Tag Archives: nadia terranova

  • Jamaica Kincaid torna in Italia

    La scrittrice sarà ospite ad Archivio Aperto, il Festival di Bologna dedicato al patrimonio cinematografico privato, sperimentale, d’artista – 19 i film in gara -, nella sezione “Poetry, Diaries, Novels”, curata dalla co-direttrice della kermesse Giulia Simi e da Francesca Maffioli, che LM ha intervistato

    di Amanda Rosso

  • La terra si spacca

    La terra si spacca

    In Trema la notte Nadia Terranova racconta il terremoto del 1908 che sconvolse Messina e Reggio Calabria. E sceglie un ragazzino e una giovane donna i cui destini di libertà si incrociano dopo lo sconquasso delle loro vite. Un romanzo forte, visivo, scandito dagli Arcani Maggiori

    Di Serena Todesco

  • PERSONAGGE: Un amore sospeso

    “Infine l’aveva trovata. La sua bandana preferita, quella rossa con la grande scritta Route 66 e le tappe dello storico percorso. Era il ricordo del suo viaggio più bello, lei e Juan, uno dei primi insieme, quando lui c’era ancora. Per due giorni l’aveva cercata e quando stava ormai per desistere era spuntata lì, in fondo all’ultimo cassetto del comò. “Sei disordinata” le ripeteva scherzando Juan. Paola a quelle parole si arrabbiava. Non era disordinata ribatteva, semplicemente dimenticava dove metteva le cose, quello che doveva fare. Ormai prendeva nota di tutto.” Un racconto di Giuseppina Di Bella

  • PERSONAGGE: Quarantena, giorno zero

    “Ricorda quanto la fece sorridere scoprire la parola “taddarita”, la bizzarra assonanza col suo nome che le impedì di dimenticarla, e rievocare adesso, dopo tutti quei giorni di clausura, la forma dialettale della parola “pipistrello”, ritenuto veicolo o causa dell’epidemia, le sembra una coincidenza ancora più insolita, una quadratura del cerchio che la porta ora, bruscamente, a pensare, chissà perché, dopo tanti giorni, a quell’immaginario dito accusatore puntato verso di lei, e a domandarsi, per la prima volta dopo tre anni: “Che faccio qui?”.” Un racconto di Loredana Mari

  • PERSONAGGE: Sui margini

    “La bambina, lasciando la mano che per tutto il tempo aveva tenuto stretta, mi si avvicinò. Mi sentii sollevata in maniera gentile, e mi ripiegai mollemente su me stessa, assecondando la presa. Ne avvertivo il tremore, ma sentivo anche che con lei ero al sicuro, che quel tocco era piccolo ma saldo. Indietreggiando, tornammo entrambe verso l’uomo, che la guardò teneramente, commosso dalla carezza che mi riservava sul palmo in cui mi aveva poggiato.” Un racconto di Giovanna Gravina

  • PERSONAGGE: Natale 1945

    “La bicicletta grigio-verde di papà è ferma da tre giorni. Immobile. Appoggiata al muro, sul pianerottolo di casa. Casa nostra è in Via Elenuccia, accanto all’Istituto Leone XIII. Zia Cherubina, la sorella di mio padre, è la Madre Superiora. Cherubina è il nome che ha preso con i voti, il suo vero nome è Marina. Non lo so, ma credo abbia trovato lei per noi questo piccolo appartamento. Mia madre non è di qua, qualcuno la chiama la straniera.”

    di Daniela Arena

  • PERSONAGGE: Paesaggio

    “Il paesaggio non è definito, non lo sono neanche gli elementi del quadro, ma io sento greco a levante avanzare furioso e il fragore del mare dominare su tutto. Millenovecentootto, un bastimento a vela carico di pani di zolfo è in pericolo. Quindici marinai urlano disperati e cercano salvezza chiedendo aiuto alla popolazione di Ortigia che accorre e si dirige nello spiazzo con il parroco di S. Paolo che porta una croce. ” Un racconto di Maria Diamante

  • PERSONAGGE: Senso di necessità

    “Salgo sovrappensiero su quella scala metallica, «da qui in poi non si torna più indietro, Olivia» mi dico. Siedo al mio posto e attendo che tutti i passeggeri siano a bordo. Li guardo mentre sistemano le valigie sopra le loro teste. C’è sempre qualcuno che non ce la fa, o che mette il proprio bagaglio in orizzontale occupando anche lo spazio degli altri. Un’occasionale forma di egoismo o un’evidente mancanza di senso della misura? Non l’ho mai capito.” Un racconto di Giordana Restifo

  • PERSONAGGE: Figlia dell’aria

    “I miei genitori non si davano pace: che avevo in testa? volevo restare zitella? si era sposata la matta e io che non avevo dato problemi volevo cominciare ora? Sorprendendo persino me stessa non cedetti alle loro pressioni. Un’inquietudine mi prendeva ogni volta che pensavo a Giacoma. Sentivo fortemente la sua mancanza, in modo quasi fisico. Mi sembrava che fosse in pericolo e non mi spiegavo questa sensazione. L’avrei capita molto tempo dopo.”