Rose di Capodanno edito da Vallecchi, è il secondo noir pubblicato dall’abruzzese Caterina Falconi che ha esordito in questo genere, nel 2021, con l’altrettanto intrigante La volta di troppo.
Rose di Capodanno è ambientato in una piccola città di provincia, Teramo, e animato da tante protagoniste femminili per le quali è palpabile l’empatia della scrittrice.
Donna è la vittima uccisa, a poche ore dal Capodanno, in un istituto di riabilitazione cattolico, gestito da Suore dell’immaginario ordine delle Gertrudine; e donne sono il Sostituto Procuratore e l’Ispettore Capo (Sostituta Procuratrice e Ispettrice Capo in realtà) che, proprio per il suo vissuto, sente per quello che si rivelerà il colpevole una diffidenza e una sfiducia immediata che la porteranno, anche se con fatica, a risolvere il caso.
Ma il passato di ogni personaggio, e non solo di quelli femminili, viene sempre in qualche modo raccontato da Falconi con interesse e una grande delicatezza, attraverso un linguaggio preciso e un registro insieme colto e confidenziale e questo rende il romanzo molto più di un semplice noir.
Potremmo dire che un personaggio è anche la provincia costiera di Teramo, dipinta in punta di penna con le sue tradizioni culturali e persino culinarie; e personaggio è la città di Teramo stessa che porta ancora le “ferite” non rimarginate del terremoto del 2016: metafora dell’abuso subito dall’Ispettore.
Non mancano nel libro accenti di curiosa surrealtà: così il convento ricavato da una serra e abitato dalle Gertrudine, immaginario e strano ordine di suore che raccoglie donne deluse dalla vita mondana che però non rinunciano a curare meticolosamente il loro aspetto. Il nome dell’ordine è scelto dalla scrittrice con riferimento a Santa Gertrude di Nivelles, patrona dei gatti, animali amati in modo particolare dalla scrittrice, che non rinuncia mai a metterne uno accanto alla protagonista, in questo caso la “cicciotta” gatta Carlotta.
Il bandolo della storia è all’inizio molto difficile da districare nonostante le intuizioni dell’avvenente Ispettrice Capo che vediamo aggirarsi nel labirintico edificio di riabilitazione e nella serra-convento in cerca di corrispondenze, indizi e dettagli che le facciano chiudere il caso.
E il caso verrà chiuso in maniera sorprendente portando il lettore a riflettere, non in maniera banale e scontata, su quelle che possono essere le strade a cui può portare il narcisismo patologico, un male purtroppo molto diffuso nella nostra società post moderna.
Caterina Falconi, “Rose di Capodanno”, Vallecchi 2023
Marialuisa De Santis
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