Letizia Battaglia, una fotoreporter contro la mafia

Barbara Fässler, 25 ottobre 2023

Vittime di Cosa Nostra brutalmente assassinate, maxi-processi di mafia, funerali di Stato. Ragazzi che giocano a fare i killer, ragazze e madri dallo sguardo malinconico. Le fotografie degli anni ’70 e ’80 di Letizia Battaglia in mostra a Genova viste da un’artista svizzera

di Barbara Fässler

Nel 2017 il New York Times ha inserito Letizia Battaglia tra le undici donne più influenti al mondo. Il Palazzo Ducale di Genova le dedica ora una grande mostra, ad un anno dalla sua scomparsa. Battaglia: un nome, un programma! La fotoreporter palermitana era sensibile e combattente allo stesso tempo, fin da bambina. Quando fu imprigionata dal padre in una Sicilia dominata dalla violenza maschile, a sedici anni fuggì verso la vita familiare ed ebbe tre figlie. Fuggì poi anche dal carcere matrimoniale a Milano, dove scoprì la fotografia.
Per decenni, spinta da una costante inquietudine interiore, Letizia ha scorrazzato per Palermo in Vespa come reporter del quotidiano L’Ora e ha fotografato giudici, poliziotti, mafiosi; imprenditori e politici assassinati dalla mafia e distesi in pozze del proprio sangue. Ha documentato con coraggio i processi ai mostri della mafia e i funerali delle vittime di Cosa Nostra.
Battaglia ha anche mostrato il lato umano, malinconico e poetico di Palermo. Si è addentrata nei quartieri poveri, dove amava fotografare le ragazze: mentre si provavano vestiti, giocavano a palla, posavano per strada. E le famiglie: una donna che non lascia mai il letto con i suoi figli, un bambino a cui un topo ha staccato un dito, dei ragazzi che maneggiano pistole. L’impegno sociale di Battaglia andava oltre la fotografia. Fondò le riviste Grandevù e l’Edizione della Battaglia, e fece politica prima nel consiglio comunale di Palermo e poi come deputato regionale.
Le sue immagini in bianco e nero sono composte rigorosamente. I grandangoli si alternano ai primi piani; spesso dominano le linee oblique, che esprimono la permanente instabilità della situazione sociale. Nel testo del catalogo, il curatore Paolo Falcone afferma che le immagini di Battaglia hanno “la potenza visiva di Weegee e l’umanità espressiva di Dorothea Lange”.
Battaglia ha scattato alcune immagini famose in tutto il mondo. Una di queste è la vista attraverso il finestrino dell’auto del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale presidente, assassinato davanti alla moglie e alla figlia. Un’altra è quella del giudice Giovanni Falcone, anch’egli ucciso successivamente, al funerale del generale Dalla Chiesa, anch’egli vittima di mafia, davanti ad una fila di carabinieri in piedi. Per Letizia Battaglia, la fotografia è stata uno strumento di lotta sociale che l’ha quasi spezzata. “Sono una di quelle che poteva non farcela”.

Ringraziamo © Kunstbulletin/Artlog.net in cui questo articolo è stato pubblicato in settembre 2023

Catalogo: Letizia Battaglia sono io, Edizione Contrasto, 2023

Didascalie

Letizia Battaglia – Il giudice Giovanni Falcone ai funerali del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Palermo, 1982 Foto: Archivio Letizia Battaglia

 

Letizia Battaglia – Bambini giocano con le armi regalate loro dai genitori il 2 novembre, giorno dei morti, Palermo, 1986. Foto: Archivio Letizia Battaglia

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Barbara Fässler

Barbara Fässler, vive tra Zurigo e Milano, è attiva come critica d’arte, curatrice, docente di arti visive e artista. Scrive regolarmente di arte su «Kunstbulletin» (Svizzera) e prima per «Studija» (Lettonia) e «undo.net» e Sole 24 ore online (Italia).

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