Gasperina, maestra e donna libera

Loredana Magazzeni, 22 aprile 2021

“Tutto congiura perché le biografie non vengano scritte. Gli autori stessi di biografie (e di autobiografie) le sconsigliano come esercizio fraudolento e sostanzialmente impraticabile”. Così inizia l’ultimo lavoro di Marina Giovannelli, la biografia di una donna friulana, una maestra, nata nel 1913.
Parto dalla scelta insolita di definire il termine biografia con l’aggettivo congetturale, da questo aggettivo posto nel sottotitolo del libro di Marina Giovannelli “Sulle tracce di Gasperina”. Perché scrive che quella sulla maestra Gasperina, nata a O. in provincia di Udine,è una biografia congetturale? Avrebbe potuto scegliere il termine biografia indiziaria, prendendo a metodo quello seguito dalla ricerca storica, ovvero il procedere per indizi e fonti. L’andamento congetturale è quello che chiama invece a intervenire nella storia sia la lettrice/il lettore sia l’autrice, di cui si tengono in conto e si mettono in campo le congetture, ovvero le costruzioni sovrastrutturali del racconto, che si reggono sulle basi storiche vere, grazie a una qualità che è tipica di chi scrive racconti e non solo ricerche storiche: l’immaginazione. Ma è anche un lungo lavoro di indagine sul valore del tempo e sul carattere relazionale della memoria.
Marina Giovannelli ci ha abituate a questa ibridazione di generi, a queste prassi meticce di stesura di un racconto, di un saggio, di una ricerca, già dalla sua prima indagine, “Jacoba Ancilla. Biografia imperfetta di una ragazza nel Cinquecento”, che ricostruiva la vita di una giovane serva. Quello della serva di casa era il lavoro più comune fra le ragazze di origine contadina in diverse parti d’Italia, cioè l’andare a servizio in casa di una famiglia benestante vicina.  Stavolta, dopo aver indagato il mondo delle maestre, con l’altro suo lavoro di ricerca del 2008 “L’eredità della maestra. Tracce del pensiero femminile in alcune esperienze educative nella provincia di Udine (1910-1970)”, Giovannelli ritorna sui suoi temi più amati, ovvero quelli dei luoghi friulani e delle presenze vive e non più vive, per le quali rimandiamo in special modo al suo lavoro di ricerca “Le virtù estreme. Donne, uomini, bambini e soldati nelle epigrafi delle Prealpi Carniche”.
Per Giovannelli il tema della memoria e della storia delle donne è tanto importante quanto quello di riportare a noi, ricostruendole, le vite di chi non c’è più, così come quello di aiutare a fare nuovo simbolico rileggendo vite, storie, miti classici o lingue segrete.
In questo lavoro, diviso in sei capitoli biografici, in cui la storia individuale incrocia la storia collettiva, Giovannelli vuole colmare un vuoto, quello della doppia solitudine e della doppia dimenticanza subite da Gasperina, in particolare quando si narra il trauma dell’abbandono subito in giovanissima età, mentre l’altra è la solitudine della mancanza di memoria, cui supplisce con questo piccolo splendido libro biografico che ha un andamento vivace e quasi da thriller.
Libro biografico che gode come dicevamo di un doppio statuto: quello della vicenda storica e quella del romanzo, e del romanzo accoglie la definizione di cui parla Ursula Le Guin, la vita umana come una sporta delle narrazioni, un fagotto capace di curare chi lo porta.
Ogni vita è un romanzo: hanno avuto successo in anni passati progetti come quello della Biblioteca vivente, in cui una persona raccontava di sé a degli ascoltatori occasionali. Le tracce non scritte e l’oralità sono alla base e appaiono il sottotesto di una storia delle donne alternativa a quella dominante, basata sugli eroi.
Entrando nel merito del personaggio, i tasselli di vita di Gasperina ci restituiscono una donna che conquista la propria libertà e che conserva una capacità grandissima di espandere vitalità attorno a sé, anche in età matura e nella vecchiaia.
Conserva libertà nel cambiare il proprio nome e poi tornare a quello originale; nella rete fittissima di scambi familiari e di amicizia con altre donne, nella noncuranza rispetto ai canoni della maternità obbligatoria e del matrimonio, nel desiderio di viaggiare conservato per tutta la vita.
Una donna “normale” il cui statuto è conferire dignità a qualunque vita, in qualunque momento noi ci accostiamo ad essa. Potremmo definirla la storia di una giovinezza di guerra. Non sono molte le testimonianze di vite ambientate durante, e non dopo la fine della seconda guerra mondiale. Molte donne hanno potuto scriverne solo dopo, come se la guerra togliesse loro capacità di parola appiattendole nella lotta per la sopravvivenza. Il movimento delle donne, nato subito dopo, ha avuto in eredità il coraggio e la libertà che le donne più grandi avevano potuto osare in guerra, nonostante tutto. Un coraggio che ha fatto di loro persone nuove, come nuova è la maestra Gasperina, che avrebbe potuto essere una nostra zia o una nostra nonna, una zia atipica ed eccentrica come sono le zie, non per niente figure centrali nell’immaginario del lungo Ottocento, che sostituivano le madri, spesso mancate per malattia o troppo deboli per risaltare, mentre le zie, a volte più giovani, erano quasi sempre prese a modello alternativo a quello materno.
Donne che hanno cercato di darsi forza l’una con l’altra e che non hanno mai rinunciato alla propria carica vitale, e per questo vanno dette e raccontate da altre donne. Hanno da insegnarci molto.

 

Marina Giovannelli,“Sulle tracce di Gasperina. Una biografia congetturale”, Kappa Vu, 2020.
Marina Giovannelli, “Jacoba Ancilla. Biografia imperfetta di una ragazza nel Cinquecento”, Kappa Vu, 2005
Marina Giovannelli,“Le virtù estreme. Donne, uomini, bambini e soldati nelle epigrafi delle Prealpi Carniche”, Grafiche Tielle, 2001

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Loredana Magazzeni

Loredana Magazzeni vive a Bologna, si occupa di poesia, critica letteraria e storia dell’educazione delle donne. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Scienze pedagogiche, e pubblicato un saggio sulla storia dell’educazione femminile: Operaie della penna. Donne, docenti e libri scolastici fra Ottocento e Novecento (Aracne, 2019). Ha co-curato varie antologie di poesia, fra cui Cuore di preda. Poesie contro la violenza sulle donne (CFR, 2012), Fil Rouge. Antologia di poesie sulle mestruazioni (CFR, 2016) con A. Barina, con F. Mormile, B. Porster e A.M. Robustelli Corporea. Il corpo nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese (Le Voci della Luna Poesia, 2009), La tesa fune rossa dell’amore. Madri e figlie nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese (La Vita Felice, 2015), Matrilineare, Madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta ad oggi (La Vita Felice, 2018). È da più di vent’anni nel Gruppo ’98 Poesia, nella redazione della rivista Le Voci della Luna e nell’Associazione Orlando di Bologna. Fa parte del Collettivo di traduzione WIT (Women in Translation), con cui ha pubblicato l’antologia Audre Lorde, D’amore e di lotta. Poesie scelte (Le Lettere, 2018). È nell’attuale direttivo della SIL (Società italiana delle letterate).

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