Racconti

  • Poveri e cattivi

    “Trash”, i potenti racconti di Dorothy Allison ci immergono in un mondo di bianchi perdenti, sgradevoli. Le donne che vuole raccontare per salvarle dall’irrilevanza hanno costruito le loro vite accanto a uomini alcolisti, tossici, schiavi del gioco, a volte ladri, talvolta inetti, spesso sfruttati e senza la speranza di cambiare un destino di miseria e umiliazioni

    Di Valeria Gennero

  • PERSONAGGE: Un amore sospeso

    “Infine l’aveva trovata. La sua bandana preferita, quella rossa con la grande scritta Route 66 e le tappe dello storico percorso. Era il ricordo del suo viaggio più bello, lei e Juan, uno dei primi insieme, quando lui c’era ancora. Per due giorni l’aveva cercata e quando stava ormai per desistere era spuntata lì, in fondo all’ultimo cassetto del comò. “Sei disordinata” le ripeteva scherzando Juan. Paola a quelle parole si arrabbiava. Non era disordinata ribatteva, semplicemente dimenticava dove metteva le cose, quello che doveva fare. Ormai prendeva nota di tutto.” Un racconto di Giuseppina Di Bella

  • PERSONAGGE: Quarantena, giorno zero

    “Ricorda quanto la fece sorridere scoprire la parola “taddarita”, la bizzarra assonanza col suo nome che le impedì di dimenticarla, e rievocare adesso, dopo tutti quei giorni di clausura, la forma dialettale della parola “pipistrello”, ritenuto veicolo o causa dell’epidemia, le sembra una coincidenza ancora più insolita, una quadratura del cerchio che la porta ora, bruscamente, a pensare, chissà perché, dopo tanti giorni, a quell’immaginario dito accusatore puntato verso di lei, e a domandarsi, per la prima volta dopo tre anni: “Che faccio qui?”.” Un racconto di Loredana Mari

  • PERSONAGGE: Sui margini

    “La bambina, lasciando la mano che per tutto il tempo aveva tenuto stretta, mi si avvicinò. Mi sentii sollevata in maniera gentile, e mi ripiegai mollemente su me stessa, assecondando la presa. Ne avvertivo il tremore, ma sentivo anche che con lei ero al sicuro, che quel tocco era piccolo ma saldo. Indietreggiando, tornammo entrambe verso l’uomo, che la guardò teneramente, commosso dalla carezza che mi riservava sul palmo in cui mi aveva poggiato.” Un racconto di Giovanna Gravina

  • PERSONAGGE: Natale 1945

    “La bicicletta grigio-verde di papà è ferma da tre giorni. Immobile. Appoggiata al muro, sul pianerottolo di casa. Casa nostra è in Via Elenuccia, accanto all’Istituto Leone XIII. Zia Cherubina, la sorella di mio padre, è la Madre Superiora. Cherubina è il nome che ha preso con i voti, il suo vero nome è Marina. Non lo so, ma credo abbia trovato lei per noi questo piccolo appartamento. Mia madre non è di qua, qualcuno la chiama la straniera.”

    di Daniela Arena

  • PERSONAGGE: Paesaggio

    “Il paesaggio non è definito, non lo sono neanche gli elementi del quadro, ma io sento greco a levante avanzare furioso e il fragore del mare dominare su tutto. Millenovecentootto, un bastimento a vela carico di pani di zolfo è in pericolo. Quindici marinai urlano disperati e cercano salvezza chiedendo aiuto alla popolazione di Ortigia che accorre e si dirige nello spiazzo con il parroco di S. Paolo che porta una croce. ” Un racconto di Maria Diamante