Il Convegno “Violenza e Utopie” al Giardino dei Ciliegi di Firenze

Clotilde Barbarulli, 11 novembre 2024

Un convegno a Firenze, il 30 novembre – 1 dicembre  al Giardino dei Ciliegi si interroga sulle forme di violenza oggi nel mondo e su quali speranze aprono crepe.  Con la collaborazione della Sil. 

Sabato 30 dicembre tutta la giornata e domenica 1° dicembre (solo la mattina) si terrà al Giardino dei Ciliegi di Firenze il convegno Violenza e utopie con il sostegno della Società Italiana delle Letterate e di altri gruppi. Il punto di partenza della riflessione condivisa, che sarà ricca di interventi di molte ospiti, è l’idea che la de-umanizzazione si esprime nella striscia di Gaza, ma anche nelle violenze sessuali, nella oggettificazione delle donne e nel trattamento disumano dell’esule, di chi viene rinchius* nei CPR e in tutti quei luoghi di sfruttamento dove dominano dispostivi coloniali e di gerarchizzazione dell’umano. Per questo, come ogni anno, ci diamo appuntamento al Giardino dei Ciliegi per ascoltare e dibattere, per riflettere e  per decostruire, a partire dalla necessità vitale di confronti femministi e dall’idea che la letteratura è sempre politica.

Scrivono le organizzatrici Clotilde Barbarulli, Barbara Bonomi Romagnoli, Giada Bonu Rosenkranz, Elisa Coco, Laura Marzi e Antonella Petricone:

Assistiamo da mesi ad una serie di orrorismi (Adriana Cavarero) a Gaza, dove le donne sono
costrette in una condizione disumana da un punto di vista igienico e sanitario e dove si muore di
bombe, di sete, di fame, di malattie, di abbandono, di attesa di soccorsi bloccati dal Governo di
Israele al valico di Rafah. L’UNRWA ha dichiarato che «Il numero di bambin* uccisi in poco più
di 4 mesi a Gaza è superiore al numero di bambin* uccisi in 4 anni di guerre in tutto il mondo.
Questa guerra è una guerra contro le bambine e i bambini. È una guerra contro la loro infanzia e
il loro futuro». La nostra umanità è ormai nella spirale di una politica di potenza che già ovunque
nel mondo si è mutata in guerra. Ma è proprio lì, in quella Striscia di Gaza stratificata da dolore,
rabbia e sofferenza, che ora brucia l’anima del mondo, perché lì si consuma quotidianamente una
strage che non è solo di corpi e di anime, è di significato e verità (Roberta De Monticelli). Come
restituire umanità a un luogo disumanizzato e anestetizzato dal dolore?
Le guerre ormai si combattono sempre di più contro le popolazioni piuttosto che contro gli
eserciti: la vittima di queste guerre asimmetriche sono sempre più spesso la semplice passante, i
corpi interscambiabili di esemplari qualsiasi della specie umana, senza possibilità di difesa. Ed è
da questa prospettiva che l’orrore appare ormai dilatato in una dimensione quotidiana e reso
possibile da una preventiva degradazione della vulnerabilità umana.
Così la de-umanizzazione si esprime anche nelle violenze sessuali, nella oggettificazione delle
donne e nel trattamento disumano dell’esule, di chi viene rinchius* nei CPR. Va colta criticamente
la riproduzione di logiche e dispositivi coloniali nel governo delle migrazioni e nelle tendenze a
una gerarchizzazione dell’umano che lo innervano, nel Mediterraneo così come nei tanti luoghi
di sfruttamento dove vivono le persone migranti impiegate ad esempio in agricoltura in Italia e
altrove in Europa.
Le retoriche intorno a «padroni a casa nostra» così come l’esaltazione dei prodotti tipici italiani
occultano, sottolinea Annamaria Rivera, che buona parte del «tipicamente nazionale» (dal
parmigiano doc ai pomodori, agli agrumi) è il risultato del lavoro delle persone migranti, pesante,
al nero, malpagato: sono spesso costrette a rapporti di lavoro e a condizioni di esistenza servili,
poiché dipendono dai loro sfruttatori e dai caporali al loro servizio, per salario, per alloggi e
trasporto, esponendo le lavoratrici anche a ricatti, molestie e violenze.
“Caro Bertold Brecht dove sei? / Dove sono poete e poeti per dire l’orrore, la guerra, il dolore?/
Ma Appelli dì solidarietà /coscienze sgomente e indignate /persone che informano, pensano, si
impegnano/ manifestano in strade e piazze del mondo/ contro ogni guerra…. /s’uniscono per
infrangere il sudario di silenzio/ e il sentimento d’impotenza che /tra venti e burrasche ci avvolge
/ in un cono d’ombra” (Toni Maraini).
Alla violenza epistemica occorre contrapporre il primato dell’immaginazione, inteso come “un
modo di farsi altr*, che sia accoglimento dell’altr* e trasformazione di sé, in un movimento
simultaneo” (Gayatri Chakravorty Spivak). Il presente è cupo, ma possiamo immaginare molti
domani diversi possibili, vedendo in atto pratiche di accoglienza, di relazione, di co-esistenza e
di cura, di dialogo… Se nell’oggi infatti il potere vuole costringere tutt* nello spazio soffocante
della paura, impedendo sogni in avanti, emerge una speranza disubbidiente che fa uscire
dall’afasia suscitata dallo smarrimento per questo mondo in cui non si è scelto di vivere: le varie
pratiche di opposizione al sistema del dominio e della sopraffazione, cogliendo i germi di ciò che
nella realtà odierna ha possibilità di divenire, contrastano così cinismo e indifferenza e aprono
alle utopie.

Per informazioni, visitare il sito www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it o scrivere a: barbarullim@gmail.com

Non ci sono convenzioni con alberghi, ma di seguito qualche suggerimento di strutture facilmente raggiungibili:

Hotel Bodoni via Martiri del popolo 27 055/240741
Re-Dama Hostel via Milanesi, 45 Tel. 055/480955
Hotel Firenze, piazza Donati 4 (via del Corso) 055/268301.
Hotel D’Azeglio via della mattonaia 43 Tel 055/0730484.
Ostello bello via Faenza, 56 tel. 055/213806

PASSAPAROLA: FacebooktwitterpinterestlinkedinFacebooktwitterpinterestlinkedin GRAZIE ♥
The following two tabs change content below.

Clotilde Barbarulli

Clotilde Barbarulli collabora attivamente con associazioni quali il Giardino dei Ciliegi di Firenze, la Libera Università Ipazia, la Società Italiana delle Letterate. Si occupa di autrici contemporanee fra lingue e culture e di scrittrici '800/900. Tra le sue pubblicazioni: con L. Brandi, I colori del silenzio. Strategie narrative e linguistiche in Maria Messina (1996); con M. Farnetti, Tra amiche. Epistolari femminili tra Otto e Novecento (2005); con L. Borghi Visioni in/sostenibili. Genere e intercultura (2003), Forme della diversità. Genere, precarietà e intercultura (2006), Il Sorriso dello Stregatto (2010)."Scrittrici migranti: la lingua, il caos, una stella" (ETS 2010),

Ultimi post di Clotilde Barbarulli (vedi tutti)

Categorie
0 Comments
0 Pings & Trackbacks

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.