Gaza raccontata in tre movimenti dallo sguardo di Maria Nadotti, scrittrice, saggista e traduttrice
Di Gisella Modica
Nadotti rievoca nel suo testo le parole di Robin Morgan, scrittrice e femminista; Ariella Aisha Azoulay, storica della fotografia; del poeta Mahmoud Darwish; di John Berger, critico d’arte e narratore; Gassan Kanafani, giornalista; Hiba Abunada, poeta e romanziera; Refaat Alereer, docente di letteratura inglese; Eyad El Sarrai, psichiatra.
Gaza, “nastro di terra” tenuta dal governo israeliano in stato di “provvisorietà permanente”, dove “si ha la sensazione che la storia si sia incagliata in un presente assoluto”.
“Un popolo senza spazio e senza tempo”.
“Gaza come Guernica, Dresda, Hiroshima e Nagasaki. Città dei morti”.
“Striscia, parola fradicia di sangue come successe sessantacinque anni fa alla parola ghetto”.
Eppure su un muro di Qalkilya è scritto “Esistere è resistere”.
“Un lascito e una consegna” da parte di Nadotti affinché Gaza “resista nelle nostre parole”
Si ringraziano la RSI Radio televisione svizzera e il curatore del programma Le città invisibili Daniel Bilenko (info.retedue@rsi.ch).
Durata dell’audio 31 minuti.
Link originale del file qui.

Gisella Modica

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