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“Duse” il film di Pietro Marcello non convince. La divina non vuole arrendersi al tempo che passa, mentre la prima guerra mondiale sta finendo e si intravede Mussolini all’orizzonte. Un film cupo, confuso e inutilmente grottesco con Valeria Bruna Tedeschi brava come sempre

di Pina Mandolfo

La prima guerra mondiale è sul finire così come la carriera e forse la vita gloriosa di Eleonora Duse.
È questo il tempo narrativo un po’ confuso, tra storia e invenzione narrativa, scelto del regista Pietro Marcello. La “divina”, pur se oppressa dalla malattia, non si arrende e vuole tornare sulle scene portandovi la tradizione, un Ibsen la cui esibizione travolge il pubblico in un delirio di applausi. Ma l’incontro con un’altra grande delle scene, Sarah Bernhardt, il cui volto inquietante, quasi divorato dalla telecamera, con l’aria di un personaggio buffo, quasi carnevalesco, le è fatale. Tra un falso di attenzioni, nel gioco delle parti, la francese discorre sul passare del tempo e la necessità di volgersi ad un presente con nuove opere. Nell’ardimentosa voglia di successo Duse è sedotta dalle parole della Bernhardt e si affida ad un tal Giacomino aspirante autore senza talento. La rappresentazione è un disastro e si conclude tra urla e schiamazzi, con un produttore inviperito e una Duse che cerca di rimediare indifferente alla povertà incombente, alla perdita del produttore e all’affetto della figlia prodiga di sinceri consigli.
Tra un tossire pernicioso, una segretaria dall’inquieta devozione e il leitmotiv del carro funebre del milite ignoto che attraversa l’Italia tra ali di folla e corone di alloro, l’opera di Marcello procede in un crescendo di compiaciuta cupezza narrativa e una narrazione dell’epoca, oserei dire, misera e quasi irrealistica.
Alla “disgraziata” Duse non resta che ricercare l’amante di un tempo. Un D’Annunzio restio a soccorrerla ma generoso di consigli sciorinati tra guanciotte sporgenti che divorano la telecamera e mai in posizione eretta. Tenace nel desiderio che la sua gloria non si spenga rovinosamente la non più fascinosa Eleonora Duse finisce per cedere alle false promesse del potere. Ed ecco il salvatore della patria e di Eleonora Duse, Mussolini in persona, in un dialogo falsamente grottesco, che la rassicura sul suo aiuto.
Una prova di regia, quella di Marcello, scura e paludosa ai limiti della noia. Gli invasivi primi piani, fonte di una regia inquieta e confusa, offendono la grandezza della Bruni Tedeschi che, nonostante vittima di una richiesta narrativa sempre sopra le righe, di dialoghi sincopati e una predominanza delle figure maschili, ci offre una delle sue consuete straordinarie performance. Notevole anche l’interpretazione di Noémie Merlant, ottima nella capacità di sfuggire ad una intrusiva e gravosa regia.

Duse di Pietro Marcello, Italia – Francia 2025
Sceneggiatura: Letizia Russo, Guido Silei, Pietro Marcello
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Noémie Merlant, Fausto Russo Alesi, Vincenzo Pirrotta

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Pina Mandolfo

Sono attivista nei movimenti delle donne. Il cinema, la scrittura, la diffusione delle pratiche e dei saperi delle donne, la difesa dei diritti umani e la difesa della “bellezza”, sono l’oggetto dei miei interessi, del mio lavoro e del mio impegno politico e civile. Sono stata socia fondatrice della Società Italiana Letterate. – Lungometraggi e cortometraggi – Silenzi e Bugie, sceneggiatura e regia, vince Sotto18 Film Fest e Targa Cias (2007); Correva l’anno, sceneggiatura e regia (2008); Viola di mare, soggetto e co-sceneggiatura, (interpeti: Isabella Ragonese, Valeria Solarino, Ennio Fantastichini, Lucrezia Lante della Rovere, Maria Grazia Cucinotta) vince Nice e premio Capri. – Documentari – L’Antigattopardo, Catania racconta Goliarda Sapienza, sceneggiatura (20012); Donne, sud mafia: videolettera dalla Sicilia, sceneggiatura e regia (2013): Orizzonti mediterranei, storie di migrazione e di violenza, sceneggiatura e regia (2014); Gesti di luce: Mistretta racconta Maria Messina (2014); Come un incantesimo, viaggio sentimentale nel Golfo dei poeti Mary e Percy Shelley (2014); Le parole per dirlo (spot contro la violenza sulle donne) (2016); Oltre il silenzio, i Centri antiviolenza raccontano (2016); Sicilia questa sconosciuta (2019) – Scritti – Sono autrice del romanzo Desiderio (La Tartaruga Baldini&Castaldi, Milano, 1995), in Germania e Svizzera (Piper, Monaco, 1996); del racconto Racconto di fine anno (in Principesse azzurre, Mondadori, 2004); dei saggi: Il sud delle donne, le donne del sud (in Cartografie dell’Immaginario, Sossella, Roma, 2000); La felicità delle narrazioni (in Lingua bene comune, Città aperta, 2006); dei racconti: Una necessità chiamata famiglia (Leggendaria, maggio 2001). – Organizzazione eventi culturali e rassegne cinematografiche – La Città di Palermo incontra le Madre di Plaza de Ma ejo (Palermo 2005); La Società delle Letterate incontra Emma Dante (Palermo 2007); Parlare e scrivere il femminile: donne, linguaggi e media (Palermo2014). Per il conferimento della Cittadinanza onoraria a Margarethe von Trotta, con il Goethe Institut, ho curato a Palermo l’organizzazione della Rassegna cinematografica Le donne di Margarethe con la filmografia completa della regista (Palermo 2015). British film club (cineclub in lingua originale Catania 1976-1982); Il reale e l’immaginario (Catania 1981); L’immagine riflessa (Catania 1982); Sesso, genere e travestitismi al cinema (Catania 1994); Sally Potter e Virginia Woolf, rappresentazione del femminile (Catania 1996); Vuoti di memoria (Palermo 2005). Dalla parte di lei: le donne, la vita e il cinema e il cinema (Palermo 2009); Le donne di Margarethe, rassegna cinematografica sulla produzione della regista e la sua partecipazione alla manifestazione (Palermo 2015).

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