Madri, non madri 6. In quale modo esserlo?

Nadia Tarantini, 25 novembre 2024

“Mamme d’Italia. Chi sono, come stanno, cosa vogliono” è il libro di Monica D’Ascenzo e Manuela Perrone, giornaliste del Sole24Ore: «Le culle vuote non sono un problema delle donne, sono invece lo specchio di un paese. Una società vecchia e diseguale non permette la scelta libera di essere madre incoraggia la rinuncia»

di Nadia Tarantini

«Le mamme d’Italia, a dispetto degli stereotipi, sanno che non c’è un solo modo di essere madre, e oggi mal sopportano i luoghi comuni, gli inganni, i falsi miti, le promesse al vento. Ma sanno anche cosa significa prendersi cura degli altri […] Bisogna smontare un equivoco di fondo: le culle vuote non sono un problema delle donne, sono invece lo specchio di un paese […] Una società vecchia e diseguale non permette la scelta libera di essere madre […] incoraggia la rinuncia».

A partire dalla definizione mamme (e non madri), la scelta di fondo di Monica D’Ascenzo e Manuela Perrone, giornaliste del Sole24Ore, impegnate nel blog Alley Oop del Sole. Mamme d’Italia. Chi sono, come stanno, cosa vogliono (edizione dello stesso giornale) avrà l’esclusivo punto di vista di chi i figli li ha voluti fare, di chi no, di chi voleva ma non ha potuto. Evitando le secche del dovere di procreare, come quelle di un diritto avulso dalla realtà.

Suddiviso in sette capitoli, e altrettanti temi seminali, il libro intreccia una grande mole di dati alle esperienze dirette e indirette delle due autrici, entrambe madri; libri e ricerche su diversi mezzi, convegni, testimonianze. Scelta, Corpo, Mente, Coppia, Amicizia, Lavoro, Diritti: le stazioni di posta dove si gioca il pendolo fra libertà e costrizione, sono una larga base informativa per chi voglia entrare in argomento in modo pratico e non ideologico; e altrettante piccole guide informate, con dettagli preziosi per chi stia vivendo (o abbia fatto) l’esperienza di mettere al mondo.

La premessa è dura, va al cuore del disagio odierno nel parlare di maternità:

«L’insofferenza al discorso sulla maternità tradisce l’incantesimo collettivo di una società che tenta di cancellare l’origine per eliminare anche l’idea della fine, come se potessimo evitare di continuare a interrogarci sulla vita, sulla morte, sul tempo, sul corpo, sul mistero. Il sacrosanto rifiuto del mito della maternità non può e non deve trasformarsi nel suo opposto: il mito del rifiuto della maternità.»

E tuttavia, il libro non evita lo scoglio madri/non madri, come non evita di approfondire, in ogni capitolo, l’esistenza le aspirazioni i desideri bisogni e la realtà delle donne che stanno dietro alla generazione: «[…] siamo andate alla ricerca dei giardini delle nostre madri,* per cercare di vedere e far vedere le donne oltre le mamme. La luce oltre la siepe. Lo stare al mondo oltre al mettere al mondo. Per stanare […] l’essenziale che accomuna […] madri italiane e straniere, biologiche e adottive, sole e in coppia».

In Scelta, si mette a fuoco con ricchezza di dati ed esperienze, di come oggi – a differenza dal passato – la scelta di essere o non essere madri, e come, sia «prima di tutto di natura personale e risponde a domande che poco hanno a che fare con il contesto sociale» (anche se non vengono ignorati altri fattori, a partire da quello economico e del lavoro). In Corpo, dopo una lunga e ricca galoppata attraverso i momenti di gravidanza parto e post partum – piena di illuminanti citazioni da Greer, Melandri, scienziate e ricercatrici – la conclusione provvisoria è: «Il pendolo impazzito che oscilla tra esibizione e offese, azioni affermative e offese» dimostra ancora oggi quanta strada ci sia ancora da fare «per liberare il corpo materno dalle aspettative altrui, dallo scrutinio continuo cui è sottoposto», dalla «malattia della bellezza» (Engeln**).

Forte è ovunque, nel libro, il richiamo alla solitudine delle madri, specialmente nel nostro paese; e insieme la ricerca accurata di tutte le cose belle che il «mistero del materno» può regalarci – che si generi o non si generi un’altra vita.

In Mente, c’è il racconto affascinante di ciò che gravidanza e parto producono nel cervello della donna, si allarga lo sguardo dal blue, o depressione post partum, ai fantastici doni che i cambiamenti ormonali suscitano (e non solo per le madri biologiche). Un pacchetto di sensibilità e competenze che aiuteranno anche durante lo tsunami dell’adolescenza dei figli.

Coppia si apre con una notizia curiosa. Ricercando su Internet le due parole insieme, coppia e figli producono risultati tutti segnati dalla parola crisi. Ma andando avanti nella ricerca, visitando siti e blog dove le madri si raccontano, si scopre anche che «L’ironia sembra essere lo strumento con cui molte mamme italiane hanno imparato a raccontarsi e a sdrammatizzare» le dinamiche di coppia. Coppie affronta anche i temi delle madri sole, delle coppie che scoppiano e dei padri.

La «mammamicizia» è la risposta positiva di tantissime madri a quel dissolversi delle abitudini in comune con amiche e amici che non vivono la stessa esperienza: in Amicizia, si racconta che la condivisione di spazi e tempi attraverso i figli è differente dal passato, quando erano per lo più amicizie di vicinato, mentre con l’esplodere dei social è ora possibile scegliere in base alle somiglianze.

Gli ultimi due capitoli, Lavoro e Diritti, indagano a fondo la realtà delle vite e delle leggi, confrontano proclami e anatemi dei governi con quanto di più facilmente dimostrabile ci sia: che l’Italia è molto indietro nell’affrontare il tema della maternità, che sia biologica o adottiva, chiunque sia chi la cerca o la desidera. C’è anche la storia delle due tematiche, dalla Costituzione in poi.

Ma alla fine, che cosa ci vogliono dire Monica D’Ascenzo e Manuela Perrone, su cosa ci invitano a riflettere, di che ci incoraggiano a discutere? Della maternità, certo, che «non è un destino» come abbiamo imparato. Ma che è potenza, sperimentazione continua dell’ambivalenza. «Una conoscenza rivoluzionaria, anche per gli uomini.» (E se volete approfondire, la bibliografia è davvero stellare.)

 

*Alice Walker, Il colore viola, Sur 2018, Roma, 18 euro

** Renée Engeln, Beutymania. Quando la bellezza diventa ossessione, HarperCollins 2018, Milano, euro 17.50

 

Monica D’Ascenzo, Manuela Perrone, Mamme d’Italia. Chi sono, come stanno, cosa vogliono, IlSole24Ore, Milano 2024, euro 16,90

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Nadia Tarantini

Nadia Tarantini Scrittrice e giornalista. Esploratrice di molti mestieri, sin da giovanissima ha cercato la scrittura in molti luoghi, dalla vendita rateale di libri, al giornalismo e infine all’insegnamento… della scrittura, sia privatamente (“Le vie dei Cinque Sensi”) che nelle università. Solo nel 2017, a 71 anni, dopo una decina di altri libri, ha pubblicato il suo primo romanzo, “Quando nascesti tu, stella lucente” (L’Iguana), storia ambientata nel lontano 2346. Con Iacobelli, nel 2011, ha ripubblicato “Il risveglio del corpo. Dai sintomi alle emozioni l’arte della salute”, romanzo-saggio uscito nel 1996 presso La Tartaruga, che ha avuto quattro edizioni. A fine maggio 2019 il suo secondo romanzo, “Amore Inquieto”, nei Leggendari di Iacobelli. È vissuta fuggendo e cercando le storie dentro di sé e ha combattuto furiosi dubbi sul proprio valore attraverso la relazione con altre donne. La rivista Leggendaria e la Sil sono stati i luoghi privilegiati della sua “autorizzazione alla scrittura”.

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