Uno sguardo nuovo sul tema dell’amicizia in un libro corale a cura di Ivana Margarese che, narrando incontri reali o immaginari di Penelope, Emily Dickinson, Susan Sontag, Cassandra, Eleonora Duse e con altre donne mostra che sono relazioni generative.
Di Rossella Caleca
Diversi libri, negli ultimi anni, hanno trattato di legami tra donne, superando e ribaltando la rappresentazione tradizionale, che negava profondità e valore alla relazione tra donne al di fuori dei rapporti familiari, e spesso anche al loro interno, considerandole improntate alla rivalità o diffidenza, e mostrando al contrario la felicità e la ricchezza di alcune amicizie esemplari. Il libro collettivo “Tra amiche”, curato da Ivana Margarese, procede oltre, realizzando un progetto che pur nascendo dall’esigenza di smontare teorie e visioni riduttive, si propone di raccontare storie di amicizie reali o immaginarie connesse alla fioritura del pensiero creativo e all’azione volta al cambiamento, nella consapevolezza che immaginazione e agentività si nutrono di confronto e scambio, tanto più attraverso relazioni significative.
Scrive Margarese nell’introduzione: «L’obiettivo è quello di raccontare da diverse angolazioni un sentimento come dispositivo di conoscenza e creazione». In questa prospettiva, relazioni tra donne che si ri-conoscono e insieme crescono vengono ricostruite attraverso i contributi di autrici di diverse professionalità che mettono in dialogo testi con parecchi registri stilistici, a comporre un retablo di storie di corrispondenze affettive e generative; un percorso che inizia dal mito e si dipana tra tempi e luoghi diversi sino alla contemporaneità, lungo il quale ciascuna autrice indaga, attraverso un’analisi delle esperienze di modelli femminili cari, l’interazione fra idee e relazioni affettive: fino a dimostrare che i sodalizi tra donne sono da sempre un terreno fertile per l’ispirazione creativa.
Nel primo, densissimo scritto di Alessandra Filannino Indelicato, due figure del mito e della tragedia greca, Ifigenia e Cassandra, entrambe devastate da un uomo, Agamennone, “colui che non conosce ritegno”, vengono mostrate attraverso un carteggio immaginario, unite in un legame che è philia, per Aristotele la forma di amicizia fondata sulla virtù, che tende al bene comune compreso quello delle singole persone ed è perciò pratica sia psicologica che politica. Ed è questa philia al femminile che ritroviamo in tutti gli altri testi, incarnata nel divenire delle singole esistenze, nella loro dimensione corporea anche quando, come nel testo di Daniela Sessa, si immagina un incontro tra donne “agli antipodi per verità e contesto”, Penelope di Itaca e Oriana Fallaci: tra loro si accende un dialogo che nel confronto dialettico tra opposti, sulla guerra, sull’amore, sul viaggio e la “costruzione dell’eroe” rivela la complessità delle identità femminili.
In diversi altri testi, scritti nella forma del saggio, l’analisi degli epistolari e dei contesti di vita appare fondamentale e non si limita alla semplice ricostruzione biografica, ma restituisce la crescita dell’amicizia e delle amiche attraverso il rispecchiamento delle anime, l’interazione corporea ma anche la ricerca e il confronto su piani artistici, letterari, filosofici. Così Margherita Ingoglia esplora la “sorellanza eretica” tra Emily Dickinson e Susan Gilbert, agita attraverso la parola ma non per questo meno erotica. “Sorellanza” fondatrice e generativa non meno della relazione appassionata intercorsa tra Marina Cvetaeva e l’attrice teatrale Sof’ja Gollidej, raccontata dalla stessa Cvetaeva in forma di romanzo-memoriale dedicato all’amica: nel suo saggio Antonina Nocera ne ricostruisce le dimensioni letteraria e onirica e la particolare geometria del desiderio nell’affettività “triangolare”.
Sempre attraverso epistolari Ivana Margarese approfondisce il legame tra Cristina Campo e Margherita Pieracci Harwell, nutrito dalla reciproca fiducia e dalla condivisione letteraria e vivissimo al di là della lontananza fisica, e la relazione “vivace e costante” tra Hannah Arendt e Mary McCarthy, anche questa tessuta, oltre lo spazio che le separava, di vicinanza affettiva e di reciproci stimoli per la scrittura e la riflessione.
Di Carla Vasio e Rossana Rossanda, “ragazze del secolo scorso” scrive Dafne Leda Franceschetti nel suo contributo, delineando un’amicizia iniziata da bambine, mai dispersa attraverso i diversi interessi e contesti e rinnovata in nuove “costellazioni”, nel comune impegno nei movimenti femministi e per la rivista L’Orsaminore.
Due altri contributi indagano sull’amicizia come esperienza di crescita, formazione e trasformazione: Chiara Pasanisi scrive delle attrici Giacinta Pezzana ed Eleonora Duse, l’una maestra dell’altra, coinvolte nei cambiamenti del teatro italiano in un assiduo confronto creativo oltre le differenze individuali; Ginevra Amadio esplora il legame fecondo e luminoso di gioia e leggerezza tra le pittrici Leonora Carrington e Remedios Varo, che rifiutano il ruolo di muse surrealiste, ispiratrici di creatività maschili, per divenire in connessione “alchimiste” della propria vita e delle proprie opere, dense di corrispondenze e ibridazioni: tanto da indurre l’autrice a chiedersi quanto queste opere debbano all’”avventura di un’amicizia che è insieme scoperta dell’Altra e dell’alterità”.
Del legame d’amicizia e d’amore tra Susan Sontag e Annie Leibovitz tratta Francesca Grispello nel suo contributo, mettendo in luce l’intreccio dei loro sguardi sul mondo, il loro riconoscersi e completarsi l’una creando con le parole, l’altra con le immagini; e un altro modo di riconoscersi tra donne, fondato sulla cura e sulla solidarietà, è presentato da Maria Oliveri che racconta l’esperienza di “sorellanza” volta al cambiamento sociale di Monica Garraffa e Antonella Di Bartolo a Palermo. Infine, tra gli scritti che compongono il libro, uno solo, di Valentina Di Cesare, ha la forma del racconto: e restituisce, attraverso lo sguardo attento della giovane protagonista, i tratti dell’amicizia tra Fausta Cialente e Sibilla Aleramo, delineati, anche questa volta, attraverso le loro lettere.
Sono molti gli aspetti innovativi di questo libro, e gli spunti di riflessione che suscita: in primo luogo, gli scritti composti in diversi registri stilistici rivelano il libero riconoscimento delle diversità del sentire, prima che delle formazioni e provenienze, tra le autrici, e conduce ad esiti particolarmente felici nelle contaminazioni di stile tra saggio e racconto. Un altro aspetto interessante è la novità dello sguardo, attento all’esperienza del “farsi luogo” delle vite che si intrecciano: il luogo particolare del legame, che si costruisce nello scambio intellettuale, nelle corrispondenze affettive e nell’interazione corporea oltre le distanze spaziali e temporali, e perfino tra diversi piani di esistenza, reali o immaginari. Traspare inoltre il radicamento della ricerca condotta attraverso gli scritti, e dello stesso filo conduttore che li anima, nel pensiero di alcune filosofe, Arendt soprattutto, ma anche Weil, Zambrano, Cavarero, che hanno scritto sul sentimento dell’amicizia e sul valore delle relazioni, sulla vita “plurale” delle persone, sulla costruzione del sé nel rapporto con gli altri; ed è del resto fondamentale nel pensiero e nelle pratiche femministe la costruzione di soggettività relazionali. E tuttavia il libro non tratta dell’amicizia come concetto, ma, come sottolineato nell’introduzione, guarda «al fatto concreto di un legame che, nel suo esercizio, si rende politica e stimolo creativo, oltre che emotivo, considerando la creazione un’azione comunitaria». E, occorre aggiungere, coglie e dà valore alla verità luminosa dei legami, esistenti e resistenti oltre le singole vite.
Tra amiche, a cura di Ivana Margarese, edizioni Les Flaneurs, 2023
PASSAPAROLA: GRAZIE ♥
Rossella Caleca
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