L’ironia del destino, il tempo che passa, il corpo: Claudiléia Lemes Dias, scrittrice brasiliana residente in Italia e creatrice di un blog dedicato alle donne in difficoltà (che ha milioni di contatti) esce con un nuovo libro, “Morfologia delle passioni”. Sono storie di rabbia, passione, amore che si concludono con un colpo di scena
Di Luisa Ricaldone
Mentre all’estero la forma breve del narrare da parte delle donne è molto diffusa e apprezzata (si pensi, per puntare in alto, alle numerose premio Nobel autrici di racconti, da Alice Munro a Doris Lessing, da Herta Müller a Elfriede Jelinek, a Selma Lagerlöf), nel nostro paese essa non gode di stampa particolarmente favorevole, a nessun livello, e di conseguenza deve fare i conti con un mercato refrattario a recepirla.
Anche per questa ragione mi sono avvicinata con curiosità alla lettura degli undici racconti di Claudiléia Lemes Dias in Morfologia delle passioni, ciascuno dei quali illumina un tratto del carattere, una situazione, un momento esistenziale delle varie donne convocate a esprimersi con la concisione che si deve al genere e con la scioltezza e la capacità linguistica cui Claudiléia è avvezza a partire almeno da Storie di extracomunitaria follia del 2009.
Ripubblicate pochi anni or sono, le Storie avevano preso avvio da un fortunato racconto con il quale la brasiliana, da anni naturalizzata romana, aveva vinto nel 2008 il Concorso letterario nazionale Lingua Madre, e ad esse si sono affiancati nel tempo altri racconti e romanzi. La pratica inoltre della saggistica socio-politica (Fascismo tropicale: il Brasile tra l’estrema destra e il Covid-19, 2020; Le catena del Brasile, un paese ostaggio delle religioni, 2022) e l’esperienza del blog L’arte di salvarsi, dedicato alle vittime di violenza domestica fisica e psicologica, con i suoi 14 milioni di visualizzazioni, completano un quadro di attività di scrittura composito e di tutto rispetto. Oltre a costituire, mi riferisco in particolare al blog, una riserva di situazioni individuali quotidiane forse non del tutto estranee alle vicende narrate nella Morfologia delle passioni.
«La morfologia – ricorda Elvira Federici, che firma la prefazione – è lo studio delle forme in una struttura o in un organismo; una conoscenza basata sulla descrizione delle forme viste nei loro rapporti e relazioni». E le passioni si riflettono nello specchio – come insegna Christine de Pizan in un brano tratto da La cité des dames riportato in esergo –, dal momento che «chiunque si guardi in questo specchio vedrà se stesso riflesso nel profondo della sua anima. […] senza di esso non si può fare nulla, vi si conoscono le essenze, le qualità, il rapporto e la misura di tutte le cose». «Nella telenovela della vita», Claudiléia vede riflesse nello specchio la tenerezza, la rabbia, le rivendicazioni, l’eros, la violenza, l’amore, l’odio, sentimenti che si manifestano nelle relazioni parentali e sociali o esplodono nell’explicit di ciascuna narrazione, talora come colpo di scena inatteso.
In questo senso le divaricazioni estreme (lui sacerdote, lei femminista; lui gestisce una salumeria, lei è vegetariana; madre borghese ben pensante, figlia lesbica che ha appena partorito una bambina, ecc.) trovano fertile spazio in previsione dello scioglimento finale. Il ruolo del tempo e della memoria (ingresso nella menopausa; incontro tra l’infermiera e il vecchio professore morente, del quale era innamorata) attiva un discorso di passaggio e trasformazione. Il corpo, descritto nelle sue parti intime o rappresentato nei ruoli declinati dal mainstream o, ancora, fulcro della scoperta di una bambina e di un bambino nel passaggio all’adolescenza, gioca un ruolo non scontato.
Il tema della scrittura, accennato sotto forma di “lei ha del talento, non demorda!”, invito e consolazione del professore alla sua giovane e innamorata allieva, è ripreso nell’ultimo racconto come follia che «sublima tutte le altre follie che ho fatto nella mia vita, come mettere al mondo tre figli, amare un uomo o aver pensato, anche solo per un attimo, di porre fine a tutto, buttandomi dell’Aniene».
L’ultimo racconto contiene un incipit in levare: una lettera indirizzata ai propri figli da parte di una donna ormai scomparsa. Nella finzione epistolare si legge: «Sapevate tutti che volevo essere cremata, ma vostro padre ha deciso diversamente, e voi lo avete assecondato, con la scusa che, ormai, ero morta, e che lui, essendo stato mio marito per mezzo secolo, aveva più diritto di voi tre di decidere cosa fare delle mie ossa. Secondo voi, ‘papà avrebbe sofferto troppo’ sapendomi ‘”dispersa’». La missiva continua con un cahier de doléances in cui l’ironia si intreccia con una consapevolezza dell’essere donna che condivide con il femminismo i propri principi.
Claudiléia Lemes Dias, Morfologia delle passioni, Giovane Holden Edizioni, 2025
Luisa Ricaldone
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