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Di me resterebbe l’arcano maggiore numero otto dei tarocchi: la giustizia. Partirebbe da qui sotto, dal cancello verde della mia casa e poi via a strusciare a terra sui marciapiedi, la strada, le buche, sotto le macchine. Acciaccata e ciancicata, erosa, così come l’ho vista in vita. Svolazzante per migliaia di chilometri, fino magari ad arrivare lontanissimo, per gli strani giochi dei venti e del destino. 

Ci sono nata con questo senso, a parte la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Il mio sesto senso è la giustizia, infilato come una spilla da balia alla base della mia spina dorsale. Un’impossibilità febbrile di restare a guardare i soprusi. L’ho scoperta a casa a dieci anni. E l’ho pagata cara. Il sale di sberle, lividi e ceffoni di chi quella spada voleva spezzarla, svuotando le piccole ciotole della bilancia. 

Speriamo soffi forte il vento, così potremmo vederla fare qualche capriola, piccola, leggera nell’aria.

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Cristina Nenna

Cristina Nenna ha studiato scrittura creativa e narrativa per ragazzi alla Scuola Omero di Roma e alla Scuola Holden di Torino. Organizza letture, presentazioni e laboratori in scuole, librerie e festival. Tra le sue pubblicazioni: “Fatù e la stella dei desideri” (Valentina Edizioni, 2014) con il patrocinio del Comitato Italiano dell’Unicef, inserito come testo didattico nel Catalogo Scuola Unicef; “Monsieur Lavoisier e il segreto della trasformazione” (VerbaVolant Edizioni, 2016); “Zak una zebra sopra le righe”(Valentina Edizioni, 2017), tradotto in Cina; “Il centro del mondo” (VerbaVolant Edizioni, 2019).

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