#UNITE – tre poesie contro la violenza

Silvia Salvagnini, 25 febbraio 2024

Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla.

#unite #rompiamoilsilenzio

 

1 La notte mio marito

 

sarà stata questione di lucernari

mancanti lampioni illuminanti

che ti mostrassero il mio dentro

in evidente orizzontale.

 

ero chiusa in una casa

hai girato varie volte la chiave.

 

appesa la lista della spesa

raccolgo le farine per farti il pane

per farti il letto, nascondo i coltelli

le lame pulisco i bordi delle scale

riattacco il telefono

se sento il cancello

lo incastro ogni giorno

per sentire

il cigolio del tuo arrivo.

 

e di tutto tutto il desiderare

è lo stare con te come quando

ci sai stare a stare con me

rannicchiato sulle scale

in volo aperto in macchina

in bocca in morbidi giganti

dentro di te di me

e di tutto il desiderare

è lo stare con te come quando

ci sai stare a stare con me

quando le mani sono ami

esche pesche in me in te

e questo anche il fatto

che nasce da te da me

da dove il castello di me

di te si impasta e rimane.

 

ma così quando mi mandate

dalla polizia nel grigio

quando mi chiedete i documenti

quando mi chiudete porte

a sbattere rumori mi guardate

nei corridoi a sbattere rumori

di porte che mi chiudete

nel silenzio dei corridoi

dalla polizia nei corridoi

mi guardate a dirmi se avrò

coraggio se saprò mettere fine.

ma non vede commissario

commissione benda

botta sul braccio

bacio sul mio cuore braccio

che mi abbracciava

non vede che è tutto insieme

in questa casa io confondo

le tende e i tovaglioli

le ferite i baci tu che tagli le aiuole.

 

 

 

però amore, mi devi lasciare

però lasciare amore andare via

andare via che non mi vedi

che non mi trovi

come quando mi odi

come quando mi fracassi

sui muri in cucina

sul tavolo dove c’era

con cura della tua cena

 

però mi devi lasciare amore

svanire

come svanisco in questo corridoio

come svanisco dalla polizia

dalla scrivania dal bianco latteo

silenzioso caotico mondo lontano

del corridoio del corrimano

del commissariato

come svilisco svanisco nel silenzio

del corridoio del bagno

mentre ascolto che urli per lo shampoo

il cassetto il bordo dell’asciugamano

mal messo.

e io ti penso

che siamo ragazzi.

 

sarà stata questione di lucernari

mancanti lampioni illuminanti

che ti mostrassero il mio dentro

in evidente orizzontale.

 

senza colpa amore

senza colpa con disastro

però con disastro

e senza ordine

necessita la storia

da raccontare

con disastro.

 

sentivo i sassi in gola

i sassi sugli occhi

i sassi nelle orecchie

mentre erano le tue dita

le tue unghie infilate

nella mia bocca nella mia gola

nel due secondi attimo

nella nebbia del mio respiro

sul divano schiacciata

impalata dalle tue dita

in gola in urlo

 

in dire

dimmi tutto quel che hai detto

di me quel che hai detto

mi devi tacere stare zitta

vuoi la verità del tutto

e spingi le dita in gola

per dirmi parla dimmi

ma io non parlo

esce suono respiro rotto

fame di voce

fame di luce

arriva che mi rendi buia

senza aria senza scampo

senza respiro

arriva che mi rendi buia.

 

ma arriva il bambino

il figlio e ti tira le scarpe.

 

e ti togli e ti togli

ma per te solo un minuto

uno starnuto un niente

il tempo interminabile

in cui prendi la mia aria

in cambio di me.

 

così succede anche

che bruci ogni regalo

ogni faro ogni lettera

ogni mia cosa ogni mia corsa.

 

sarà stata questione di lucernari

mancanti lampioni illuminanti

che ti mostrassero il mio dentro

in evidente orizzontale.

 

non ho bisogno per te di alcun male

non ha bisogno il mio braccio

le mie orecchie il graffio.

 

sarà stata questione di lucernari

mancanti lampioni illuminanti

che ti mostrassero il mio dentro in evidente orizzontale.

 

 

2  Testamento

 

questo è quanto

era vera la paura

era vero lo schianto

 

come fossi nata

controvento

 

la separazione

il bambino sotto la pioggia

senza valigie

 

in classe succede

la liberazione

il prezzo così alto

sai contronatura

 

assetto le parole

ci passiamo in tante

 

avevi il rossetto

sulle mutande

 

ma io non ho paura

non ho paura

 

vengo vestita da sposa

in tribunale

mi guardano mentre

attraverso l’altare

 

ci passiamo in tante

hai delle lacrime

tra i capelli

 

lei ti aspetta

chiavi in mano

 

marito mio nemico

non so non capisco

mi taccio non dico

 

ma mi tenevi stretta

quando partorivo

quando era respiro

del respiro del nascere

del sopravvivo

tutto è stato troppo

ma io ti lascio vivo

io ti lancio felice nel mondo che resta

 

se muoio digli

al mio bambino

che per voi

ogni gioia

sono per voi

in ogni nuovo ramo

in ogni bianco

nei chicchi

trovami, papà

quando apri

che ti piace

il melograno

quando lo succhi

che fai rumore

digli che era solo

digli che era/solo amore

 

amore non sa niente

che mi vedevi molto bella

sporca tra la gente

che non so fare niente

digli i miei talenti

digli che sorrido alla gente

anche se questo

non ti è indifferente

se mi succede qualcosa

se non resiste il mio corpo

a questo togliermi di dosso

ma io provo io posso

tutta la vita al minuto

tutta la voglio e vi voglio

felici più possibile e felici

 

tutto lascio al bambino

 

si bendano gli occhi

ma li riapro

 

dentro ci sono giardini

biscotti cookies

mango clementine

 

due aspirine

coda di cavallo

coraggio

 

nuova direzione

vento a favore.

 

 

3 Caramelle

 

“se parli ti spacco la testa con il tombino

ti faccio nera ti rovino fino a sera

se parli ti spacco la testa

e muori impiccati vai fuori:

ti faccio nera ti rovino fino a sera”

 

lecco le caramelle e le incarto

incarto ancora caramelle

e lecco lo specchio con la lingua

con insistenza chiudo il tuo dentifricio

lecco il bordo del tubetto

se sono stata capace di leccarti

ogni sotto, di fotterti ogni fotto

sono capace di leccarti il piatto

 

la forchetta che ti ho portato

leccarti la merda del cuscino dormito

leccare abbondantemente i bordi

delle finestre, le mutande che ti raccolgo

ogni mattina, il lembo del lenzuolo

che ti piego accurata

leccare la carta scritta che ti scrivo

per dirti amore non dormo non dormivo

 

per dirti amore sono sveglia sono viva

sono respiro impulso vivo

ti lecco il polsino della camicia

stirata appesa al manichino

ti lecco il calzino che lasci

alla porta dello sgabuzzino

 

lecco le chiavi che usi e nascondi e

solo tu usi

lecco l’imbuto del vino, lascio tracce

come quando ti piaceva il collo

l’ascella e infilarmi il coltello.

 

tutta in silenzio la casa riposa

mentre sei al lavoro e io sono sola

prima del distacco dello scappare dello scacco.

 

“se parli ti spacco la testa

e muori impìccati vai fuori”:

 

ma niente è destinato a finire

la realtà vola via nel palloncino.

“ti faccio nera ti rovino fino a sera”

e niente sembra passare

 

e strano nascosto dentro amore

il mio amore rimane.

e vai a fumare.

 

ma a niente serve, a niente rimane l’illusione

del sogno mio che non si può giocare, l’illusione

del sogno mio che mi racconti, ma non la posso toccare.

 

così adesso sei uscito

e tra poco andrò via, qualche giorno ancora

e filo come una funivia.

 

e tutto ti lecco quel che rimane

quel che facevo e non permane

perché solo dentro un filo

come filo di bava di lumaca

è questo segno che coltivo

che era amore amore che nutrivo.

 

ma nascosto dietro alle tende

solo addio dice addio/se sopravvivo.*

 

*Queste tre poesie sono tratte dalla raccolta “Il seme dell’abbraccio” di Silvia Salvagnini (Bompiani, 2018)

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Silvia Salvagnini

Silvia Salvagnini è nata a Venezia nel 1982. Ha esordito nel 2004 con le poesie di Silenzio cileno (Auteditori), seguite da I baci ai muri (Mimisol 2006). Nel 2009, con l’opera Laelefantevolante, ha vinto il premio per la poesia contemporanea Antonio Delfini, a cura di Nanni Balestrini. Nel 2018 ha pubblicato per Bompiani, Il seme dell'abbraccio. Poesie per una rinascita. Nel 2021, per Ronzani, l'espistolario Possiamo ancora dirci poesie, scritto con Roberta Durante. Ha realizzato gli albi illustrati L’orlo del vestito (Sartoria Utopia 2016), Il giardiniere gentile (VerbaVolant 2016) e Cappuccetto rosso (Sartoria Utopia 2020).

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