“Le mosche d’oro” a Roma, “Femminile singolare” a Milano e Vita Activa Nuova a Trieste pubblicano scritti di autrici che raccontano figure le più diverse: da Lisa Morpurgo a Lady Constance Lloyd Wilde, Colette e moglie, figlia e nipote di Tolstoj
Di Gabriella Musetti
Non si può dire che il 2021 abbia visto le donne ai margini di uno dei territori più accanitamente tenuti dagli uomini, quello dell’editoria. Non sto parlando delle scrittrici, da molti anni presenti con sempre maggiori successi sulla scena letteraria italiana, basta osservare gli ultimi premi letterari di prestigio per vedere il numero crescente di vincitrici o finaliste. Sto parlando della editoria dal punto di vista dei ruoli decisionali, delle funzioni di rilievo negli ingranaggi e nelle scelte editoriali, che stanno rivolgendo uno sguardo attento alla scoperta o riscoperta di autrici dimenticate o di punti di osservazione del mondo di stampo femminile. Alcune case editrici danno maggiore spazio e respiro a una narrativa aperta a scandagliare terreni poco esplorati come le scritture private, le biografie narrative, i luoghi magari vicini ma mai attentamente indagati. E poiché le case editrici non sono istituzioni benefiche ma imprese con fatturato, significa che è cambiato o sta cambiando il pubblico dei lettori e soprattutto delle lettrici. Diversi sono gli esempi e io vorrei segnalarne tre particolarmente interessanti.
Il primo è Giulio Perrone Editore di Roma, sempre attento a seguire la contemporaneità, che ha affidato a tre autrici di grande valore e di notevole iniziativa e fiuto, Nadia Terranova, Giulia Caminito e Viola Lo Moro, la conduzione di una nuova collana di narrativa, “Le mosche d’oro”, dal titolo di un romanzo di Anna Banti. Uno spazio per le biografie di grandi donne scritte da autrici di prestigio, un modo di raccontare irrituale, insistente come una mosca ma lucido e prezioso come l’oro. Perché il legame tra l’autrice della narrazione e la donna narrata è intimo, radicale: ogni scrittrice narra quella persona che è stata per lei fonte di ispirazione, di cambiamento nella propria formazione umana e culturale. Un nodo stretto tra le vite oltre che un omaggio delle scrittici contemporanee a figure importanti del passato recente.
I primi titoli, in libreria già da ottobre e poi novembre, lo evidenziano: Jeanne Moreau raccontata da Lisa Ginzburg, Lisa Morpurgo raccontata da Melissa Panarello, e poi a seguire altre personagge importanti in campi diversi, come scienziate, designer, artiste, sindacaliste. Elvira Seminara narrerà l’artista Leonora Carrington, di prossima uscita il volume in cui Maria Rosa Cutrufelli narrerà la madre di Goliarda Sapienza, la giornalista, sindacalista e attivista Maria Giudice, che dal nord d’Italia si trasferì in Sicilia.
L’idea di fondo della collana è quella di porre una speciale attenzione alla curatela, al racconto dell’esperienza di un’altra donna che per qualche motivo ha intrecciato la vita personale della scrittrice. Un rapporto stretto tra vita e letteratura che spesso ha fatto da file rouge di molta narrativa scritta da donne, e ha rimescolato le carte non poco sulle distinzioni tra i generi.
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Un altro esempio notevole è il milanese Morellini Editore di Milano con la Collana “Femminile singolare”, diretta da Sara Rattaro. Collana di romanzi di vite vere di donne, recita il sottotitolo. Qui la particolarità è la scrittura delle biografie romanzate scritte come autobiografie, ovvero scritte in prima persona da altre donne, scrittrici, giornaliste, che entrano direttamente nella vita di colei che raccontano. Anche qui sono presentate donne straordinarie, forti, che hanno fatto scelte di vita complicate, al limite, a volte poco rassicuranti, modelli differenti di personalità che si sono imposte nel tempo, a volte messe in ombra da parte del proprio compagno. I primi titoli indicano il percorso: “Wallis Simpson, Una sola debolezza” di Elena Mora; “Colette. Un sogno audace” di Nicoletta Sipos, “Lucia Bosè. L’ultimo ciak” di Laura Avalle, “Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde” di Laura Guglielmi, che impersona la moglie di Oscar Wilde, donna determinata e libera, e tuttavia vicino al marito in disgrazia, morta a Genova quasi quarantenne. La collana mostra una attenzione alle storie di vita fuori dai canoni, narrate come romanzi appassionanti, in cui scoprire lati inediti della figura femminile ritratta.
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L’ultimo esempio che voglio indicare, piuttosto diverso, è una casa editrice recentemente ri-nata: Vita Activa Nuova, di Trieste, risorta come un’araba fenice da precedenti esperienze. Nel panorama problematico della contemporaneità il compito della editoria militante, come si presenta l’editrice, non può essere più solo quello di fare buoni libri (e sarebbe già un compito notevole, vista la produzione diffusa di opere effimere e inutili, ma di ottima vendita), ma deve muoversi verso una direzione posizionata chiaramente, qui declinata in senso femminista.
Un gruppo di nove donne e un uomo che hanno il desiderio di lavorare insieme a un progetto culturale e politico di ampio spettro, pur nel limite dei mezzi, per un cambiamento radicale della società e dei suoi valori, a partire dalla cura delle parole e delle relazioni. Una operazione culturale di volontariato con finalità di orientamento e diffusione di una cultura aperta, libera e socialmente utile in quanto fondativa di valori comuni, ovvero ‘messi in comune’, soprattutto lo sviluppo di una dimensione critica e attenta alla lettura della realtà contemporanea e del passato.
I libri sono scelti seguendo queste linee programmatiche, come emerge dai primi titoli pubblicati o in via di edizione: “Una genealogia ritrovata. La moglie la figlia e la nipote di Tolstoj si raccontano”, di Marta Albertini, curato e tradotto da Laura Ricci. Diari e carteggi di famiglia attraverso cui l’autrice, pronipote dello scrittore, ci fa entrare direttamente in casa Tolstoj. “La speranza è una strana invenzione”, a cura di Barbara Buoso e Ilaria Durigon. Antologia dei racconti vincitori del concorso omonimo indetto nel 2021 da Lìbrati, Libreria delle Donne Padova. “Confine donna. poesia e storie di emigrazione”, a cura di Silvia Rosa, illustrazioni di Valeria Bianchi Mian. Antologia di poete italofone contemporanee che raccontano il loro arrivo in Italia e la scelta di scrivere in italiano. “Nell’ora della stella e altri scritti sull’infanzia e la morte”, di Marina Giovannelli. Narrazioni riflessive su un tema delicato, tratte da eventi contemporanei, dalla mitologia, dalla storia. In questa esperienza editoriale l’impronta della cura del materiale verbale si coniuga a una dimensione etica piuttosto che strettamente finanziaria.
PASSAPAROLA:








Gabriella Musetti

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