Siamo state anche noi bambine

Maristella Lippolis, 23 aprile 2024

Un libro che Elena Gianini Belotti avrebbe letto con gioia questo di Roberta Ortolano e Samanta Picciaiola, due insegnanti che dialogano tra loro a partire dal pensiero e dalle parole della pedagogista geniale che ha cambiato la vita di tutte noi

Di Maristella Lippolis

Quanto l’avevo cercata e inseguita risalendo una catena di conoscenze, amicizie, contatti! Tutte le mie interlocutrici finivano per dirmi la stessa cosa: non la vediamo da tempo, vive ritirata, non ama incontrare gente. Forse è malata. Rintracciarla sembrava un’impresa impossibile ma non mi sono arresa: conferire il titolo di Socia onoraria della SIL, Società italiana delle Letterate a Elena Gianini Belotti era stato il primo impegno che avevo preso con me stessa e con le altre componenti del Direttivo già dalla nostra prima riunione (e con lei, anche se non lo sapeva ancora!).  E alla fine c’ero riuscita.

Ricordo l’emozione nel sentire la sua voce, esile ma nello stesso tempo sicura, quando al telefono, ferma su un marciapiede di Roma in un mattino di primavera del 2021, le avevo spiegato chi ero e perché la cercavo ed era lei che, dopo diversi scambi di email, mi aveva detto “sentiamoci per telefono, così ci conosciamo meglio”.  E ricordo il suo stupore ma anche la piccola risata allegra quando le avevo detto che tante e di generazioni diverse la ricordavano e leggevano i suoi libri (“Ancora? ma dici davvero?”). E mi dispiace moltissimo che ora non possa leggere questo piccolo grande libro che ho davanti e che io ho letto con una sorta di gioioso stupore, simile al suo di quel mattino.

Perché stupore? Perché non avendo letto la prefazione di Giusy Marchetta (non leggo mai le prefazioni “prima”, ma solo dopo la lettura) mi aspettavo qualcosa di diverso da Roberta Ortolano e Samanta Picciaiola, autrici di Sono stata anch’io bambina. Dialoghi con Elena Gianini Belotti, (ma quanto è bello incontrare un libro che ci stupisce!). Mi aspettavo cioè quello che le autrici dichiarano di aver scelto di non fare, e cioè “una trattazione sistematica e scientifica dell’opera di Gianini Belotti”. Non sapevo molto di loro, le avevo ascoltate presentarsi durante l’assemblea SIL di febbraio 2024 a Roma in cui avremmo eletto il nuovo Direttivo, e sapevo dalle loro parole e dalla loro biografia che sono due insegnanti; la prima in un Liceo di Roma, la seconda in una scuola elementare dell’Emilia, e che si sono incontrate nella redazione di “Cara Prof”, la rubrica curata da Silvia Neonato che la rivista Leggendaria dedica da quattro anni alla scuola dal punto di vista di chi la fa e la vive. E loro la fanno e la vivono. Da dove arriva questa pratica, dove si radica ogni giorno, lo raccontano in questo libro a noi, a se stesse e anche un po’ a Elena, perché si raccontano mettendosi in relazione con il suo pensiero e con due suoi libri apparentemente diversi ma così strettamente legati tra loro.

Dalla parte delle bambine è il libro che Roberta Ortolano ha scelto per mettere a fuoco gli stereotipi incontrati dalle bambine nel loro percorso di crescita, a scuola, in famiglia, nel contesto sociale di riferimento. E così facendo racconta se stessa e come è diventata ciò che è oggi: gli inciampi e la fatica, il dover essere corrispondente ad un modello trasmesso in eredità per linea femminile, i desideri e l’apprendistato al loro riconoscimento, il guadagno in felicità e libertà.

Samanta Picciaiola ha scelto di raccontare Prima della quiete. Storia di Italia Donati, la giovane maestra messa in croce in un piccolo paese rurale di fine ‘800 come una strega d’altri tempi, sacrificata dall’ignoranza, dalla diffidenza verso un femminile che non si conformava al canone dato, che osava andare nel mondo senza una protezione e un’autorizzazione maschile. Elena Belotti per scrivere quel suo bellissimo e struggente romanzo sceglie una postura di testimone vivente e non solo di narratrice, e lo fa anche attraverso il proprio corpo: camminando e spostandosi in quei luoghi che videro svolgersi e concludersi la storia della maestra di Porciano. Lo fa affacciandosi (e noi insieme a lei) a quella forra dove Italia si è lasciata scivolare in acqua come estremo gesto non di rinuncia ma di denuncia e di libertà, usando alla fine il proprio corpo come un’arma.

Oggi la scuola è molto cambiata, ma se lo stigma verso il non conformarsi a un canone non scritto agisce in maniera meno eclatante, è pur vero, ci ricordano Ortolano e Picciaiola, che continua a esercitarsi attraverso i corpi delle donne, i loro capelli, gli abiti e la postura. Gli stessi stereotipi che hanno costretto generazioni di donne a sacrificare il proprio essere soggetti liberi, dall’infanzia alla vecchiaia, come Elena Gianini Belotti ha raccontato instancabilmente in tutta la sua narrativa e saggistica, fino alla fine. E sono certa, questo libro che ho davanti le avrebbe dato molta gioia.

Roberta Ortolano, Samanta Picciaiola, “Sono stata anch’io bambina. Dialoghi con Elena Gianini Belotti”, Prefazione di Giusy Marchetta. La Biblioteca di Sofia, Tab edizioni 2023

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Maristella Lippolis

Maristella Lippolis ha esordito nella narrativa pubblicando racconti sulla rivista Tuttestorie diretta da Maria Rosa Cutrufelli. Nel 1999, con la raccolta di racconti La storia di un’altra, ha vinto il Premio Piero Chiara. Seguono i romanzi Il tempo dell’isola, Ed. Tracce; Adele né bella né brutta, Piemme, finalista al Premio Stresa 2008; Una furtiva lacrima, Piemme 2013; Raccontami tu, L’Iguana, Editrice 2017; Non ci salveranno i Melograni, Ianieri Edizioni 2018; Abbi cura di te, Ianieri 2021. È stata componente del Direttivo nazionale della Società italiana delle Letterate nel biennio 2000/2022. Collabora con la rivista Leggendaria, con il Magazine on line della Società italiana delle letterate, con il Magfest (Festival di donne nel teatro). Dal romanzo Raccontami tu è stata tratta una riduzione teatrale. È stata finalista del Premio Urania 2020 con il romanzo Oltre Tauersiti, in pubblicazione nel maggio 2022 da Vallecchi con il titolo La notte dei bambini. Organizza laboratori di scrittura narrativa e autobiografica. I suoi racconti e romanzi sono abitati in prevalenza da donne che non rinunciano a desiderare di essere se stesse, universi femminili in movimento. Ligure per nascita, giovinezza e nostalgia, vive a Pescara con due gatte, ha due figlie e una nipotina. Sostiene di voler smettere di scrivere romanzi, perché la vita reale li contiene già tutti, ma poi non resiste alla tentazione di ricominciare. www.maristellalippolis.it

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