Imbracciare le matite

Amanda Rosso, 23 giugno 2022

Intervista ad alcune autrici di #BDF, ovvero “Bande de Femmes”, il festival di fumetto e illustrazione che si tiene online il 23 giugno e a Roma, nel quartiere Pigneto, dal 30 giugno al 3 luglio. Lo organizza la Libreria femminista Tuba: dalla Resistenza al femminismo intersezionale, passando per la capitale, spazio urbano da rimodellare.

Di Amanda Rosso

Mi piacciono le interviste epistolari. C’è un momento di sospensione fra la domanda e la risposta, un tempo incalcolabile, una possibilità di raccogliersi e riflettere che l’esigenza di rapidità e i calendari editoriali non sempre riescono a favorire.
Le interviste collettive, poi, mi entusiasmano. È come lanciare un segnale di fumo, un messaggio nella bottiglia e attendere, dall’isola deserta, una risposta.
Il mese scorso, mentre mi arrostivo felicemente al sole ligure, ho scritto un SOS sulla sabbia allə artistə di “Bande de Femmes”, il festival di illustrazione e fumetto organizzato dalla Libreria femminista Tuba, nel quartiere Pigneto di Roma.
Nato nel 2013 e arrivato alla sua nona edizione, che si svolgerà on line il 23 giugno e dal vivo dal 30 giugno al 3 luglio, #BDF vibra della pulsazione del racconto, della narrazione che si affida alle immagini ma anche alla capacità del testo di farsi accompagnamento, dettaglio, incursione poetica.
Dalla storia della Resistenza alla salute mentale, dai femminismi alle istanze LGBTQIA+, “Bande de Femmes” porta avanti un dialogo ininterrotto con la città, Roma, ma anche l’idea di spazio urbano, per infiltrarsi nel rumore di fondo del traffico e la fretta, far abitare l’arte nei luoghi di passaggio e socialità. Costruisce un’utopia radicata sul territorio e nelle pratiche quotidiane di chi lo attraversa e lo vive, ridefinisce i limiti e i confini dello spazio e le identità; si interroga, mette in discussione le certezze, si concede il lusso rivoluzionario della possibilità.
Dagli incontri con artiste italiane come ZUZU – del suo ultimo lavoro “Giorni Felici”, candidato al Premio Strega da Valeria Parrella, abbiamo scritto anche su Letterate Magazine – CROMA, Sara Colaone, Costanza Durante ed Elisa Menini, Eva Rossetti, Frad, e straniere, come l’iraniana Golrokh Nafisi e la francese Elène Usdin, fino alle esposizioni della “Notte Bianca a colori”, con i lavori di Serena E. Kippenbergen, Faida Aquifera e altrƏ, il programma di quest’anno non è solo soffuso di suggestioni artistiche, ma fa del fumetto e delle illustrazioni veicoli di un processo politico intersezionale che spazia dall’attualità alla Storia, dal femminismo all’attivismo per la salute mentale, dalla vicenda di Patrick Zaki alle biografie illustrate.

Al mio SOS nella sabbia hanno risposto le autrici Sara Colaone, CROMA – nom de plume di Claudia Romagnoli -, Costanza Durante ed Eva Rossetti, che mi hanno raccontato la loro relazione con il festival, il significato potente di “Bande de Femmes” e l’illustrazione come linguaggio propulsore di sorellanza e cambiamento.

Letterate Magazine: Come sei approdata al festival “Bande de Femmes”? Cosa, come artista, ti ha coinvolta nelle conversazioni che da anni #BdF porta avanti su «femminismi, corpi, identità, sessualità e lotte LGBTQIA+»?

Sara Colaone: Sono approdata a #BDF attraverso la presentazione di Leda, che solo amore e Luce ha per confine (Coconino Press, 2016) che ho realizzato insieme agli sceneggiatori Francesco Satta e Luca de Santis. Si trattava di un graphic novel sulla vita della scrittrice anarchica e musulmana Leda Rafanelli, col quale avrei poi vinto il premio Gran Guinigi come Miglior disegnatrice a Lucca Comics e Games. Alla presentazione da Tuba insieme a Igiaba Scego e un pubblico raccolto e attentissimo, abbiamo esplorato molti aspetti anche spinosi dell’essere donna a cavallo fra epoche e culture. Quella dimensione di colloquio aperto, senza barriere, franco e onesto, estremamente prezioso, mi è rimasta in tutte le occasioni che ho avuto di dialogare con le organizzatrici e col pubblico di #BdF.

CROMA: Ho sempre visto e vissuto da fuori “Bandes de Femmes”, da utente, da pubblico, da lettrice, da compagna, da abitante di questa città magnifica e terribile, in questo straordinario quadrante che è Roma sud-est, dove Tuba e le compagne tutte di #BDF agitano bellezza e contenuti da molti anni; partecipavo, osservavo, ascoltavo, prendevo appunti; e intanto continuavo a scarabocchiare agende, a inchiostrare blocchi di carta, a imbrattare le tavole di carta delle osterie, a viaggiare in bicicletta, a disegnare poster per i collettivi, a dipingere muri e muri, a elaborare racconti illustrati.
E guardavo alle artiste che chiacchieravano, che disegnavano, che spiegavano le loro cose, con il sorriso sulle labbra. Quest’anno sono qui anch’io, con le mie cose, il mio fumetto, i miei disegni, le mie idee, i miei scarabocchi da condividere.

Costanza Durante: È la prima volta che entro in contatto con #BDF, quest’anno ho ricevuto l’invito tramite la casa editrice per cui è uscito il mi ultimo lavoro, “La Rosa Armata”, una graphic novel che tratta di Resistenza e sorellanza in tempo di guerra. In questo senso, sicuramente la storia trova una sua naturale collocazione tra i temi trattati dal festival.

Eva Rossetti: La prima volta che ho partecipato a #BDF fu in occasione dell’uscita del graphic novel “Il mio Salinger” che era l’esordio mio e di Valentina Grande. Dialogai con Roberta Balestrucci Fancellu del lavoro di sceneggiatrice (il suo) e di quello di disegnatrice (il mio), fu un incontro molto stimolante. Nell’edizione 2020, Valentina ed io siamo intervenute da remoto su Feminist Art, il nostro fumetto sulle artiste femministe americane e sulle loro lotte per vedere riconosciuto il valore della propria arte. Quest’anno vi parleremo di un’altra figura centrale per le arti e per la letteratura del novecento, di cui però non si è mai parlato molto: Gertrude Stein. Credo che questi ultimi due libri in particolare siano abbastanza in linea con l’identità di #BDF, perché raccontano storie trascurate dalla Storia, che chiedono di essere diffuse per proporre un immaginario alternativo e per cercare di riequilibrare la narrazione tradizionale dominata dallo sguardo maschile.

Letterate Magazine: Perché abbiamo bisogno delle bandes des femmes, delle illustrazioni, dei fumetti e delle storie per alimentare un dialogo con la città, promuovere una cultura della socialità e coltivare sinergie urbane creative?

Sara Colaone: Perché come ogni linguaggio, anche quello visuale della narrativa per immagini più si parla e più si evolve. Lo vedo perciò come un contributo necessario alla sopravvivenza del linguaggio stesso.

CROMA: mi fermo a pensare che è proprio questo che il fumetto, l’illustrazione, la grafica e l’arte in generale debba fare e faccia, e cioè continuare a vivere, sotto forme, stili e contenuti diversi, di mano in mano, di femme in femme, di artista in artista, in un flusso inarrestabile, che contamina, stimola, arricchisce, provoca, e si gonfia, anno dopo anno, come una palla di neve.
Siamo tante, abbiamo reimbracciato le armi che ci erano state negate, ci siamo munite di matite, penne e pennelli, e con queste abbiamo dichiarato guerra a un mondo che non ci piace, con questi strumenti abbiamo ripreso la strada, metro dopo metro, a piedi e a pedali, sorridendo e graffiando, inchiostrando e dipingendo.
Viva Bande de Femmes!

Costanza Durante: Abbiamo sempre bisogno di storie, non esiste un momento storico in cui se ne sia fatto a meno. Anche se l’evento pubblico negli ultimi anni ha sofferto parecchio, ora è il momento di promuoverlo quanto più possibile per tornare a scambiarsi opinioni e critiche, fondamentali per la crescita personale di chi scrive e di chi legge. Nonostante i danni indiscutibili che gli ultimi due anni di reclusione hanno generato nel sistema culturale, possiamo fare ancora qualcosa per non limitare i consumi letterari al puro piacere solipsistico, ma rendendoli un momento di condivisione per tutti.

Letterate Magazine: “Bande des Femmes” non è solo un festival di fumetto e illustrazione, ma «soprattutto un’occasione di dibattiti, di circolazione di arte, libri, idee.» Consigliaci un libro, un fumetto, una storia, unə artistə imprescindibile per te, qualcunə la cui capacità di narrare pensi possa parlare al nostro presente, o semplicemente ci dica qualcosa di te.

Sara Colaone: Se penso a qualcosa di fondante, penso l’opera di Anna Brandoli, fumettista italiana autrice con Renato Queirolo negli Anni ’80 della meravigliosa Rebecca e de Il mago di Oz, ristampato nel 2016 da Comic Out; entrambi questi libri, anche se in modo diverso, riflettono sul ruolo della persona come individuo sociale e asociale. Di recente mi è piaciuto molto anche Le Grand vide di Léa Murawiec, che è stato premiato al festival della Bd di Angouleme.

Costanza Durante: Per quanto mi riguarda, restando in tema di fumetti, ho recentemente riletto tutta la saga della Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore, probabilmente una delle opere più ambiziose dell’autore. Un artista gigantesco come lui non ha certo bisogno della mia presentazione, ma quello che mi ha coinvolto in questa rilettura è stato il contatto con l’immaginario condiviso, lo sguardo esperto e sofisticato sulla cultura letteraria e, in seguito, su quella di massa, che rimane incredibilmente ancorata allo spirito del tempo, pur essendo trascorsi vent’anni dall’uscita del primo numero. In definitiva, l’opera a fumetti più colta e intelligente che abbia mai avuto il privilegio di leggere.

Eva Rossetti: Al momento sto leggendo due bei libri, il primo risponde alla mia sete di avventura e all’esigenza di comprendere un po’ meglio il contesto geopolitico attuale, il secondo alla voglia di avvicinarmi a una cultura che sia Altra da quella europea. Ve ne parlo, dunque, perché li trovo utili per allargare i propri orizzonti. “La frontiera” dell’antropologa norvegese Erika Fatland ci porta a Est, lungo il confine più esteso del mondo, quello della Federazione russa. Con uno stile brillante descrive luoghi insoliti, con forme di governo insolite, alle volte cattura angoli nascosti di pianeta dove bestie quasi estinte girano indisturbate dall’uomo, come la zona franca che divide una Corea dall’altra. Non mancano mai cenni storici per approfondire o rinfrescarsi la memoria. L’altra è un lettura sulla Cina “Ne Dio né legge” di Renata Pisu, panoramica interessante per chi vuole accostarsi anche per la prima volta alla cultura cinese. L’approccio è quello di chi tenta di spogliare quanto più possibile il suo punto di vista dai pregiudizi dati dal gap culturale.

“Bande de femmes” è a cura di Sarah Di Nella, Ginevra Cassetta, Marta Capesciotti.
Potete seguire la diretta online di Bande de Femmes giovedí 23 giugno sui canali social di Libreria Tuba e Bande de Femmes e consultare il programma completo degli eventi qui.

(IG @libreriatuba / Fb: Tuba Bazar / Youtube: Libreria Tuba e Bande de Femmes)

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Amanda Rosso

Amanda è nata e cresciuta nell'entroterra ligure. Si è laureata in Comunicazione all'Università di Pavia e ora vive e lavora a Londra, dove frequenta un MA in Modern Languages and Comparative Literatures alla Birbeck University of London. I suoi racconti sono apparsi su "Narrandom", "Quaerere", "Malgrado le Mosche", e in alcune antologie online e cartacee, fra cui “Musa e getta. I racconti delle lettrici e dei lettori” (Ponte alle Grazie, 2021) e “Il corpo c'è” (Vita Activa Nuova, 2023). Ha co-tradotto la raccolta di racconti "Donne d'America" (Bompiani, 2022) a cura di Giulia Caminito e Paola Moretti.

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