«il soggetto dice io solo come maschera; la maschera è estesa agli altri soggetti; tutti i soggetti dicono io»
Le parole in versi e in prosa della giovane e pluripremiata poeta Valentina Murrocu in “L’altro mondo”
Di Loredana Magazzeni
L’altro mondo, ma da una dimensione differente,
nessuna aggregazione o urto,
solo una forma che proviene dal centro, una
massa informe
o un grande discorso, dire questa massa per
dire io
Vincitrice dell’ultima edizione del Premio internazionale di poesia Rainer Maria Rilke 2022, la raccolta di poesie L’altro mondo, di Valentina Murrocu, mostra una felice maturità stilistica e dà indicazioni di una poetica già ben consolidata nella giovane autrice.
Leggendo le poesie, suddivise nelle sette sezioni L’altro mondo, Da questa parte del vetro, Benny’s video, Lo sguardo rosso, Schegge e Appendice, si ha subito l’impressione di entrare in una dimensione dove scienza e filosofia si incontrano e collidono, tessendo una trama di relazioni attorno al tema dell’io e del testo e vedendo se stessi come organismi in un sistema di forze fisiche e meccaniche.
L’assunto è che la scrittura si fonda sempre su fraintendimenti ed errori, mentre si è visti sempre per come siamo già stati «anche questo testo si regge su una serie di fraintendimenti: il soggetto dice io solo come maschera; la maschera è estesa agli altri soggetti; tutti i soggetti dicono io. Essere visti per come si è già stati».
La scrittura di Murrocu è una scrittura in cui corpo, esperienza e testo coabitano, mettendo in moto un campo di forze che convergono e divergono in continuazione, generando senso dalla frammentazione costante. Una scrittura che all’apparenza può apparire fredda e scientifica e che esercita il distacco da ciò che appare alla vista (non a caso si parla di sguardo dietro il vetro, realtà e visione, schermo, discorsi in metropolitana) ma allo stesso tempo lo smentisce, inserendo particolari incandescenti dell’esperienza femminile (placenta, dolore del travaglio, coscienza di madre interrotta, sangue scuro denso negli slip) che agiscono come lampi di senso continuamente detonanti e intessendo col lettore un dialogo costante.
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e persone si muovono in un campo possibile di
violenza sensoriale, questa forma di violenza è
protesa ad un conflitto. gli scambi con l’esterno
rappresentano in prima istanza una separazione
netta tra conflitto interno e conflitto con l’ester-
no. la percezione di avere un corpo, ad esempio,
ha valore solo se rapportata con la rappresenta-
zione dello scontro tra questo corpo e il corpo de-
gli altri. la funzione sociale di questa rappresen-
tazione è la mediazione
L’ambivalenza del testo è nel suo continuo passare dal controllo al disordine e viceversa, fino a concludere che il testo è qualcosa di disposto a soddisfare un desiderio continuamente mutevole.
La composizione della raccolta procede secondo una architettura ben precisa di poesie e blocchi di prosa, e mentre il lettore la percorre percepisce la volontà dell’autrice di descrivere una dialettica incessante fra costruzione e frammentazione del testo, costruzione e frammentazione che riguarda anche il soggetto che dice io.
Laureata in Storia e Filosofia all’Università di Siena, Murrocu non è al suo esordio in poesia: la prima raccolta, La vita così com’è (Marco Saya Edizioni 2018) è stata segnalata al “Premio di poesia e prosa Lorenzo Montano”, edizione 2019. Ha vinto la seconda edizione (2020) del “Premio Letterario Nazionale Gianmario Lucini” per l’inedito e infine è stata invitata a partecipare alla dodicesima edizione (2021) della rassegna RicercaBo per le scritture di ricerca.
Poesia di ricerca, di riflessione e in cammino verso altri snodi altri sguardi della scrittura, la sua è comunque una poesia da tenere d’occhio negli anni a venire.
Valentina Murrocu, L’altro mondo, Vita Activa Nuova APS, 2023
PASSAPAROLA: GRAZIE ♥Loredana Magazzeni
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