IL MIO PRIMO LIBRO – Chiara Mezzalama

Chiara Mezzalama, 13 febbraio 2022

Come hai fatto a pubblicare il tuo primo libro? In che modo e in quale occasione?
Un progetto per scoprire come tante autrici siano riuscite a dare alle stampe il proprio primo libro.

VUOI SAPERNE DI PIÙ SUL PROGETTO?“]Come è arrivata ciascuna autrice alla stampa del primo romanzo, dei primi racconti Trovare un editore è stato un’impresa? Il successo è stato immediato o faticoso? L’intento è mettere a fuoco il percorso delle scrittrici dal punto di vista più in ombra del processo creativo. Questa la domanda che un giorno di parecchi anni fa Roberta Mazzanti, Silvia Neonato, Liliana Rampello e Bia Sarasini (che purtroppo non c’è più) decisero di rivolgere a scrittrici italiane o che scrivono in italiano per raccoglierle nell’archivio della Società italiana delle Letterate sotto al titolo “Il mio primo libro”.
I testi raccolti sono tutti inediti e l’idea è quella di confrontare non soltanto le esperienze personali ma anche le vie d’accesso e di presenza sulla scena editoriale delle autrici; tra le prime a rispondere al nostro invito Sereni e poi Grazia Livi, Lidia Ravera, Camilla Salvago Raggi, Elvira Dones… Prestissimo leggerete gli inediti di Bianca Pitzorno, Loredana Lipperini, Lia Levi, Chiara Mezzalama, Maria Rosa Cutrufelli, Elvira Mujčić, Sandra Petrignani, Chiara Valerio, Giulia Caminito, Beatrice Masini e tante, tante altre.

Tutti verranno pubblicati prima sul Letterate Magazine della Sil e poi raccolti nell’archivio e, chi sa, in un libro (vedi on line nel sito della Sil quelli raccolti alla voce “Il mio primo libro”). Creare un archivio significa mettere a disposizione una memoria dei percorsi, delle opportunità, degli ostacoli, degli incontri, della determinazione che hanno portato donne di talento a trasformare la propria passione per la scrittura in quell’amato e sognato oggetto concreto, un libro che si può aprire e leggere.

Tra gli scritti più preziosi c’è quello di Clara Sereni, perché se n’è andata nel 2018. Scrive di come riuscì a pubblicare nel 1974 il suo primo libro, “Sigma Epsilon”, un romanzo fantascientifico, la cui protagonista è una giovane sessantottina che le assomiglia molto. Proprio ora lo ha ripubblicato (era introvabile) la casa editrice Ali&no. Chi ama Clara Sereni potrà dunque aggiungere due tasselli alla sua conoscenza: il nostro testo e il romanzo ripubblicato e recensito per LM da Paola Èlia Cimatti. È un testo in cui narrava – come nel suo ultimo memoir, “Via Ripetta 155” uscito nel 2015 – l’impegno politico della sua generazione.

Silvia Neonato, direttrice di LM, è la curatrice del progetto, alla cui realizzazione partecipano Roberta Mazzanti (editor), Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Viola Lo Moro (poeta, socia della libreria delle donne Tuba a Roma), la presidente della Sil Elvira Federici, Maristella Lippolis (scrittrice), Gabriella Musetti (editrice e poeta). Molte altre stanno collaborando tra cui Clotilde Barbarulli e Luisa Ricaldone.

Silvia Neonato


Scrivere come resistenza e lotta al tempo che passa, ti avvolge e ti inghiotte. Un’attività semiclandestina svolta rubando il tempo al resto. Nascondendosi in casa mentre tutti gli altri sono usciti. Molti rifiuti dagli editori, poi la pubblicazione di un racconto sotto lo sguardo di due madrine leggendarie, infine un incontro casuale ai giardinetti spingendo carrozzine per bebè

Di Chiara Mezzalama

Il primo romanzo l’ho scritto a Teheran, nel 1982. Avevo dieci anni e durante l’estate mia madre, mio fratello ed io raggiungevamo mio padre, nominato Ambasciatore d’Italia in Iran, un anno dopo l’inizio della rivoluzione islamica di Khomeini. Per tre lunghi mesi restavamo chiusi nel giardino dell’ambasciata. Il giardino era bello e abbandonato, pieno di luoghi segreti da scoprire, ma non potevamo uscire perché fuori c’era la guerra. L’ho scritto sul retro di un rotolo rosa dei dispacci di France Press che giungevano in ambasciata. L’ho scritto perché mi annoiavo e forse avevo un po’ paura di ciò che stava accadendo intorno a noi. Quel rotolo lo conservo ancora e credo che le notizie di France Press siano assai più interessanti del romanzo d’avventura che scrissi allora, ma bisogna pur cominciare. Poi ho fatto altro.

Ragazza studiosa a scuola, leggevo molti romanzi e il pomeriggio andavo a danza, l’altra grande passione. Prima classica, poi contemporanea. Poi l’università, gli esami, il tirocinio, la specializzazione in clinica dell’età evolutiva, un lavoro vero da psicoterapeuta. Tutta una corsa. Eppure quello scrivere in clima di guerra ancora mi accompagnava, lo scrivere come resistenza e lotta al tempo che passa, ti avvolge e ti inghiotte. Un’attività semiclandestina che viene svolta rubando il tempo al resto. Nascondendosi in casa mentre tutti gli altri sono usciti. Scrivere a singhiozzo, scrivere per emergenza, scrivere nervosamente. La scrittura sgorga come un torrente di montagna, tra salti, cascate e inabissamenti; sogno di un lago placido e fermo dove poter raccogliere le acque, ma è ancora presto per questo. Ho ventott’anni.

Ad un certo punto ho iniziato a cercare un editore. Le pagine ammucchiate nei cassetti cominciavano a fare troppo volume. Manda di qua, manda di là, non ricevetti nemmeno una lettera prestampata di risposta. Soltanto un editore mi chiamò per dire di rimandare qualcosa di più maturo, – magari tra dieci anni – sentenziò. Rinunciai. Non a scrivere ovviamente, ma lui ebbe ragione, ci misi altri dieci anni. Nel frattempo avevo cambiato casa e incontrai un signore che a sue spese mi pubblicò dei racconti. Fu un lavoro artigianale, mia la foto di copertina e mia la distribuzione nelle librerie del quartiere e porta a porta. La raccolta si intitolava Regina ed altre finestre, edizioni Full Color Sound. È stato bestseller tra le amiche settantenni di mia madre. Lui, l’editore Vincenzo, un vero talent scout. La storia poteva anche finire qui. Iniziata nel giardino inselvatichito di un principe persiano, con gli stock di razioni k nel salotto, finita nelle pieghe di un mercato editoriale ostile e ottuso. E invece no.

Mi sposai, rimasi incinta. Scrissi un racconto, “Prurito”, sul mito della fondazione di Roma, per la raccolta Allupa Allupa curata per Derive Approdi da Silvana Maja e Nadia Tarantini. Nacque mia figlia e rinacqui anche io come scrittrice sotto lo sguardo amorevole di Nadia e di donne leggendarie che da allora considero madrine. Passeggiavo con la mia bambina neonata sulle pendici del Colle Oppio, leggevo mentre lei dormiva o rimaneva incantata a guardare i giochi di luce tra le foglie dei lecci. Un padre faceva lo stesso con la sua bambina; spingeva la carrozzina e leggeva. Fu naturale mettersi a parlare di romanzi e di neonate. Michael Reynolds lavorava per la casa editrice E/O, mi propose di mandare il manoscritto del primo romanzo a Sandra Ozzola. Passò del tempo, ero di nuovo incinta. Ho ritrovato questi appunti scritti all’epoca:

Ti tengo tra le mani finalmente. Pesi 244 grammi, profumi di nuovo, sei bello, elegante. Hai una copertina blu sulla quale corre un treno, un treno che arriva, direi. Ti ho aspettato a lungo, ci è voluto del tempo, molto tempo e questo ti rende ancora più prezioso ai miei occhi perché hai radici profonde, forse esisti da sempre dentro di me. Le tue levatrici si chiamano Sandra, Sandro, ma anche Claudio, Michael, Simona, Emanuele, insomma un lavoro di squadra. In mezzo c’è la mia solitudine, il dolore, i ricordi, le ore di lavoro, il piacere di stare insieme. La prima volta in cui si è parlato di te era il 31 luglio 2008, eri stato scelto. Da poco portavo in grembo un bambino, Tommaso, che è subito diventato tuo gemello. Ho pianto di commozione per entrambi. Il giorno dopo, primo agosto, ho pianto perché è morto Gianandrea, un amico a cui volevo bene. La felicità non dura che un istante. La vita porta sempre dentro di sé la morte. È una legge.

Così è uscito Avrò cura di te, il mio primo romanzo, nel settembre 2009. Ne sono venuti altri, sono andata a vivere a Parigi… ma questa è un’altra storia.

 


 

Chiara Mezzalama è nata a Roma il 28 settembre 1972. Scrittrice, traduttrice e psicoterapeuta, vive tra Roma e Parigi e ha due figli.

In settembre 2009 è uscito il suo primo romanzo, Avrò Cura di Te per la casa editrice E/O.
Il suo secondo romanzo Il Giardino persiano è uscito nel 2015 per E/O. È stato tradotto (e censurato) in persiano, in francese e adattato per una versione illustrata Le jardin du dedans-dehors, Éditions des Éléphants, vincitore del prestigioso Prix Sorcières 2018.

Era a Parigi durante gli attentati del 2015 e ha scritto Voglio essere Charlie: diario minimo di una scrittrice italiana a Parigi Edizioni Estemporanee.

Insegna letteratura presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.

Il suo ultimo romanzo Dopo la pioggia, edizioni E/O, uscito a febbraio 2021, è stato presentato al Premio Strega 2021, finalista al Premio letterario Lugnano in Teverina.

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Redazione LM

Scritture, politiche, culture delle donne. E non solo. Alla ricerca di parole, linguaggi, narrazioni che interpretino e raccontino cambiamenti e spostamenti in corso. Nello scambio tra lettrici, autrici e autori – e personagge. REDAZIONE: Silvia Neonato (direttrice), Giulia Caminito, Laura Marzi, Loredana Magazzeni, Gisella Modica, Gabriella Musetti, Sarah Perruccio
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