In Chiara della regista Susanna Nicchiarelli un ritratto veritiero e profondo della giovane donna agiata che lasciò i suoi beni come Francesco, ma fu osteggiata dalla Chiesa che non tollerava la sua voglia di stare nel mondo e vivere tra i poveri
Di Pina Mandolfo
Il “viaggio” nella storia dei due santi d’Assisi, Francesco e Chiara, e la loro agiografia arricchitasi di intenti edificatori, miti e leggende potrebbe essere simile se un dato fondamentale non attribuisse maggiore fama e libertà di azione all’uno piuttosto che all’altra: la differenza di sesso.
Ed è su questo divario e i suoi effetti che Nicchiarelli, tornando al Festival di Venezia negli ultimi due anni, ha tessuto la trama dei suoi due recenti film: Miss Marx e Chiara. La regista narra la loro vicenda per rendere partecipi spettatori e spettatrici di quello che è il destino di ogni donna e ancor più di quelle che sono figlie, sorelle, compagne degli “uomini illustri”, già chiamate in vita da Virginia Woolf. Una schiera di donne geniali, creative, combattenti riposte in secondo piano o ancor peggio precipitate nel silenzio della storia.
Eleanor Marx era una donna colta, aveva un carattere estroverso e una lucida intelligenza. Si esponeva pubblicamente arringando la folla e battendosi per i diritti delle classi povere e delle donne. Eppure il suo diritto ad una vera libertà fu impedito da un assoggettamento morale agli uomini: l’ombra del padre e il peso di un compagno che la trascinò nel baratro della sua inguaribile inettitudine.
E se Eleonor fu preda delle figure parentali, Chiara è stata colpita dal gravoso potere ecclesiastico. Lei come Francesco, era di famiglia agiata e come lui scelse la via della povertà e l’andare per il mondo. Ma ben presto dovette fronteggiare il divieto delle imposizioni clericali che ritenevano indegno per le donne il vivere ramingo e abbracciare la povertà. Fu palese misoginia quella che tormentò Chiara e le sue scelte virtuose. Tanto che già nel tempo in cui lei e Francesco erano in vita si operò un processo di dissociazione tra i due tramite l’esaltazione della maschile epopea francescana e la rimozione della grandezza di Chiara così giunta fino a noi.
Il vissuto di questa donna tenace e la sua battaglia contro un potere che gravò su di lei per tutta la vita, è il tema centrale del film di Nicchiarelli che ci coinvolge nel dissidio di un essere “in movimento” continuamente costretto alla stasi. Un essere desideroso di aprirsi al mondo, di vivere in povertà e accettare l’elemosina come un dono soprannaturale, mentre per lei e le sue seguaci si imponeva la clausura e la prigione del chiostro. E se da un lato la storia di Chiara d’Assisi e la sua vera indole scomoda, è stata celata da una narrazione incensata solo di miracolosa santità (eccezione fatta per la storica Chiara Frugoni il cui lavoro ha ispirato la regista), Nicchiarelli la riporta in vita con un cinema solenne: quello che indaga sulle verità della storia e quello in cui una donna testimonia un’altra donna.
Poiché innovatore è il punto di vista e la scelta di una ricostruzione storica veritiera, Nicchiarelli, come per volere percorrere i secoli che dividono l’oggi da allora in un cammino di verità, sceglie un originale registro narrativo fatto da contaminazioni temporali. Da un lato una rigorosa verità storica con la scelta di utilizzare il volgare, una perfetta bellezza dei luoghi e l’uso prezioso dei costumi (Massimo Cantini Parrini). Ma dall’altro, per narrare la radicalità di una rivoluzione che accompagna il cammino di Chiara, così vicino alle battaglie delle donne dell’oggi, giustappone alle sequenze del film una musica decisamente audace fino ad inserire le note pop di Cosmo.
Grande abilità vi è poi anche nella scelta del cast diretto sapientemente da Nicchiarelli: dalla brava Margherita Mazzucco ad Andrea Carpenzano alla schiera di donne che a Chiara fanno seguito. Ancora una volta Nicchiarelli è impeccabile nella ricostruzione del personaggio mostrandoci l’intensità e l’ardore di un processo rivoluzionario che a buon diritto si può dire che balzi fuori dal tempo aderendo all’intento pedagogico e universale che fa “buona” un’opera creativa.
“Chiara”, regia di Susanna Nicchiarelli, 2022
Interpreti: Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Luigi Lo Cascio, Flaminia Mancin, Paola Tiziana Crucian
Produzione: Vivo Film, Tarantula, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution
Chiara Frugoni, “Una solitudine abitata. Chiara d’Assisi”, Laterza 2016

Pina Mandolfo

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