Tuffarsi nell’acqua familiare, e calda

di Maristella Lippolis, 29 dicembre 2016

Sono molte le stanze all’interno delle quali germoglia la soggettività femminile. Velate dalla penombra o esposte alla luce, riempite dai rumori della vita quotidiana oppure silenziose, ma in tutte si può sentire “quella forza estremamente complessa della femminilità”. Inizia così, con una citazione di Virginia Woolf, il nuovo romanzo di Saveria Chemotti,   Ti ho cercata in ogni stanza, ma questa è solo la prima delle suggestioni letterarie che aprono ognuno dei diciotto capitoli di cui si compone il libro. Si entra nella storia attraverso la voce di una delle due protagoniste, Berta, una voce narrante piana, che conduce per mano chi legge dentro un romanzo che da subito sembra narrare la vicenda personale di due amiche, ma via via diventa anche quello della formazione collettiva di una generazione di donne nate a nuova vita nella fulgida stagione del ’68. E questo doppio registro percorre più o meno esplicitamente tutta la storia.

Berta e Lydia non potrebbero essere più diverse: la prima proviene da un paese di montagna e nella città universitaria cerca una sistemazione che le consenta di seguire le lezioni e accedere al presalario; la seconda appartiene ad una ricca famiglia che sovvenziona generosamente il convitto, sul cui portone avviene l’incontro-scontro fatale tra le due ragazze, simbolo premonitore di un’amicizia che sarà indissolubile.
Di Berta conosciamo i pensieri e le parole che ricostruiscono il rapporto con l’amica; suo è lo sguardo attraverso cui anche noi la vediamo. Lydia invece si definisce con il comportamento, attraverso i gesti che compie: impulsiva, istintiva, si muove con agio sulla scena della vita; forte in apparenza, ma vulnerabile negli affetti di cui ha un inconfessato e disperato bisogno. Scopre in Berta una sorella, un corpo da abbracciare, il calore di sentimenti mai provati nel chiuso di una famiglia distratta. Berta, che all’inizio appare insicura, catapultata in un mondo nuovo in cui si muove a disagio, in realtà diventa via via sempre più forte grazie al desiderio di farcela e alla passione per lo studio. Hanno poche cose in comune, le due giovani donne, tra cui il difficile rapporto con le rispettive madri, simili nella difficoltà a capire le figlie e a farsi capire da loro.
La vita delle due protagoniste all’inizio procede di pari passo, tra università, amicizie, femminismo, contestazione e studi appassionati capaci di svelare il mondo; i loro reciproci sentimenti sono simili ma nello stesso tempo declinati in modo diverso: amore, ammirazione, gratitudine; e sorellanza, quel sentimento del tutto nuovo del sentirsi vicine, complici e rivali; il rispecchiarsi nell’altra per riconoscersi libere e ritrovarsi. E in questo avvicinarsi e allontanarsi l’una dall’altra la vulnerabilità di Lydia la porterà ad affrontare con disarmata baldanza una storia d’amore e di maternità tradita che si rivelerà fatale.

Toccherà a Berta inventare un’uscita di scena che rimane sospesa tra fantasia e realtà. Ma il legame tra le due donne non si spezzerà, anzi: la penna della scrittrice e il suo amore per le personagge a cui ha dato vita sanno regalarci un finale onirico e sorprendente, in cui ritorna una delle metafore più affascinanti del femminile. “Mi ero tuffata. L’acqua era calda, familiare, avvolgente. Bastavano poche bracciate per raggiungerla”.

Saveria Chemotti, Ti ho cercata in ogni stanza. L’iguana editrice 2016, p. 159, euro 14,00

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Maristella Lippolis

Maristella Lippolis ha esordito nella narrativa pubblicando racconti sulla rivista Tuttestorie diretta da Maria Rosa Cutrufelli. Nel 1999, con la raccolta di racconti La storia di un’altra, ha vinto il Premio Piero Chiara. Seguono i romanzi Il tempo dell’isola, Ed. Tracce; Adele né bella né brutta, Piemme, finalista al Premio Stresa 2008; Una furtiva lacrima, Piemme 2013; Raccontami tu, L’Iguana, Editrice 2017; Non ci salveranno i Melograni, Ianieri Edizioni 2018; Abbi cura di te, Ianieri 2021. È stata componente del Direttivo nazionale della Società italiana delle Letterate nel biennio 2000/2022. Collabora con la rivista Leggendaria, con il Magazine on line della Società italiana delle letterate, con il Magfest (Festival di donne nel teatro). Dal romanzo Raccontami tu è stata tratta una riduzione teatrale. È stata finalista del Premio Urania 2020 con il romanzo Oltre Tauersiti, in pubblicazione nel maggio 2022 da Vallecchi con il titolo La notte dei bambini. Organizza laboratori di scrittura narrativa e autobiografica. I suoi racconti e romanzi sono abitati in prevalenza da donne che non rinunciano a desiderare di essere se stesse, universi femminili in movimento. Ligure per nascita, giovinezza e nostalgia, vive a Pescara con due gatte, ha due figlie e una nipotina. Sostiene di voler smettere di scrivere romanzi, perché la vita reale li contiene già tutti, ma poi non resiste alla tentazione di ricominciare. www.maristellalippolis.it

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