Il mondo distopico e inaspettato di Carmen Maria Machado in otto racconti tra la fantascienza, l’erotica e l’horror. Uno sguardo originale sulle tematiche della sessualità, dei desideri, della violenza.
Di Anna Zani
Parlare di Carmen Maria Machado in questo periodo contingente significa accostarsi a un’autrice che, nelle pieghe polimorfe delle sue costruzioni fantastiche e surreali, ha costruito – inconsapevolmente (profeticamente?) – anche un racconto ambientato in uno scenario di distopia pandemica che solo pochi mesi fa appariva proiettato in un improbabile futuro, mentre leggendolo oggi ci immerge in uno scenario di spaventosa, preveggente attualità.
Il racconto in oggetto si intitola Inventario, ed è il secondo contenuto nella raccolta Il suo corpo e altre feste, finalista al National Book Award e pubblicata in Italia nel 2019.
Carmen Maria Machado è una scrittrice statunitense, nata nel 1986, che collabora con numerose riviste, quali il New Yorker, il New York Times e Granta.
Il suo corpo e altre feste è il suo esordio letterario, pubblicato nel 2017, e raccoglie otto racconti, ognuno in qualche modo incentrato sul tema del corpo femminile – come il titolo suggerisce – nelle vicende di una sessualità queer, fuori norma, di violenze e pratiche autodistruttive, di stranianti prospettive sul futuro e sorprendenti accadimenti presenti, tra l’horror, la fantascienza, l’erotico, ma con una penna che sfugge a qualsiasi genere letterario, pur toccandone molti.
Una bella ventata di novità e un’ottima scrittura, il libro è stato definito un “Black Mirror femminista”, con riferimento alla serie televisiva (Netflix) ambientata tra futuro e presente.
Tra gli otto racconti, segnalo quello di apertura, Il nastro, richiamato nella bella copertina del libro, dove si parla di un nastro verde che la protagonista non toglie mai e che nessuno deve toccare, fino all’epilogo inaspettato, che per ovvie ragioni qui non anticipiamo.
Segue poi Inventario, il racconto a cui accennavamo all’inizio, in cui una donna elenca le avventure sessuali della sua vita, durante un’epidemia che sta portando all’estinzione la specie umana.
Meno riuscito – a mio avviso – ma sicuramente originale, Particolarmente esecrabili, una rivisitazione surreale della serie televisiva Law and Order: Unità vittime speciali.
Ma consiglio di leggere tutti gli otto racconti, diversi per ambientazione e personaggi, estremamente godibili per tenuta narrativa e – spesso – per le chiusure inaspettate.
L’elemento più interessante è l’originalità dello sguardo di Machado sulle tematiche della sessualità, del controllo dei corpi e dei desideri, della violenza.
Restiamo in attesa della traduzione del suo più recente lavoro, un memoir che tratta della sua personale esperienza di violenza, vissuta all’interno di una coppia lesbica (In the Dream House).
Carmen Maria Machado, “Il suo corpo e altre feste”, traduzione di Gioia Guerzoni, Codice Edizioni, 2019

Anna Zani

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