La passione della nonna narrata dalla nipote

Nadia Tarantini, 8 settembre 2023

Ondeggia fra intimità e mondo di fuori “L’amore poderoso” di Oria Gargano. Il passaggio dai momenti privati ai grandi fatti che scuotono il mondo dagli anni Trenta al Dopoguerra, e viceversa, non è mai forzato, è naturale come la vita, che ci porta a confrontarci o con la nostra interiorità, con le relazioni.

di Nadia Tarantini

«La madre Adelaide riempiva valigie, bauli, casse, trafelata, col fiato corto e una straripane contentezza. L’eccitazione le premeva sul petto più della fatica, un leggero sudore tendeva la sua pelle opalescente».

L’incipit de L’amore poderoso di Oria Gargano ci immerge subito nell’atmosfera che dominerà tutto il romanzo: cura e attenzione per corpo e sentimenti delle persone coinvolte nella storia; panorama storico ampio: intatti Adelaide sta preparandosi, con la sua famiglia, a seguire dall’Abruzzo a Roma il marito, nominato funzionario del regime fascista.

Adelaide è la madre di Linda, protagonista femminile del romanzo d’amore suo e di Leandro, divisi dalle idee politiche delle loro famiglie, e da una differenza di classe che la famiglia di Linda non cessa di rimarcare dalla prima all’ultima pagina.

Uniti da un’istantanea attrazione, che si nutrirà dei loro desideri di libertà e di cambiamento – e farà la differenza anche fuori di loro.

La felicità di Adelaide dura poco. Strappata al suo ambiente, trascurata dal marito, sempre inadeguata ai salotti che lui frequenta e che le impone di frequentare, vive un’acuta solitudine; e non sa trovare nella figlia, che di giorno in giorno si costruisce una vita diversa, che avrà successo nel suo lavoro e nella vita sentimentale, un’empatia, una condivisione. Anzi, nella loro differenza coglie solo una minorità sociale di Linda.

«Su tutto questo malessere che non sapeva tollerare, e tanto meno interpretare, Adelaide imperniava le sue conversazioni telefoniche con Linda, e negli incontri, ancora più sporadici, la carezzava guardandola di sotto in su, lei che non l’aveva mai carezzata da bambina, ripetendole come una cantilena Povera figlia mia comme si’ stata sfortunata, e mai un gesto di gratificazione, di riconoscimento per tutto quello che Linda faceva […]»

Ondeggia e naviga fra intimità e mondo di fuori tutto il romanzo di Oria Gargano, con una misura speciale – perché mai l’una sopraffà l’altro, o l’altro l’una. Il passaggio dai momenti privati ai grandi fatti che scuotono il mondo dagli anni Trenta al Dopoguerra, e viceversa, non è mai forzato, è naturale come la vita, che ci porta ogni giorno a confrontarci ora con la nostra interiorità, con le relazioni; e subito dopo, e insieme, con il mondo esterno, che come una pialla toglie le impurità, porta la superficie dell’esistenza all’essenziale; e come una zappa rimescola la terra di cui siamo fatte/i.

«A volte era un guizzo tra le ciglia, altre volte era il calore di una mano sul viso, tra loro l’erotismo era stato talmente strepitoso che in lei ogni cellula del suo corpo ogni pigmento della sua epidermide ne aveva impressa la memoria. Oppure, erano solo dei pensieri nella sua mente che si esprimevano con la voce di lui, quel lieve accento romano di ragazzo di Testaccio. Leandro ora non c’è più, eppure è come se la sua presenza fosse ancora più intensa, più persistente».

Così è degli amori che non si sono nutriti di egoismo, dove l’individualità dell’uno e dell’altra si sono nutriti, invece, proprio del confronto, non scansando a priori la possibilità di conflitti, differenze. Dove nessuna/o dei due ha mai dimenticato, neppure per un attimo, che quel grande dono non era scontato, e si doveva onorarlo con la fedeltà a se stesse/i. E porgerlo a propria volta come un dono a chi potrà proseguire la strada dopo di noi. Così fa Linda, che trasmette la sua esperienza, la sua storia, alla nipote, che fino all’ultimo giorno della nonna ce l’ha raccontata.

«L’adoravo perché aveva una storia fantastica e me l’aveva regalata, la detestavo perché, ora che conoscevo quella storia, tutta la mia vita mi pareva una palude piatta».

Oria Gargano, “L’amore poderoso. Il romanzo di Linda e Leandro”, Iacobelli editore 2022

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Nadia Tarantini

Nadia Tarantini Scrittrice e giornalista. Esploratrice di molti mestieri, sin da giovanissima ha cercato la scrittura in molti luoghi, dalla vendita rateale di libri, al giornalismo e infine all’insegnamento… della scrittura, sia privatamente (“Le vie dei Cinque Sensi”) che nelle università. Solo nel 2017, a 71 anni, dopo una decina di altri libri, ha pubblicato il suo primo romanzo, “Quando nascesti tu, stella lucente” (L’Iguana), storia ambientata nel lontano 2346. Con Iacobelli, nel 2011, ha ripubblicato “Il risveglio del corpo. Dai sintomi alle emozioni l’arte della salute”, romanzo-saggio uscito nel 1996 presso La Tartaruga, che ha avuto quattro edizioni. A fine maggio 2019 il suo secondo romanzo, “Amore Inquieto”, nei Leggendari di Iacobelli. È vissuta fuggendo e cercando le storie dentro di sé e ha combattuto furiosi dubbi sul proprio valore attraverso la relazione con altre donne. La rivista Leggendaria e la Sil sono stati i luoghi privilegiati della sua “autorizzazione alla scrittura”.

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