PERSONAGGE: Ebe
“Avevo da poco compiuto vent’anni quando iniziai a fare la staffetta.” Anna Ausilia Ranieri ci racconta la vita di Ebe, staffetta partigiana, per festeggiare le donne della Resistenza italiana.
“Avevo da poco compiuto vent’anni quando iniziai a fare la staffetta.” Anna Ausilia Ranieri ci racconta la vita di Ebe, staffetta partigiana, per festeggiare le donne della Resistenza italiana.
“La bambina, lasciando la mano che per tutto il tempo aveva tenuto stretta, mi si avvicinò. Mi sentii sollevata in maniera gentile, e mi ripiegai mollemente su me stessa, assecondando la presa. Ne avvertivo il tremore, ma sentivo anche che con lei ero al sicuro, che quel tocco era piccolo ma saldo. Indietreggiando, tornammo entrambe verso l’uomo, che la guardò teneramente, commosso dalla carezza che mi riservava sul palmo in cui mi aveva poggiato.” Un racconto di Giovanna Gravina
“La bicicletta grigio-verde di papà è ferma da tre giorni. Immobile. Appoggiata al muro, sul pianerottolo di casa. Casa nostra è in Via Elenuccia, accanto all’Istituto Leone XIII. Zia Cherubina, la sorella di mio padre, è la Madre Superiora. Cherubina è il nome che ha preso con i voti, il suo vero nome è Marina. Non lo so, ma credo abbia trovato lei per noi questo piccolo appartamento. Mia madre non è di qua, qualcuno la chiama la straniera.”
di Daniela Arena
“Il paesaggio non è definito, non lo sono neanche gli elementi del quadro, ma io sento greco a levante avanzare furioso e il fragore del mare dominare su tutto. Millenovecentootto, un bastimento a vela carico di pani di zolfo è in pericolo. Quindici marinai urlano disperati e cercano salvezza chiedendo aiuto alla popolazione di Ortigia che accorre e si dirige nello spiazzo con il parroco di S. Paolo che porta una croce. ” Un racconto di Maria Diamante
Perché alcune persone diventano personaggi e altre no? Daniela Gambaro, che ha una formazione cinematografica, spiega come il mettersi al servizio del punto di vista altrui permette di osservare la realtà attraverso uno sguardo diverso dal tuo. Dall’incontro con le altre mamme al consultorio è nato il suo libro “Dieci storie quasi vere”.
Bernardine Evaristo ha scritto un romanzo sull’intersezionalità, con levità e ironia, dove i costrutti ideologici compaiono solo per essere sbeffeggiati. Siamo davanti a un nuovo linguaggio che intreccia sapientemente storie di vita
Di Anna Zani
“Salgo sovrappensiero su quella scala metallica, «da qui in poi non si torna più indietro, Olivia» mi dico. Siedo al mio posto e attendo che tutti i passeggeri siano a bordo. Li guardo mentre sistemano le valigie sopra le loro teste. C’è sempre qualcuno che non ce la fa, o che mette il proprio bagaglio in orizzontale occupando anche lo spazio degli altri. Un’occasionale forma di egoismo o un’evidente mancanza di senso della misura? Non l’ho mai capito.” Un racconto di Giordana Restifo
L’8 dicembre del 1907 nasceva la scrittrice abbruzzese Laudomia Bonanni, premiata e stimata da critici illustri e poi non più pubblicata. Molte studiose oggi l’hanno riscoperta: scrisse di sessualità repressa, di infanzia deprivata, di donne, di pace. E contro quelli che Ortese chiamava “teatrini della letteratura”
di Anna Santoro
“I miei genitori non si davano pace: che avevo in testa? volevo restare zitella? si era sposata la matta e io che non avevo dato problemi volevo cominciare ora? Sorprendendo persino me stessa non cedetti alle loro pressioni. Un’inquietudine mi prendeva ogni volta che pensavo a Giacoma. Sentivo fortemente la sua mancanza, in modo quasi fisico. Mi sembrava che fosse in pericolo e non mi spiegavo questa sensazione. L’avrei capita molto tempo dopo.”
Dialogo a due voci tra la minore e la maggiore. Complicità, gelosie, dubbi, solitudini infantili. Perché la più grande viene spedita sempre dai nonni e l’altra no? E come mai l’altra è tanto capricciosa?
Di Elvira Federici