“Frankenstein a Genova” è una maratona di spettacolo e cultura che il 29 aprile 2017 ricorda il mostro inventato da Mary Shelley 200 anni fa, nel 1817. Attori, studiosi, musicisti, scienziati a Genova daranno vita a una giornata in cui si parlerà di Mary Shelley e del suo soggiorno in città nel 1822/23: si leggeranno parti dei suoi scritti ed effettueranno esperimenti scientifici in voga all’epoca e visti dalla Shelley a Londra, esperimenti che la ispirarono, neppure ventenne, per la sua creatura non nata da donna. Prenotazioni e programma in fondo
«Stiamo per raccontarvi la storia di Frankenstein, un eminente scienziato che cercò di creare un uomo a sua immagine e somiglianza, senza temere il giudizio divino. È una delle storie più strane mai narrate, tratta dei due grandi misteri della creazione: la vita e la morte. Vi colpirà, potrebbe anche inorridirvi! Se pensate che non sia il caso di sottoporre a una simile tensione i vostri nervi, allora sarà meglio che voi… be’, vi abbiamo avvertito!»
Con questo prologo recitato prima dell’inizio del film, la Universal, nel 1931, preparava gli spettatori di “Frankenstein”, diretto da James Whale con Colin Clive nella parte dello scienziato che crea un essere con pezzi di cadaveri assemblati e usando la corrente elettrica. Il film ebbe un grande successo ed è soltanto uno delle cento pellicole dedicate al mostro inventato dalla diciannovenne Mary Shelley nel 1817 e che per tutti noi ha il volto scavato di Boris Karloff, che nel film lo interpreta, una maschera di paura e dolore indimenticabile.
Il romanzo, ristampato migliaia di volte, trova sempre nuovi lettori e la creatura con cui Frankenstein/Mary Shelley sfidarono Dio è ancora dovunque tra noi: nei video giochi, nei manga giapponesi, nei Gormiti, in una puntata della Famiglia Addams. E anche il teatro non ha mai smesso di rappresentarlo: la prima volta la storia fu messa in scena proprio nel 1823, quando Mary, lasciata la casa di Genova in Albaro, tornò a Londra sconvolta dopo la morte per naufragio del marito Percy Shelley.
Come mai tanto successo per l’invenzione di quella giovane donna, che leggeva in greco, latino, francese e italiano e che aveva sfidato le convenzioni fuggendo da Londra in giro per l’Europa con il poeta Shelley già sposato? Il padrone di casa, Lord Byron, nella sua villa sul lago di Ginevra, aveva lanciato una sfida a se stesso e ai suoi ospiti ventenni: Mary e Percy Shelley e il suo medico personale John William Polidori avrebbero dovuto inventare una storia terrificante ciascuno. I due poeti non conclusero nulla, mentre il medico e Mary ebbero due idee geniali. Polidori, che sarebbe morto suicida entro breve, sul lago di Ginevra abbozzò la prima storia di un vampiro mai narrata, che ebbe successo ma che solo molti decenni dopo, e grazie a Bram Stoker, divenne, a sua volta, un’icona del moderno.
Mary, che aveva già perso una figlia di pochi mesi, non trasse ispirazione dalle trame gotiche allora in voga, non scrisse cioè la storia di un’eroina inseguita dai banditi tra boschi notturni e orridi castelli, ma creò il primo essere non nato di donna della nostra storia, un mostro innominato e infelice che tuttora chiamiamo con lo stesso nome dello scienziato, tanto ambiguo è il legame tra creatura e creatore. Quella notte del 1816 e nei successivi mesi impiegati a completare il libro, Mary Shelley inventò il genere fantascientifico, che avrebbe rivoluzionato l’immaginario occidentale.
La scrittrice era figlia di Mary Wollstonecraft, una giornalista avventurosa, autrice del primo libro in cui si rivendicano i diritti per le donne e del filosofo liberale William Goldwin, che proprio in quegli anni sosteneva le violente lotte degli operai inglesi contro le macchine che temevano li avrebbero sostituiti. Mary, toccata come tutti all’epoca dal trauma ancora vivo della Rivoluzione francese e dei suoi esiti tragici e segnata per la vita dal fatto che la madre fosse morta dandola alla luce, era cresciuta in una famiglia colta e illuminata, con il culto della giustizia sociale. Forse per questo plasmò un mostro che ci è tanto simpatico, pur terrorizzandoci: il gigante mal confezionato è infatti infelice perché è brutto e solo, dopo che Frankenstein, disperato a sua volta per aver dato vita a un essere tanto imperfetto, gli ha negato la creazione di una compagna. Per questo il mostro si incattivisce, gli uccide la fidanzata e vuole far fuori anche lui. Ricordate la scena, posteriore di quasi due secoli, in cui i replicanti di “Blade Runner” uccidono lo scienziato che li ha creati perché non può allungare la brevissima vita che ha costruito per loro in laboratorio?
L’altra cosa notevole è l’atteggiamento di Mary Shelley verso i limiti dell’agire umano, pur essendo tanto attratta dalle sperimentazioni della scienza positivista a cui aveva assistito. Due secoli dopo siamo ancora qui, come lei e il suo Frankenstein, a dannarci sui limiti della scienza: l’inquietante creatura incarna un simbolo sinistramente profetico dei rischi possibili per la scienza quando fa il pur nobile tentativo di superare l’angoscia di morte garantendo condizioni di vita sempre più confortevoli. Mary ci avverte che quando non si pone limiti, la scienza genera ciò che più teme, ovvero la morte stessa.
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LA GENOVA DI MARY SHELLEY
ore 10,30 – Via Albaro 9
conferenza itinerante e visita guidata con Silvia Neonato a Villa Negrotto dove ha abitato Mary Shelley
a cura dell’Associazione Genova Cultura
Prenotazione obbligatoria al numero 010/3014333 oppure 392/1152682
STORIA DI FRANKENSTEIN
ore 14,30 – Porto Antico (davanti al Galeone)
Tour itinerante nel Centro Storico con gli attori della compagnia L’amour burlesque
ore 15,30 – Palazzo Tursi – Ex Bookshop
Laboratorio mostruoso-didattico sperimentale per grandi e piccini
a cura dell’Associazione Genova Cultura
Prenotazione obbligatoria al numero 010/3014333 oppure 392.1152682
Mary Shelley a Palazzo Tursi
INCONTRO ANIMATO
Ore 16
Letture con Susanna Salvi e Angelo Tonelli
Musica a cura degli allievi del Liceo Musicale Statale “Sandro Pertini”
CONVEGNO
Introduce Carla Sanguineti, Amiche e amici di Mary Shelley
Intorno a Mary Shelley: di padri e di madri, di mostri e di vampiri…
Giuseppe Sertoli , Università di Genova
Mary Shelley e Frankenstein: raccontare per indizi
Nadia Robotti , Università di Genova,
La scienza ai tempi di Frankenstein
Margaret Rose, Università di Milano,
Frankenstein a teatro, dall’Ottocento a oggi
Umberto Basevi
Sbatti il mostro sullo schermo
Coordina Silvia Neonato giornalista, già presidente della Società delle Letterate
Ingresso libero
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
genovacultura@genovacultura.org
0103014333- 3921152682
PASSAPAROLA:









Silvia Neonato

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