L’alieno di Clara

Paola Èlia Cimatti, 8 giugno 2021

Poter leggere un “nuovo” romanzo di Clara Sereni è un regalo inaspettato, che la casa editrice Ali&no ha fatto a noi affezionate lettrici e lettori. La curiosità non è stata attenuata dall’enigma del titolo né dall’informazione che si tratta di fantascienza, genere che non leggo abitualmente, e tanto meno lo leggevo nel 1974, anno in cui il libro è stato pubblicato per la prima volta.
Nel 1974 il mondo possibile – l’utopia – era molto vicino alla quotidiana aspettativa e immaginazione di chi viveva gli anni immediatamente successivi al 1968. Ma per la giovane scrittrice quegli anni sembrano avere già perduto tutto lo slancio di una gioiosa trasformazione collettiva per arenarsi in interminabili discussioni, poi condensate in comunicati-stampa diffusi con preventiva rassegnazione alla loro astratta ripetitività.
Discussioni ed elaborazioni intellettuali solo fra maschi.
Siamo alle soglie del movimento femminista, che poco tempo dopo avrebbe inaugurato il “separatismo” e fatto uscire le ragazze dalle assemblee e da dietro le macchine da scrivere e da stampa, per riunirsi in autonomia e porsi le domande che stavano loro a cuore. L’autrice sembra aspettarsi e auspicare questo momento, si accorge della carica erotica fra uomini che circola dietro l’astrattezza dei temi politici, da cui le donne sono lasciate fuori.
“Stanno seduti uno di fronte all’altro, in adorazione della propria intelligenza e del proprio senso critico, e quasi sono contenta di sentirmi esclusa… Perché si amano: amano il loro essere tanto colti, tanto in gamba, tanto bravi, amano i loro venti anni di militanza politica che hanno in comune; amano soprattutto, immensamente, dirsi che si amano” (pag.22)
Vengono in mente le argomentazioni della filosofa Luce Irigaray, proprio in quel periodo tradotta in italiano da Luisa Muraro (vedi Speculum) su quella che lei chiama “(u)omosessualità”, cioè l’amarsi di uomini attraverso il discorso e la teoria, prendendosi l’un l’altro come punto di riferimento, a prescindere dalle donne. Non è questione di omosessualità: gli uomini che mettono tutta la loro passione in accalorate discussioni sono attratti dalle ragazze, con cui fanno l’amore in fretta e distrattamente su letti ingombri di libri, nelle prime manifestazioni di liberalizzazione del sesso. Mentre loro – le ragazze – coltivano fantasie romantiche di mazzi di rose depositati ai loro piedi, si godono il piacere di sentire lui vicino e il riconoscimento di esistenza che quella vicinanza può offrire, un attimo prima che venga offuscata da un’altra più carina e piacevole.
E si chiedono – la giovane Clara si chiede: “come mai il mio contributo deve essere solo di manovalanza?”
La protagonista è infatti un “angelo del ciclostile” – una di quelle figure gentili e docili addette alla mitica macchina da stampa (poi sostituita dalla fotocopiatrice) che preparano i volantini con scritti sopra i discorsi alla cui elaborazione non hanno contribuito, con i calli del mestiere, consistenti in minuscoli dolorosi taglietti fra pollice e indice , conseguenti allo “smazzolamento” delle risme di carta.
È proprio sul desiderio di rinnovamento nel rapporto fra i sessi e in una più equilibrata distribuzione dei ruoli – istanze che non trovavano posto in nessun programma rivoluzionario – che si appunta il ricorso della scrittrice alla “fantascienza”, che le permette di dare forma fantastica a un essere “venuto da un altro pianeta”: perfetta donna di casa e nello stesso tempo amante dalle vigorose prestazioni virili.
Solo anni più tardi, in un’intervista all’autrice della post-fazione, Clara Sereni rivelerà quanto abbia sentito la necessità del femminismo e dirà che, se dovesse tornare a vivere nel presente una situazione simile, non sarebbe più un angelo del ciclostile ma vorrebbe essere lei stessa “l’alieno”.

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Paola Èlia Cimatti

Paola Èlia Cimatti è autrice della raccolta di racconti “Lo sguardo di Bianca”, che ha vinto la prima edizione del premio intitolato a Clara Sereni. Fa parte del Gruppo ’98 Poesia di Bologna, che ha pubblicato le antologie “Della propria voce” e “In dialogo” (ed. Qudulibri 2016 e 2018). Con una silloge di poesie dedicate alla madre ha vinto nel 2016 il premio della rivista “Le Voci della luna”.

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