Stai zitta!

Silvia Neonato, 6 dicembre 2023

“Stai zitta” di Judy Brown ha la struttura avvincente di un giallo: quello che è successo a Devory ci viene svelato molto lentamente e con una accurata indagine dei fatti e della personalità di tutti i protagonisti. Subito la sua più cara amica Gittel ci anticipa che è morta. Sono state bambine insieme e ora Gittel sta per diplomarsi e poi si sposerà subito, come vogliono le regole codificate e rigidissime della comunità di ebrei chassidici newyorkesi in cui è nata e cresciuta. Di sicuro Devory è morta a 9 anni: Gittel le scrive, sperando di essere udita in cielo, già nella prima pagina. “Mi senti? È difficile scrivere una lettera a una morta (…). Ho già 17 anni. Lo sai? Presto mi sposerò. Tutte ci sposeremo, Sarah Leah, Ciani, tutte le bambine della nostra classe. Ti ricordi di noi? Riesci a vederci dall’all’aldilà, o avere ricordi è qualcosa che perseguita solo i vivi?”.

La lettera è datata 2008, la morte di Devory risale al 1999 e il libro alterna capitoli in cui si raccontano episodi del passato con altri che avvengono nel presente. Ma le lettere sono frequenti, dolenti, minate dai sensi di colpa, perché, come Gittel scrive fin dall’inizio, i ricordi perseguitano i vivi. E lei, che nel corso della fluente, veloce narrazione cresce, conosce il ragazzo prescelto dalla comunità su indicazione di Hashem, ovvero Dio, si prepara alle nozze e cerca i vestiti più belli sulle riviste e nei negozi, non può dimenticare che Devory è stata abusata. E si dispera per non averla aiutata, protetta, accolta di più in casa. Perché la madre non era contenta della loro amicizia. Perché Devory era strana, imprevedibile, ribelle e faceva dannare i suoi genitori, pii e onestissimi, discendenti di un rabbino fondamentale per la loro comune religione. Possibile che nessuno degli adulti abbia colto i segni di un dolore tanto profondo? Che tutti abbiano ignorato il terrore che la bimba ha più volte mostrato? Gittel di sicuro non aveva gli strumenti per capire, ma qualcosa ha visto e molto ha intuito con la forza del suo amore per l’amica del cuore.

Del libro è autrice Judy Brown che ha sfidato la propria comunità per portare alla luce la storia vera di una bambina abusata nella comunità chassidica in cui lei stessa è cresciuta.  E infatti l’ha pubblicata inizialmente con lo pseudonimo Eishes Chayil, che significa Donna di Valore, vale a dire una donna che ha molti figli e lavora per mantenere loro e anche il marito, che deve invece dedicarsi per tutta la vita esclusivamente alla lettura della Torah e alla preghiera, unico modo per salvare gli ebrei dalla corruzione del mondo dei goy, i cristiani. “Stai zitta”, appunto, come recita il titolo, “Hush”, in inglese. Poi Judy Brown ha trovato il coraggio di parlare e infatti nel frontespizio del testo scrive: “Per chi ha detto che non dovevo. Per chi ha detto che non potevo. Per chi ha detto che non avrei osato. E per i bambini che soffrono”.

Non si può svelare la trama di un romanzo, ma una cosa è fondamentale: l’intera comunità, a cominciare dalla madre della giovane vittima, le vieta non solo di parlare di quell’episodio, ma addirittura di ricordarlo. Perché anche solo avere assistito a una simile storia vergognosa, potrebbe costare a Gittel la fama di brava ragazza e mettere in questione il suo futuro e le nozze stesse. Destino a cui sono condannati, se per caso si sapesse la verità, tutti i fratelli e le sorelle di Devory. Gittel però si tormenta, l’amica visita continuamente i suoi sogni che diventano incubi, tanto da convincerla ad andare a denunciare la violenza subita dall’amica.

Pubblicato in America nel 2010, è giunto ora finalmente in Italia grazie a una editrice interessante, che ha osato chiamare la propria impresa Le Assassine, perché intendeva inizialmente pubblicare soltanto gialli. Intenzione mantenuta anche se con qualche variazione sul tema, come appunto dimostra “Stai zitta”, che è un noir del tutto particolare. La traduzione accurata di Paola De Camillis Thomas lo rende emozionante e restituisce prima l’angoscia delle due piccole protagoniste e il loro stupore di fronte al male e al dolore, poi la disperata e furiosa ribellione di Gittel all’ipocrisia degli adulti.

Il libro, che si svolge il 1998 e il 2008, ci fa anche conoscere nel dettaglio le tradizioni chassidiche, le festività, il cibo, la diffidenza, il timore in molti casi, verso i cristiani e l’assoluta volontà di mantenersi diversi, distinguibili già nel modo di vestire, come mostrano i cappelli di pelliccia indossati anche d’estate dai maschi, eredità del clima nordeuropeo in cui è nato il loro credo. E naturalmente è notevole il ruolo assegnato alle donne: ho già accennato che le mogli, se sono Donne di valore, lavorano giorno e notte dentro e fuori casa, ma all’interno della comunità, mentre crescono anche i molti figli e figlie. Ai mariti invece è vietato lavorare, perché solo la preghiera quotidiana e costante può salvare tutti loro. Tanto che se un figlio maschio sceglie di andare a lavorare sarà uno scandalo pari a quello causato da una figlia che vuole iscriversi all’università e non formarsi come docente alla scuola della comunità.

Judy Brown, “Stai zitta”, Edizioni Le Assassine 2023

PASSAPAROLA: FacebooktwitterpinterestlinkedinFacebooktwitterpinterestlinkedin GRAZIE ♥
The following two tabs change content below.

Silvia Neonato

Silvia Neonato, giornalista, genovese, vive a Genova. Organizzatrice di eventi culturali, è socia della SIL, di cui è stata presidente nel biennio 2012-2013. Ha debuttato su il manifesto, ha diretto il magazine Blue Liguria ed è nella redazione di Leggendaria. Ha lavorato a Roma per molti anni, nella redazione del giornale dell’Udi Noi donne, a Rai2 (nella trasmissione tv Si dice donna) e Radio3 (a Ora D), per poi tornare a Genova, al Secolo XIX, dove ha anche diretto le pagine della cultura. Fa parte di Giulia, rete di giornaliste italiane. Ha partecipato con suoi scritti a diversi libri collettanei.

Ultimi post di Silvia Neonato (vedi tutti)

Categorie
0 Comments
0 Pings & Trackbacks

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.