• Sosterrai il lavoro di tutta l’associazione
  • Garantirai la circolazione di idee sempre nuove
  • Avrai la possibilità di collaborare
  • Potrai decidere quanto donare e con quale frequenza

Pubblicato il

Scritto da

Il corpo di Kerstin, Effi, Rosi – donne e ragazze di diverse generazioni – è malato e offeso, ma anche fertile e vitale. Come la terra violata ma ancora palpitante. La graphic novel “Compagna cuculo” è un viaggio onirico e simbolico in Germania dal 1925 al 1995 della celebrata illustratrice Anke Feuchtenberger

Di Chiara Cremaschi

Credo che il titolo del libro venga dal momento in cui, al crepuscolo, sulla riva di un lago, due donne si rispondono al richiamo del cuculo, quell’uccello i cui piccoli vengono covati e nutriti nei nidi altrui: «La nonna è uscita come al solito con il suo motorino Schwalbe. Kerstin si avvicina lentamente al lago e imita il verso del cuculo. Come le ha insegnato Opi Grund. La donna piccola si volta. Gli occhi della donna grande sono troppo spaventosi da guardare. La donna grande sferza l’acqua con rami di salice. Il cuculo non smette di fare il suo richiamo. La donna piccola scivola completamente in acqua. La donna piccola sente la donna grande parlare dal lago. Sì, è il richiamo della mia cuculina che sento? Ancora sola così tardi? Dove sei, cuculina mia? La donna grande fa un cenno: ti sei persa nel crepuscolo? Vieni da me, cuculina. Cuculo, nient’affatto. Pensa la donna piccola. Sono le rondini che danno la caccia al martin pescatore. Parla la donna grande: cuculina, cuore azzurro, non nasconderti, pettuccio d’argento. Nessun cuculo. Pensa la donna piccola. Sono i pipistrelli. Le falene. I succiacapre. E tutti hanno fame. Come me»
Chi sono, una madre e una figlia, un’adulta e la sua proiezione infantile? Ma questa è solo una delle tante domande a cui questa magnifica graphic novel, non risponderà.
“Compagna Cuculo – un animale tedesco nella foresta tedesca” è l’opera-mondo di una delle illustratrici tedesche più conosciute e stimate, Anke Feuchtenberger. All’apparenza, si tratta di un racconto al tempo stesso fantastico e autobiografico che si estende dal 1945 al 1995, ambientato nel villaggio fittizio di Pritschitanow, nella Germania Est da cui proviene l’autrice che, attraverso diverse epoche, tenta di descrivere la fertilità esuberante e minacciata della vita organica, metafora della vita compromessa degli abitanti del villaggio mentre la Germania affronta profonde mutazioni politiche. In realtà, Il libro è un racconto visionario e stratificato che intreccia autobiografia, memoria collettiva e una potente riflessione femminile sulla storia e sul trauma.
Questa graphic novel, realizzata nell’arco di oltre dieci anni e pubblicata in Germania in una monumentale edizione di 448 pagine, parte dal ritorno di Kerstin, nel villaggio in cui è nata e cresciuta, alla ricerca di un album fotografico lasciatole dalla nonna, ex maestra della scuola comunale. Il suo viaggio nella foresta e nella memoria diventa il pretesto per esplorare il passato, i non detti familiari, i fantasmi dell’infanzia e della Storia con la S maiuscola. L’infanzia violata, le amicizie spezzate, la natura ambigua e materna della foresta, fanno da sfondo a una narrazione che è insieme fiaba e documento. La narrazione è frammentata, simbolica, spesso onirica, dove l’io dell’autrice si dissolve nei suoi personaggi femminili.
Kerstin, Effi, Rosi – donne e ragazze di diverse generazioni – sono figure attraverso cui la memoria prende corpo e si moltiplica. Il gesto autobiografico non è quindi tanto confessione quanto trasfigurazione, un modo per interrogare la genealogia femminile e i legami tra madre, figlia, nonna, compagna. Il corpo – in particolare quello femminile – è uno dei principali vettori di significato. È un corpo spesso malato, offeso, esposto, ma anche fertile, attraversato da desideri e trasformazioni, che diventa archivio del trauma: non solo quello individuale, ma anche quello collettivo e storico. L’abuso, l’infanzia spezzata, la violenza sottile dei sistemi educativi e politici emergono nella narrazione come muffe che crescono nel sottobosco della memoria. La foresta – elemento ricorrente – non è solo sfondo, ma organismo vivente, metafora della mente e del tempo. Simboli come funghi, lumache, uccelli notturni e radici si intrecciano a legare i fili del vissuto e dell’inconscio, attraverso uno stile grafico unico e riconoscibile. Compagna Cuculo è interamente disegnata a carboncino, con tratti ruvidi, spesso sfumati, che conferiscono all’opera un’atmosfera cupa, sognante, quasi liturgica. Il cielo è sempre scuro, anche senza nuvole. Il nero domina, mentre il rosso compare di tanto in tanto come segno di pericolo, passione o ribellione. L’autrice ha anche creato a mano la tipografia del libro, che però, se da un lato affascina per la sua singolarità, dall’altro sfida la leggibilità, richiedendo un impegno attivo da parte del lettore. È una scelta coerente con il tono complessivo dell’opera, che non vuole essere compresa subito, né facilmente. È un’opera che osa interrogare le forme del raccontare e del disegnare, che scava nel buio del ricordo per cercarvi una forma di verità, che riconosce nella voce e nello sguardo femminile un archivio fondamentale della Storia. Compagna Cuculo è un canto scuro e misterioso, ma anche una dichiarazione d’amore alla potenza narrativa del fumetto, al corpo delle donne e alla memoria che sopravvive, anche quando tutto sembra destinato a scomparire. È un’opera che si legge come si sogna: perdendosi, inciampando, ritrovando strade familiari che però cambiano forma a ogni rilettura.

 

Anke Feuchtenberger, Compagna cuculo, Coconino press- Fandango, 2024

The following two tabs change content below.

Chiara Cremaschi

Chiara Cremaschi è laureata in Filmologia e si è formata in regia documentaria agli Ateliers Varan a Parigi. È stata più volte Finalista al Premio Solinas – scrivere per il cinema, e tre volte ha ottenuto la Menzione Speciale dello stesso Premio. Nel 1998 ha vinto il Premio per la Migliore Sceneggiatura di Rai International con “Il cielo stellato dentro di me”. Nel 2017 ha ottenuto l’Étoile de La Scam per la scrittura del film documentario “Les enfants en prison”. I suoi film sono stati selezionati in festival in tutto il mondo, ricevendo menzioni e premi. È formatrice in scuole di cinema e conduce laboratori nei contesti più diversi, soprattutto quelli in cui il cinema non arriva.

Ultimi post di Chiara Cremaschi (vedi tutti)

, , , ,