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Ha descritto la sua visione post-umana, con ostinazione poetica e letteraria, esprimendo la dolcezza mistica con cui ha contemplato il cosmo e le sue creature. Nel saggio “Il tempo è un altro. Dialoghi con Anna Maria Ortese”, curato da Ivana Margarese, una pluralità di autrici svolge un’accorata conversazione con la scrittrice partenopea

Di Floriana Coppola

Come napoletana e lettrice appassionata di Anna Maria Ortese, non posso che ringraziare per questo nuovo contributo sulla sua scrittura, battezzato da una madrina eccezionale come Monica Farnetti, studiosa infaticabile e preziosa, che ci ha permesso in questi anni di esplorare con pagine indimenticabili il grande arcipelago verdeggiante e doloroso della nostra Ortese. Nel saggio Il tempo è un altro. Dialoghi con Anna Maria Ortese, a cura di Ivana Margarese, edito da Iacobelli, una pluralità di voci ha lasciato la traccia di un’intima e accorata conversazione con la scrittrice partenopea. Molte le citazioni letterarie che ritornano nei contributi, analizzate alla luce dei diversi sguardi, con alcuni punti di contatto felicemente ridisegnati, che rendono chiara e lampante l’ostinazione poetica e letteraria con cui Anna Maria Ortese ha descritto la sua visione post-umana, esprimendo quella dolcezza mistica con cui ha contemplato il cosmo e le sue creature. Come in un’ulteriore corrispondenza con le sue sorelle di pena e compagne di splendore, si svolge un atipico e trasversale epistolario, in cui ogni voce narrante si interroga su temi e forme della sua produzione letteraria e filosofica, cercando di riattraversare la celeste costellazione delle sue scritture. Ne emerge un profilo altamente speculativo, una tessitura malinconica di bellezza e di estrema compartecipazione con il destino degli invisibili, degli ultimi, degli oppressi.
Anna Maria Ortese si presenta a noi come una pensatrice profetica, che anticipa la sensibilità ecofemminista e vede nell’appartenenza civica e planetaria, sincera e accorata, alla stirpe dei mortali, l’unico antidoto contro il degrado e la violenza, contro lo sfruttamento iniquo della terra. Molti i richiami nel libro alle “piccole persone”, a quel mondo di creature mai viste, inedite e inaudite, simboli di un arcano ancestrale, quasi una preveggenza queer, alchemicamente impastato nella scrittura magica e nell’anima della nostra Ortese, segno di una spontanea familiarità con l’invisibile, proiezione anticipatrice e cassandrina di quell’antispecismo, adesso contemporaneo e sicuramente incomprensibile allora, per quella generazione contemporanea alla nostra sognatrice, generazione presa dal dominio del materialismo storico e poco incline a farsi affascinare dalle parole mistiche delle sue pagine. L’iguana, il cardillo, il puma e tante altre creature strepitose, nascono dalla sua feconda immaginazione che ibrida e contamina ogni realtà formale, spingendosi al suo estremo, simbolo effettivo di un amore per tutto ciò che non è umano ma marginale, per quei mondi animali, vegetali e minerali che vengono disprezzati in un universo antropocentrico e che invece l’Ortese abita e ama con venerata tenerezza. Figura complessa, pensatrice solitaria, sceglie il celeste come colore principale della sua architettura narrativa. Con coraggio e postura sovversiva, parla di anima e di respiro del mondo.
Monica Acito, Lea Barletti, Lilia Bellucci, Annachiara Berardino, Rossella Caleca, Gianna Cannì, Ivana Margarese, Lavinia Mannelli, Gisella Modica, Giusi Emanuela Morabito, Antonina Nocera, Rebecca Rovoletto costruiscono insieme un epistolario, un gioco dialogante che ci conduce a tracciare nuovamente la cartografia immensa e misteriosa di una scrittura apocalittica e profetica, che stupisce e meraviglia, creando ancora vertigini profonde e commozioni estreme. Una scrittrice pellegrina e visionaria, consapevole del suo stato di mancanza e di perdita, che non rinuncia al sacro e al perturbante.
La doppia vista per ciò che è visibile e invisibile, di cui parla Monica Farnetti viene più volte citata dalle autrici presenti, lo sguardo magnetico e visionario che crea paesaggi creaturali ibridati, contaminati da ciò che è invisibile e misterioso. Plurale, inclusivo, antidogmatico, ogni suo pensiero riflette il suo stare ai margini della società civile, come donna povera e non laureata, “bestia che parla” dice. Intellettuale autodidatta, formatasi fuori dalla scuola istituzionale, vicina alla sua famiglia pazza e geniale, nomade da sempre, fuori dai circuiti editoriali, letterari e borghesi, consapevole di essere fuori dalle logiche del pubblico di massa, alle logiche del successo e della ricchezza. E da questa posizione politica e esistenziale, arrivano le sue parole testamentarie: l’amore, la compassione e l’esercizio dell’empatia per le creature invisibili e per il creato tutto.

‹‹Tutto è divino e intoccabile (…) le sorgenti, le nubi, i boschi e i loro piccoli abitanti. E l’uomo non può trasformare questo splendore in merce ma deve vivere e essere felice con altri sistemi di intelligenza e di pace, accanto a queste forze celesti (…). Quando la pace e il diritto non saranno solo per una parte dei viventi (…) solo allora, quando anche la pace del fiume e dell’uccello sarà possibile, saranno possibili, facili come un sorriso, anche la pace e la sicurezza dell’uomo. Amate e difendete il libero respiro di ogni paese e di ogni vita vivente››. Da Corpo celeste, pp. 52-54

Ivana Margarese, a cura di, Il tempo è un altro. Dialoghi con Anna Maria Ortese, prefazione di Monica Farnetti, Iacobelli 2025

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Floriana Coppola

Floriana Coppola, (1961) scrittrice e poeta napoletana, docente di Lettere negli istituti statali superiori, specializzata in Analisi Transazionale e in Psicologia Esistenziale, perfezionata in Didattica e Cultura di genere e in Scrittura autobiografica. Collabora con varie riviste letterarie on line. I suoi testi, poesie e racconti, sono presenti in qualificate antologie nazionali e internazionali. Ha pubblicato: nel 2005 la silloge poetica “Il trono dei Mirti”, ed. Melagrana onlus editore; nel 2012 la silloge poetica “Sono nata donna”, Boopen LED/PHOTOCITY; nel 2012 il romanzo “Vico Ultimo della Sorgente” ed. Homo Scrivens, sempre nel 2012 la silloge poetica “Mancina nello sguardo” ed. La Vita Felice; nel 2014 il romanzo “Donna Creola e gli angeli del cortile”, ed. La Vita Felice; nel 2016 l’antologia di racconti, poesie e monologhi “Femminile singolare” Homo Scrivens; nel 2017 la silloge di poesie “Cambio di stagione e altre mutazioni poetiche”, ed. Oedipus.; nel 2019 la silloge “La faglia del fuoco”, con incisioni di Aniello Scotto, ed. Il Laboratorio; sempre nel 2019 il romanzo “Aula voliera”, ed. Oedipus; nel 2020 ha coordinato il workshop e curato gli Atti del convegno di studi su Beatrice Hastings, in cui è presente anche un suo contributo, ed. Le Cicale Operose; nel 2020 ha partecipato con un suo contributo al saggio su Claudia Ruggeri, a cura di Anna Maria Farabbi, ed. Terra di Ulivi; nel 2021 pubblica la silloge di prosa poetica “La vertigine del taglio”, ed. Terra di ulivi; nel 2022 pubblica il suo quarto romanzo “La bambina, il carro e la stella”, ed. Terra di ulivi. Nel 2023 ha ristampato una versione modificata e correttacon la casa editrice Terra di ulivi “Cambio di stagione”. Nel 2024 pubblica la silloge poetica “Ogni volto è un diamante” con la casa editrice La Valle del tempo.

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