la realtà attraverso uno sguardo diverso dal tuo. Dall’incontro con le altre mamme al consultorio è nato il suo libro “Dieci storie quasi vere”.
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Avevamo un nome e un volto
Nel giugno 1979 andai a Mondovì a casa di Lidia Beccaria Rolfi, inviata dal settimanale “Noi donne” per guardare con lei in televisione il film americano “Olocausto”, che per la prima volta portò nelle case di milioni di persone le atrocità dei Lager nazisti. Lidia, staffetta partigiana, era stata deportata a Ravensbrück come politica. L’anno prima aveva descritto, insieme alla storica Anna Maria Bruzzone, i mesi di prigionia nel Lager: era un libro unico, il primo in Italia dove si narrava la condizione delle prigioniere politiche e quella, ancora peggiore, delle ebree. Lo avevo letto e mi aveva colpita al cuore.
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Cuore allegro
«Ho confuso te con me/ noi con me/»
“Cuore allegro”, esordio in poesia di Viola Lo Moro, ha il passo convincente di una indagine alla ricerca della relazione. Sono importanti le persone, l’impegno politico e gli oggetti, l’amore e l’amore tra donnedi Gabriella Musetti
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L’utopia di Bridgerton
Serie tv tra le più seguite e discusse del momento. Inghilterra, primi dell’800: una giovane bianca innamorata di un duca nero, una famiglia, i Bridgerton, composta da 4 fratelli e 4 sorelle belle e intelligenti, come la maggior parte delle personagge. E poi appunto camerieri bianchi e signori colored. Irrealistica, certo. E allora?
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12 personagge svincolate dalla sintassi
Bernardine Evaristo ha scritto un romanzo sull’intersezionalità, con levità e ironia, dove i costrutti ideologici compaiono solo per essere sbeffeggiati. Siamo davanti a un nuovo linguaggio che intreccia sapientemente storie di vita
Di Anna Zani
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Donne e motori
Dell’uso del corpo femminile in pubblicità, snudato, allusivo, ancora presente ovunque. Delle novità in tema, compresa la comparsa dei maschi sempre più snudati (e unti) in tv e riviste
Di Silvia Neonato
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Poetessa pastora
La maremma, le mandrie di buoi, la flora selvatica, la consapevolezza di sé e l’impegno sono i fondamenti del talento della senese Dina Ferri (1908-1930) il cui ricordo dedichiamo a Agitu Gudeta, la pastora etiope uccisa in Trentino a fine anno. Ripubblicarla oggi testimonia la produzione letteraria di donne che, negli anni Venti del ‘900, per classe sociale non erano destinate alla scrittura e all’istruzione
Di Loredana Magazzeni
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I baci mancati della madre
Amori, emigrazioni, paure, ricordi, radici che si confondono con la modernità dei voli aerei. I racconti di donne straniere in Italia pubblicati, come ogni anno, in occasione della quindicesima edizione del concorso Lingua Madre. Voci che la scrittura fa riemergere
Di Michela Marocco
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La cura feroce
2020. Rianimare. Una lettura estrema ispirata dal film “Il buco”, disponibile su Netflix. Assassini, cannibali e corpi, all’interno di un sistema totale: incubi da un anno indimenticabile per il pianeta terra e i/le suoi abitanti.
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Clarice Lispector, lo splendore di avere un linguaggio
Cento anni fa nasceva la più grande scrittrice in lingua portoghese: di fronte alla dismisura della vita, Clarice desidera abbandonarsi. Cercando le parole per rivelare l’incontro, terribile, con la realtà.
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PERSONAGGE: Senso di necessità
“Salgo sovrappensiero su quella scala metallica, «da qui in poi non si torna più indietro, Olivia» mi dico. Siedo al mio posto e attendo che tutti i passeggeri siano a bordo. Li guardo mentre sistemano le valigie sopra le loro teste. C’è sempre qualcuno che non ce la fa, o che mette il proprio bagaglio in orizzontale occupando anche lo spazio degli altri. Un’occasionale forma di egoismo o un’evidente mancanza di senso della misura? Non l’ho mai capito.” Un racconto di Giordana Restifo
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La verità sull’amore
Che linguaggio usare nei confronti delle persone LGBTQIA+? Occorrono parole nuove, ma anche si devono risignificare quelle vecchie. Un manuale edito dall’Ordine dei giornalisti lombardi e curato da Gegia Celotti.
di Barbara Mapelli
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Supermercato tragico
La penetrazione del potere nei corpi e l’impossibilità di fuga dei lavoratori in un luogo di reclusione e disciplina in cui l’ordine e la ripetizione sono dogmi. Esce il romanzo “Manodopera” della scrittrice cilena Diamela Eltit
Di Clotilde Barbarulli
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Laudomia cancellata
L’8 dicembre del 1907 nasceva la scrittrice abbruzzese Laudomia Bonanni, premiata e stimata da critici illustri e poi non più pubblicata. Molte studiose oggi l’hanno riscoperta: scrisse di sessualità repressa, di infanzia deprivata, di donne, di pace. E contro quelli che Ortese chiamava “teatrini della letteratura”
di Anna Santoro
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Dal delitto Varani alla peste: la letteratura non dà scampo
La pandemia costringe a fare i conti con il lato oscuro dell’umano. Due libri a confronto svelano che non ci sono sconti né per gli uomini né per le donne: “La città dei vivi” di Nicola Lagioia e “La notte si avvicina” di Loredana Lipperini.
di Giulia Caminito
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Pudore selvaggio, selvaggia nudità
Sibilla Aleramo nell’estate del 1912 parte da sola per la Corsica. Dove sperimenta la libertà dei sensi e l’amicizia con una donna libera. Luisella Vèroli torna sulle sue orme corse e ricostruisce con lettere e poesie quei giorni infuocati.
di Nadia Tarantini
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Addio Rina
Se ne è andata la scrittrice, sceneggiatrice e attivista femminista Rina Macrelli. Documentò la lotta che Anna Maria Mozzoni intraprese sul finire dell’800 per l’abolizione della prostituzione di stato con l’ormai irreperibile libro “L’Indegna schiavitù”. I suoi interventi su femminismo e lesbismo risalgono agli anni ’70.
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Ogni femminista reinventa il femminismo
La filosofa brasiliana Marcia Tiburi scrive, nel suo nuovo libro, della capacità straordinaria del femminismo di adeguarsi ai tempi e ai bisogni. Perché non è soltanto un intreccio di teoria e pratica ma è l’invenzione, che progredisce nel tempo, di un altro mondo
di Barbara Mapelli
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PERSONAGGE: Figlia dell’aria
“I miei genitori non si davano pace: che avevo in testa? volevo restare zitella? si era sposata la matta e io che non avevo dato problemi volevo cominciare ora? Sorprendendo persino me stessa non cedetti alle loro pressioni. Un’inquietudine mi prendeva ogni volta che pensavo a Giacoma. Sentivo fortemente la sua mancanza, in modo quasi fisico. Mi sembrava che fosse in pericolo e non mi spiegavo questa sensazione. L’avrei capita molto tempo dopo.”
PASSAPAROLA:







