Amore e psicoanalisi

Silvia Neonato, 5 giugno 2022

Amori sbagliati e padri difficili, una sorellastra particolare, il dottor B., che accompagna l’avventurosa interprete nel suo percorso di lacrime, ironia e liberazione. Il romanzo di Valeria La Rocca, “Le ultime”, si è classificato primo a Lettera Futura, premio creato da Festival inQuiete e Solferino editore. La psicoanalisi è protagonista anche nel romanzo di Maria Chiara Risoldi “Cammina leggera”, con al centro di nuovo una donna

Di Silvia Neonato

Una storia d’amore tossica con un uomo spesso violento. Poi la scelta di un altro compagno, spassionato, inerte, sfuggente inseguito fino a Katmandu nella speranza di salvare una relazione consunta che viene invece e comunque interrotta dal violentissimo terremoto che scuote la città, sconvolgendo la coppia insieme ad altre migliaia di persone. Utilizzando l’espediente di una lunga seduta psicanalitica, la protagonista del romanzo “Le ultime”, scritto da Valeria La Rocca, racconta a noi e al dottor B., il suo psicoterapeuta, avventure ed esperienze di vita. Che hanno la singolarità di essere così comuni a tante donne da riuscire a parlare probabilmente a tutte e comunque a coinvolgere ed emozionare chi legge.
Ma ci sono anche storie non comuni. «La ragazza con la pistola arrivò una sera di pioggia senza passare per il ventre di mia madre. Era il novembre del novantaquattro. Cominciamo dall’inizio, mi aveva detto il Dott. B., e io non ho potuto fare a meno di pensare a lei», scrive La Rocca, narrando di quando nella sua vita di bambina arriva Sandra, la sorella in affido, ospitata dai suoi genitori durante gli anni delle guerre nei Balcani. La profuga si porta dietro una valigia: la protagonista, figlia unica (malgrado i tentativi disperati della madre di avere un altro bambino), ingelosita e mal disposta, è spaventata, convinta che nella valigia di Sandra sia nascosta una pistola.
È proprio dalla ragazza con la pistola che la nostra eroina – dotata anche di senso dell’umorismo e fini capacità autocritiche – fa iniziare il suo romanzo. In cui conosciamo una madre affettuosa ma incapace di dare sicurezza alla figlia e un padre molto amato, ma difficile da conquistare. C’è qualche amante, un cane e le amiche di una vita. Che la mettono in crisi: chiacchierando con Chiara, l’urgenza di maternità assale la protagonista senza nome. La giovane non sa decidere se vuole avere un figlio come la sua amica, madre e sposa felice. (Ma felice lo è poi davvero Chiara?).
Molte di queste storie vissute con quel senso di inadeguatezza che fa sentire le donne disgraziate, incapaci, ospiti, miracolate, “ultime” come dice il titolo, Valeria La Rocca le sa raccontare molto bene nel suo romanzo d’esordio, pubblicato grazie al suo essersi qualificata prima tra le concorrenti di Lettera Futura, una borsa di studio premio, un progetto di accompagnamento alla pubblicazione per scrittrici esordienti, nato dal partenariato tra la casa editrice Solferino e le organizzatrici del Festival di scrittrici inQuiete (che si tiene ogni autunno a Roma dal 2017). Il premio sarà assegnato anche nel 2022, la giuria è presieduta da Loredana Lipperini, scrittrice e conduttrice del programma di Radio 3 Fahrenheit.
Lettera Futura, che quest’anno farà la seconda edizione (il bando è in scadenza, consultare il bando sul sito), è un bellissimo progetto di cura tra scrittrici e donne che amano i libri, un processo di costruzione di comunità, uno sguardo verso il futuro che prevede, oltre alla pubblicazione, un tour di presentazioni in giro per l’Italia organizzato da inQuiete Festival.
Torniamo al romanzo e alle sue trame. L’amore violento e alcolico di Sebastian ha sbriciolato la sua autostima perché ha impiegato troppo tempo a lasciarlo e a tornare a casa dai suoi. Sarà il padre a cacciarlo malamente quando Sebastian si presenta coi fiori urlando che la ama ancora. Un padre presente ma severo, che le ha insegnato a camminare usando una piccola tortura affettiva. Un padre la cui morte la strazia anche perché arriva dopo la fine del secondo amore infelice, quello che si è concluso traumaticamente a Katmandu. Quanto alla madre, la protagonista ora sa di essere stata protetta troppo, sa che la madre l’ha fatta sentire manchevole quando era lei ad avere bisogno della sua unica figlia. Eppure, scavando, emerge un ricordo importante: proprio la mamma le ha restituito anche un’immagine di lei piccola non fragile, anzi, spavalda, capace di sfide.
Tra confessioni, narrazioni e pianti, la protagonista di fronte all’enigmatico dottor B. si pone finalmente la domanda fatidica: ma essere ultima è il destino di ogni donna? E poi esiste un antidoto alla solitudine? Intanto la giovane se ne è andata in montagna a Capodanno, sola col suo cane, perché si è finalmente liberata degli uomini sbagliati e ha recuperato un bel po’ d’autostima. Merito, ci fa capire l’autrice, anche del dottor B., silente come tutti gli psicoterapeuti, ma onnipresente e puntuale con le proprie rare domande e brevi osservazioni. Con “Le ultime” Valeria La Rocca, che è copywriter e docente di scrittura creativa, svela una voce originale e sincera; e le sue pagine ci fanno lentamente scoprire che le esperienze della protagonista sono pure la storia delle battaglie di molte donne e dei loro percorsi di riscossa.

Di percorsi di donne e psicoanalisi (e di liberazione) è fatto anche il bel romanzo recente di Maria Chiara Risoldi, “Cammina leggera” , dove una psicoanalista ultrasessantenne legata a un fedifrago fascinoso entra in crisi, quando muore il fratello amatissimo. Decide allora di ritirarsi in una clinica dove si mette nelle mani di uno psicoanalista e piano piano smonta certezze, corazze e dubbi. Anche Risoldi, in una sorta di flusso di coscienza rivolto al terapeuta e a noi che leggiamo, si interroga spietatamente su se stessa e sui propri amori e contraddizioni. Qui il tragitto è più lungo: la protagonista di Risoldi è parecchio più vecchia di quella di La Rocca e ha vissuto gli anni delle rivoluzioni sociali e politiche della generazione del ’68. Entrambe sono sincere e toste e le loro pagine lo mostrano appieno.

Valeria La Rocca, “Le ultime”, Solferino 2022
Maria Chiara Risoldi, “Cammina leggera” , Manni, 2021

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Silvia Neonato

Silvia Neonato, giornalista, genovese, vive a Genova. Organizzatrice di eventi culturali, è socia della SIL, di cui è stata presidente nel biennio 2012-2013. Ha debuttato su il manifesto, ha diretto il magazine Blue Liguria ed è nella redazione di Leggendaria. Ha lavorato a Roma per molti anni, nella redazione del giornale dell’Udi Noi donne, a Rai2 (nella trasmissione tv Si dice donna) e Radio3 (a Ora D), per poi tornare a Genova, al Secolo XIX, dove ha anche diretto le pagine della cultura. Fa parte di Giulia, rete di giornaliste italiane. Ha partecipato con suoi scritti a diversi libri collettanei.

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