Finalmente i primi racconti di Alba de Céspedes, ora pubblicati da Cliquot. Matrimoni stanchi, sotterfugi e tradimenti; uomini distratti e donne che cercano un po’ di felicità dove riescono a trovarla, adolescenze inquiete e anziani che non si rassegnano al deserto delle emozioni…
di Maristella Lippolis
Non si ringrazierà mai abbastanza la casa editrice Cliquot per la sua instancabile ricerca di tesori perduti. Pescatori di perle che si tuffano in avventure spericolate, cercano tracce, scoprono e riportano in vita capolavori della letteratura italiana dimenticati e introvabili, ma non per loro; e quando raccontano come riescono a rintracciarne i fili è una gioia ascoltarli.
Quest’ultima fatica è davvero un tesoro raro: si tratta infatti del primo libro di racconti di Alba de Céspedes, di cui si erano perse le tracce. Era il 1935 quando venne pubblicato, e la giovane Alba era una ragazza ventiquattrenne, innamorata delle parole. Passava davanti alla tipografia del quotidiano Il giornale d’Italia, di cui annusava il profumo dell’inchiostro sognando di pubblicare. Il primo racconto lo inviò proprio a loro, firmandolo A. de Céspedes, per non svelare di essere una donna.
Una storia antica, questo occultamento della propria identità di molte nostre valenti scrittrici, ma che per lei durò lo spazio di un solo racconto, che venne pubblicato. Si intitola Il Dubbio, e possiamo leggerlo in questa raccolta, con stupore: breve, essenziale, ma capace di scolpire con mano ferma quei momenti di sospensione che cambiano il corso di una vita.
È forse questo il filo comune che attraversa i diciotto racconti: squarci di luce che illuminano esistenze in apparenza semplici arrivando a un cuore quasi sempre oscuro, inquieto. Nonostante la giovane età la scrittrice mostrava di conoscere assai bene l’anima degli altri: i rimpianti e le delusioni dei sentimenti non corrisposti e dei matrimoni stanchi; i sotterfugi e i tradimenti; uomini distratti e donne che cercano un po’ di felicità dove riescono a trovarla; adolescenze inquiete e anziani che non si rassegnano al deserto delle emozioni e scoprono momenti di tenerezza, o di indulgenza verso un passato perduto ma non alla memoria. Spesso dentro queste esistenze irrompe la tragedia, che arriva quando si comprende troppo tardi, e la vita non concede una seconda occasione; ma a volte si compiono anche scelte che forse non conducono alla felicità ma a qualcosa che le somiglia, forse a una qualche specie di quiete.
Solo tre anni dopo Alba de Céspedes avrebbe pubblicato Nessuno torna indietro, romanzo che le fece conquistare una fama destinata a durare, a dispetto della censura fascista. Ottenne il Premio Viareggio ex equo con Vincenzo Cardarelli, che venne però annullato subito per motivi politici. Dopo il periodo di clandestinità vissuto in Abruzzo con il marito e la fuga avventurosa oltre le linee tedesche, raggiunse Bari, dove divenne la voce di Clorinda nelle trasmissioni radiofoniche dedicate ai resistenti italiani (celebri i suoi consigli alle operaie su come sabotare le produzioni controllate dai tedeschi). Tornata in Italia continuò a scrivere e fondò la rivista Il Mercurio, dove pubblicò nel 1948 il famoso scambio di lettere con Natalia Ginzburg a proposito del pozzo in cui cadono talvolta le donne, dal titolo Discorso sulle donne.
Nel ’49 venne pubblicato da Mondadori Dalla parte di lei, romanzo in cui raccolse una parte cospicua del suo modo di stare al mondo, tra sentimenti forti, esperienze della resistenza e ideali infranti. Seguirono molti altri romanzi divenuti famosi, come Quaderno proibito, che molte di noi hanno letto. Finalmente le luci si sono riaccese sul suo grande talento e possiamo guardare con soddisfazione a questo “nostro” Oltrecanone che sta diventando un patrimonio condiviso, non solo da lettrici e studiose. Ma giustamente Loredana Lipperini, nella sua ricca e argomentata prefazione al libro, cita un’intervista che la scrittrice rilasciò a Laura Lilli, a proposito del suo percorso letterario, in cui affermava con rammarico «Gli uomini si vergognavano a leggere una donna». «Non è cambiato molto da allora. Un po’ sì. Ma non moltissimo», conclude Lipperini.
Alba de Céspedes, “L’anima degli altri”, Cliquot, 2022
PASSAPAROLA:









Maristella Lippolis

Ultimi post di Maristella Lippolis (vedi tutti)
- La vendetta di Libbali - 5 Novembre 2024
- Indimenticabile Alba de Céspedes - 12 Luglio 2024
- Siamo state anche noi bambine - 23 Aprile 2024
- Sirena con ruote - 6 Ottobre 2023
- Le anticonformiste di Bonanni - 31 Luglio 2023