Maestre di pensiero e azione

Luciana De Palma e Ivana Margarese, 31 marzo 2025

Arendt, Beauvoir, Ginzburg, Sontag, Ernaux sondate in un saggio a cura di Clotilde Bertoni. Che scrive: «Questo libro mira non a inseguire la specificità dei rapporti e delle dissonanze, bensì a evidenziare, attraverso indagini autosufficienti, quanti volti l’impegno possa avere».

di Luciana De Palma e Ivana Margarese

Autrici oltre i canoni. Arendt, Beauvoir, Ginzburg, Sontag, Ernaux a cura di Clotilde Bertoni (Carrocci editore) è un saggio a più voci che attraverso alcune autrici, maestre di pensiero in ambito filosofico e letterario, si propone di approfondire questioni che agitano il dibattito odierno come la crisi dell’impegno intellettuale e le dinamiche interne al femminismo che prova a resistere tra ostracismi e sbilanciamenti.
Nella composizione di questo lavoro i contributi di Chiara Agnello, Roberta Coglitore, Giulio Iacoli, Maria Rizzarelli e della curatrice Clotilde Bertoni mantengono una struttura autonoma e al contempo si pongono in dialogo con gli altri nel compito di rischiarare, nelle pur diverse forme di scrittura e di impegno, certe costanti di sottofondo ricorrenti.
Come indica Bertoni, la dinamica attuale all’interno dei femminismi incespica in ostacoli interni: «da un lato, fissa steccati rigidi, si cristallizza in applicazioni superficiali dei Women Studies, allinea studi, antologie,“controcanoni” al femminile, suscettibili di tradursi in nuove forme di ghettizzazione; dall’altro, è incrinata dalle spaccature, dagli attriti tra il femminismo terf e le decostruzioni (nel solco degli studi di Judith Butler) dell’identità di genere».
A riprova della complessità della situazione attuale permane il dibattito “sempre discussissimo e sempre irrisolto” sul linguaggio, su cui peraltro torna Maria Rizzarelli nel suo contributo dedicato a Natalia Ginzburg laddove mostra come la scrittrice sottolinei il valore del “bagaglio di parole” e la comparsa dell’ipocrita tendenza a compiere un’opera di pacificazione con una semplice correzione del vocabolario: «Ci troviamo così circondati di parole che non sono nate dal nostro vivo pensiero, ma sono state fabbricate artificialmente con motivazioni ipocrite, per opera di una società che ne fa sfoggio e crede con esse di aver risanato il mondo».
Le figure femminili che compaiono all’interno di Autrici oltre i canoni sono diverse tra loro oltre che per nazionalità o generazione anche per linee di pensiero. Inoltre alcune sono nomi chiave del femminismo, altre invece al femminismo sono in un certo qual modo estranee. L’intenzione è dunque quella di ripercorrere alcuni temi in modo obliquo, fuori da ogni mappatura sistematica, sottolineando l’intenso impegno intellettuale di queste donne e la loro attenzione a snidare prepotenze e mistificazioni dell’ordine costituito e a dare voce ai drammi delle categorie subalterne. Scrive Bertoni nella premessa al testo: «Questo libro mira non a inseguire la specificità dei rapporti e delle dissonanze, bensì a evidenziare, attraverso indagini autosufficienti, quanti volti l’impegno possa avere».
Le analisi proposte si inseriscono comunque a buon diritto nell’ambito della tradizione di pensiero femminista che prende le distanze dal soggetto cartesiano come soggetto astratto, pretestuosamente non situato nel mondo, immobile, compatto, autosufficiente, puro – ovvero in una parola irrelato – ponendo l’accento sulla pluralità dei modi di stare al mondo pur nella pratica di un’osservazione attenta e di un agire etico. Come scrive Rizzarelli citando le parole di Ginzburg in un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” il 5 dicembre 1975 (con il titolo emblematico Ragioni di orgoglio): «Siamo tutti “diversi”. L’essenziale è portare giustamente la propria diversità, l’essenziale è non farne né un’insegna né un’uniforme, e mescolarla silenziosamente nelle infinite diversità degli altri, in quelle che noi riteniamo le comunità dei non diversi e normali».
L’elogio di Ginzburg, nel denunciare le ipocrisie, le menzogne e le aberrazioni annidate nelle parole di fronte alla devastazione morale del panorama politico in cui si trova a vivere, va alla virtù dell’onestà su cui scrive pagine pregnanti: «L’onestà vuole muoversi, quando è possibile, non al chiuso ma all’aperto, non nella notte ma nel giorno. Ama le vie dirette e detesta le vie traverse. Non si cura di essere derisa, schernita, umiliata, di essere considerata ingenua, di essere sola nelle sue decisioni, e di essere priva di pungiglioni e di artigli, quei pungiglioni e quegli artigli che la società di oggi tanto ammira e ama. L’onestà non vuol essere ammirata, né vuol essere amata. Presta fede unicamente a sé stessa, e va dritta per la sua strada».
Nella medesima direzione si snoda il bel contributo di Chiara Agnello che pone l’accento sulla la questione della responsabilità politica e della solidarietà come «principio che può ispirare e guidare l’azione». A ogni astrazione metafisica o pretesa ingenuamente oggettivante Arendt contrappone il peso della contingenza nelle vicende storiche, il ruolo e la responsabilità dell’individuo nelle scelte politiche. La solidarietà è una pratica di sensibilità coltivata attraverso la pluralità e la diversità delle esperienze al di là di fazioni e barricate.
Anche Giulio Iacoli sottolinea l’impegno critico di Susan Sontag e la sfida verso la rigidità dell’argomentazione o la stabilità delle posizioni altrui come delle proprie condotte nella sua produzione saggistica e letteraria in un’argomentazione che è più simile ai raggi di una ruota che agli anelli di una catena.
Nell’ottica di un’analisi che intende generare riflessioni capaci di condurre verso la maturazione di nuove prospettive sociali, storiche e politiche sta quanto scrive Roberta Coglitore a proposito della funzione esplorativa che riveste il linguaggio utilizzato da Annie Ernaux nei suoi libri. Non mero esercizio stilistico, ma atto di rivolta contro un sistema che tende ad appiattire i valori, gli ideali, le spinte verso diverse concezioni esistenziali. Nell’autobiografismo di Ernaux si avverte tutta la determinazione di trasformare l’io in un noi collettivo che sappia muoversi in modo dinamico attraverso le epoche per poterne cogliere l’essenza.
Nella narrazione attivamente intesa come ambito di scomposizione dell’io e ricomposizione di una comunità, lo studio della società si fa più vivo e intenso.
Così scrive Roberta Coglitore: «Per questo ritengo che la proposta di Ernaux sia fondamentale per vivere la letteratura nella nostra epoca, dal momento che la vera forma di impegno di Ernaux, quella che attraversa tutte le sue opere, è la necessità di sperimentare con la forma: per trovare il linguaggio capace di innescare la denuncia, la trasformazione e il riscatto nel lettore, a partire da un deciso personale posizionamento all’interno delle questioni sociali».
Il contributo di Clotilde Bertoni illumina il centro dell’attività letteraria di Simone de Beauvoir ritrovandolo nell’analisi profonda e continua che la scrittrice ha condotto circa il ruolo dell’intellettuale nella società.
Mettendo a fuoco le vicende narrate nei suoi libri, Bertoni definisce i termini di una ricerca volta a trovare un’identità che, dovendosi misurare con molteplici condizionamenti culturali e sociali, di rado arriva a un compimento felice.
La coscienza è sempre sospesa tra motivazioni e spinte opposte, mentre lo scacco esistenziale non è mai risolto una volta per sempre.
Bertoni così scrive: «Beauvoir si interroga a varie riprese sulla condizione che più la definisce, quella dell’intellettuale: in forma per nulla lineare, mettendone in gioco fasi e volti differenti, e secondo prospettive differenti altrettanto. Sempre intellettuale battagliera nella realtà, nelle creazioni letterarie Beauvoir non smette di esplorare la fragilità e i disagi del suo ruolo».
In questo modo le idee più che le soluzioni danno la possibilità di sfrondare le teorie per alleggerire il carico delle verità date per scontate: solo così si può procedere verso uno studio serio e approfondito della realtà, contribuendo a modificarla a vantaggio di tutti.
Possiamo essere certi che Virginia Woolf pensava a questo, quando le furono chieste tre ghinee come contributo per la guerra: al modo in cui offrire alla società il miglior sostegno possibile attraverso un radicale cambio di prospettiva.
Questo è ciò che scrisse nello splendido pamphlet contro la guerra Tre ghinee: «Il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non è ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma trovare nuove parole inventando nuovi metodi. Non è entrare nelle vostre associazioni, ma rimanerne fuori, condividendone il fine. Il fine è il medesimo: afferrare il diritto di tutti, tutti gli uomini e tutte le donne, a vedere rispettati nella propria persona i grandi principi di giustizia, uguaglianza e libertà».

Clotilde Bertoni (a cura di), Autrici oltre i canoni. Arendt, Beauvoir, Ginzburg, Sontag, Ernaux, Carrocci 2025

 


 

Luciana De Palma ha pubblicato le raccolte di poesia La candela rossa, edita dalla casa editrice indiana IICCA, Risacche, Secop edizioni, tradotta in serbo, Sassi e comete, edito da Lineeinfinite.
Ha pubblicato i romanzi: Il melograno, Città del Sole ed. (2016), Il mulino blu, Florestano ed. (2019), Piccoli inconvenienti prima della felicità, Les Flaneurs ed. (2022). Quest’ultimo sarà tradotto in inglese dalla casa editrice canadese Turnstone Press.
L’ultima pubblicazione è Virginia Woolf – le parole il tempo la visione (Qed ed.)
Scrive recensioni per la rivista letteraria online ‘Zona di disagio’, diretta dal poeta e critico letterario Nicola Vacca.
Di prossima uscita il quarto romanzo.

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Ivana Margarese

Ivana Margarese, direttrice editoriale della rivista “Morel, voci dall’isola”, insegna filosofia e scienze umane. Ha conseguito un dottorato e un postdoc in Studi culturali e di genere sui temi del cinema documentario ed è stata docente a contratto di Teoria della letteratura all’Università degli Studi di Palermo. Ha curato "Ti racconto una cosa di me" (Edizioni di passaggio 2012), "I miti allo specchio" ( Mimesis 2022) e "Tra amiche" (Les Flaneurs, 2023). Ha pubblicato racconti in antologie.

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