Partendo da una vasta e preziosa genealogia femminile, Paola Cavallari scrive “Lilith se ne va. Femminismo, spiritualità e passione politica”, per spingerci a ritrovare la sapienza e l’uguaglianza presenti nei testi sacri e cancellate nella memoria storiografica accademica, ecclesiale e politica scritta dagli uomini
Di Floriana Coppola
Autobiografia intellettuale, saggio di teologia femminista, il libro di Paola Cavallari Lilith se ne va, femminismo spiritualità e passione politica, edito da Vanda, sfugge a ogni superficiale classificazione. L’autrice presenta con una prosa fluida e coinvolgente la sua costellazione filosofico/teologica, femminile e femminista. Un arcipelago di scritture, il cui arco temporale si snoda in più di un trentennio. Ogni citazione è un incontro profondo con l’altra, un cammino verso una individuazione storica, politica e spirituale. Interroga le voci della mistica femminile, che decostruisce le credenze misogine del mondo patriarcale, le menzogne dei filosofi, dei teologi e dei canonisti che nel corso della storia hanno cercato di giustificare l’inferiorità delle donne.
Paola Cavallari è in dialogo costante con le donne che hanno lottato per liberarsi da ogni stereotipia di genere. Parla con le pioniere del femminismo e tra esse Elisa Salerno, Simone de Beauvoir, Carla Lonzi, Lea Melandri, Judith Butler, Luce Irigaray, bell hooks. A cui aggiunge altre donne con cui c’è stato un incontro di anime come Simone Weil, Etty Hillesum, Hannah Arendt. Tanti sono i fili di questa tessitura concettuale, che viene percepita come la testimonianza collettiva di un percorso di liberazione. Prima di tutto la denuncia della violenza maschile sulle donne. Femminicidi, stupri, tratta connessa alla prostituzione, abusi sessuali, matrimoni precoci imposti, mutilazioni genitali e altre brutalità di tipo fisico e psicologico: per secoli, il corpo femminile è stato un corpo che esisteva per altri, alienato dalle esigenze maschili, giudicato e usato, a partire dallo sguardo maschile, unico legittimo Soggetto di Parola. Cavallari registra drammaticamente l’insignificanza delle donne in tutte le istituzioni religiose e questa coscienza si intreccia con il femminismo che per l’autrice è un’adesione primaria, incancellabile, sua passione di vita irriducibile. La dimensione spirituale è fiorita in età matura, con l’adesione al messaggio evangelico, purificato con fatica dalle incrostazioni del potere clericale. Riporta le parole della femminista afroamericana, bell hooks:
«Non può esserci una trasformazione femminista della nostra cultura senza una trasformazione delle nostre fedi religiose. […] Non esiste alcun conflitto tra femminismo e spiritualità cristiana. Lo stesso vale per le femministe che sono ebree, buddhiste, musulmane. Lo stare assieme, l’esercizio del confronto è una pratica che assomma in sé accordo e opposizione».
Paola Cavallari riflette sull’assenza di spazi ecclesiastici/liturgici di parola per le donne, oltre la manovalanza accettata come unica forma di partecipazione, per esercitare le funzioni pastorali/ministeriali. Riafferma più volte che il Volto di Dio è maschile e femminile. La Chiesa, se è Casa del Padre e della Madre, ha il compito di manifestare un volto maschile e femminile. Le donne cristiane non possono non sentirsi chiamate a recuperare l’antica radice, a restituire a Dio quello che è di Dio e consegnare alla comunità l’integrità di questo Volto. Riprende le parole di Lucy Bartlett per affermare che “lo sviluppo femminile”, “lo sviluppo religioso”, “lo sviluppo sociale” sono i tre cardini di un tragitto al compimento del quale l’umanità integrata dispiegherà le sue ali.
Nel saggio l’autrice spiega l’impresa profetica e ambiziosa dell’OIVD, l’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne: ebree, musulmane, induiste, buddiste e cristiane (avventiste, battiste, metodiste, valdesi, luterane, pentecostali, cattoliche e ortodosse) che nelle chiese e nelle comunità vogliono denunciare la mancanza di rispetto e di riconoscimento delle donne per snidare le umiliazioni e ogni forma di violenza fuori e dentro le istituzioni religiose. Cita Mary Daly per ricordare la realtà della condizione sotto il patriarcato come stato di disperazione, l’esilio dalla parola delle donne e l’uscita dal silenzio, come prova di esistenza legittima e giusta, pratica politica di una teologia del dialogo interreligioso di genere, per evidenziare quanto l’insignificanza delle donne sia una questione che attraversa tutte le istituzioni religiose. La mistica politica favorisce la consapevolezza che le violenze contro le donne non sono un problema emergenziale ma strutturale. Le femministe, di ieri e di oggi, hanno disseppellito e ripercorso questo passato che è gravato sul loro sesso, straziando i loro corpi, annientando le loro anime. Bisogna recuperare la genealogia femminile, eliminata dalla Storia scritta dai maschi, un campo da loro egemonizzato.
Significativa la storia di Elisa Salerno, vicentina, credente, ribelle, combattiva, sbeffeggiata dalla Chiesa Cattolica, vissuta tra Ottocento e Novecento. Elisa combatté contro il potere clericale cattolico, per salvare le donne dal pregiudizio sessista. Purtroppo la Chiesa, tradendo il suo mandato, ha negato l’intelligenza delle donne, privandole di istruzione, di cultura vitale e di sapienza, per mantenere la “compagna” dell’uomo nell’abbassamento e nella cecità. In tutte le fedi, in tutte le sapienze sacre, le donne hanno la stessa dignità degli uomini; ognuna di esse lo esprime con le sue forme e peculiarità. La Bibbia è un libro il cui contesto è androcentrico. Se ciò è innegabile, tuttavia non mancano in essa interstizi e fenditure che incrinano la logica del patriarcato. Lo testimoniano Debora, Ester, Miriam e altre ancora. La stessa prassi di Gesù e delle comunità delle origini rappresenta una sovversione del paradigma patriarcale, recepisce un’esegesi orientata verso un Dio dell’alleanza tra i generi.
Le contro-narrazioni della teologia femminista rivelano che all’origine era stata posta non la sottomissione di un sesso/genere sull’altro, ma l’alleanza e la parità, nelle differenze. Stesso nucleo semantico è presente nella teologa cattolica Ivone Gebara: le donne hanno mancato di amore per sé stesse, hanno mancato di autonomia, di autostima, di sviluppo del loro proprio pensiero, di coraggio per dire no a differenti forme di servitù domestica, sociale, politica e religiosa. La donna dunque pecca se abdica a sé, se mette a tacere il proprio desiderio autentico di vita nella gioia dello Spirito. Il primo passo per lei è accogliere quel centro vitale che germoglia nell’intimo, accogliere e custodire l’anelito esistenziale che prelude al consentire alla vita, al divino, alla trascendenza, al vivere un’esistenza in prima persona. Qui si mostra la teofania della relazione, condizione di possibilità dell’alleanza tra i sessi/generi; lui e lei di fronte l’uno/a all’altro/a sono parusia di una dualità originaria, senza gerarchie. Una relazione in cui il riconoscimento reciproco fa germogliare la vita. La donna è uguale all’uomo nella sua natura umana. Entrambi vengono da un’unica origine. Ella non è fonte di peccato originale né è la causa dell’espulsione di Adamo e di Eva dal Paradiso. Non vi è differenza nella loro natura.
È urgente smascherare il patriarcato, rompendo l’omertà che esiste anche tra donne. Rompere l’omertà racchiude la tonalità emotiva della tenacia, del coraggio e della lucidità mentale, necessaria per dissociarsi dalle culture mafiose e coloniali del dominio maschile e promuovere una cultura inclusiva di sessi/generi, e di ogni differenza etnica, religiosa, di classe, in vista di un nuovo umanesimo non più inquinato da quei dualismi che assegnano all’uomo lo spazio pubblico e alle donne lo spazio privato. Questo saggio, apre una conversazione vitale e aperta, scritta non per sentenziare e discutere, creando divisioni, ma per omaggiare la vita e il cambiamento. Il femminismo è una delle vie trasformative in cui si colloca Paola Cavallari, non è solo un prodotto sociale contrario al patriarcato, ma è l’ancestrale e creativa storia delle donne, che non ha mai trovato spazio nella memoria storiografica ufficiale, accademica, ecclesiale e politica scritta dagli uomini.
Paola Cavallari, Lilith se ne va. Femminismo spiritualità e passione politica, Vanda edizioni 2025

Floriana Coppola

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