-
-
Maria, politica e maternità
-
Qual è il senso della Memoria
La vita e l’arte di Jacqueline Schulhof Blum, una ragazza ebrea francese che non aveva «mai pensato di essere ebrea» prima di essere internata nel campo, si dipanano fra gli orrori della seconda guerra mondiale, ma non esistono solo all’ombra della Shoah. Un libro/intervista di Annalisa Comes all’artista che ha oggi 97 anni
Di Amanda Rosso
-
Quando la solidarietà viaggiava in treno
Circa 80 mila bambini e bambine tra il 1945 e il 1952, grazie al lavoro instancabile delle donne dell’Udi, furono ospitati in famiglie di operai, contadini che volevano toglierli dalle macerie e dalla fame viaggiando tra Sud e Nord. Ecco due nuovi libri: uno di Simona Cappiello con documenti interessantissimi, l’altro di Giovanni Rinaldi ricco di storie meravigliose.
Silvia Neonato
-
Concepiti in guerra, partoriti in pace
La formazione di un’identità di genere nel secondo dopoguerra.: lo zio socialista, il nonno fascista e tutte le differenze di una famiglia anticonformista, precaria, sincera. I toni palpitanti del delicato memoir di Alessandra Marzola.
-
“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo”
La critica femminista alla globalizzazione nel nuovo libro di Monica Lanfranco, giornalista genovese che fu una delle due donne tra i venti portavoce del Genoa Social Forum 2001. La speranza, la delusione e quel molto che resta da dire sul G8 di Genova
Di Silvia Neonato
-
Gasperina, maestra e donna libera
Il tema della memoria è tanto importante per le donne quanto quello di ricostruire le vite di chi non c’è più, così come quello di aiutare a fare nuovo simbolico rileggendo storie, miti classici o lingue segrete. Marina Giovannelli ha scritto la biografia congetturale di una friulana nata nel 1913
di Loredana Magazzeni -
Memoria oltre il Giorno della Memoria
Dinanzi all’aumento del “vento nero” fascista, come lo ha definito di recente la scrittrice Edith Bruck, è più che mai urgente una pratica continua della memoria come conoscenza collettiva condivisa di un passato che non riguarda solo gli ebrei.
-
Avevamo un nome e un volto
Nel giugno 1979 andai a Mondovì a casa di Lidia Beccaria Rolfi, inviata dal settimanale “Noi donne” per guardare con lei in televisione il film americano “Olocausto”, che per la prima volta portò nelle case di milioni di persone le atrocità dei Lager nazisti. Lidia, staffetta partigiana, era stata deportata a Ravensbrück come politica. L’anno prima aveva descritto, insieme alla storica Anna Maria Bruzzone, i mesi di prigionia nel Lager: era un libro unico, il primo in Italia dove si narrava la condizione delle prigioniere politiche e quella, ancora peggiore, delle ebree. Lo avevo letto e mi aveva colpita al cuore.
-
Un amore spezzato a Giaffa
Ancora una volta la scrittrice palestinese Suad Amiry torna nella città di suo padre e racconta l’invasione israeliana del 1947 con lo sguardo di due giovani amanti. E come sempre usa l’ironia contro la sopraffazione
Di Clotilde Barbarulli