Pudore selvaggio, selvaggia nudità

Nadia Tarantini, 2 dicembre 2020

Entra nel romanzo sulla tolda di una nave – pensierosa di un amore che, lei forse ancora non lo sa, sta finendo; o è già finito.  Sta per compiere 36 anni ed è ben conosciuta come scrittrice, collabora a giornali e a riviste, vive a Firenze in un fervoroso ambiente intellettuale. Ma è inquieta sul suo destino, e non del tutto convinta del suo valore. Ha alle spalle, compreso l’attuale amante, Giovanni Papini, sei storie con uomini che, alcuni pur dicendo di adorarla, non l’hanno resa felice, non hanno soddisfatto i bisogni del cuore e – quanto alla carne, come scriverà in seguito – sono stati egoisti e non le hanno permesso di espandere e neppure di conoscere sino in fondo la sua sensualità. Parte da sola, spinta da un ardore di conoscersi: è il suo primo viaggio all’estero, e la destinazione è la Corsica.

È il 1912 quando Sibilla Aleramo prende il traghetto da Livorno per sbarcare a Bastia. Ed è il 1982, settanta anni dopo, quando Luisella Vèroli fa lo stesso percorso, anche lei per la prima volta, dotata di camper, marito e figlio piccolo. Ci sono altre coincidenze straordinarie, che la fanno riflettere: anche lei compirà in Corsica 36 anni, come Sibilla settanta anni prima. E li compirà lo stesso identico giorno. Il 14 agosto.

Ce n’è abbastanza per dare il via ad un’ossessione – non ci fosse già stato interesse, appassionamento, amore per Rina Faccio/Sibilla Aleramo. E di questa ossessione Luisella Vèroli si nutrirà per quasi quarant’anni, visitando periodicamente i luoghi delle carte (in particolare l’Istituto Gramsci di Roma) e ogni anno quelli dove la scrittrice ha posato i piedi, in Italia e soprattutto in Corsica. Perché lei, da quell’agosto del 1982, la Corsica non la lascerà più e ci tornerà ogni estate – e ci starà sempre più a lungo. E abiterà non lontano da Evisa, il luogo in cui si condensa il nucleo del soggiorno di Sibilla, il fuoco di un’esperienza unica.

Negli archivi ancora non informatizzati del Gramsci (e neppure si potevano fare fotocopie: Luisella in anni e anni, piano piano, doveva copiare a mano), la sorpresa di un pacco di lettere, ancora nelle buste originali: una rarità, perché si sapeva che negli ultimi periodi di vita indigente, Aleramo aveva bruciato tutte le carte nel fuoco, per riscaldarsi. “Joe Luciani conosciuto in Corsica agosto-settembre 1912” è scritto di pugno da Sibilla Aleramo, sui due fascicoli in cui racconta del pudore selvaggio, della selvaggia nudità che sperimenterà nella breve e incandescente relazione con Joe. Insieme a fiori secchi, bigliettini, cartoline, sono il lascito ai posteri di un incontro che – evidentemente – lei non voleva andasse perduto.

E così fa Vèroli, la sua biografa appassionata, concedendosi finalmente alla scrittura e alla pubblicazione, ispirata dalla sua maestra e prima artista che – lei da viva, e per scelta consapevole – le ha messo nelle mani la sua vita, quell’Alda Merini che le diceva: “Scriva, trasformi i suoi fantasmi in letteratura e non dimentichi che io a settant’anni mi innamorai e divenni ragazza” (un augurio per Luisella?).

E sulle tracce di pudore selvaggio, dell’estate in Corsica di Sibilla Aleramo, dell’incontro amoroso con Joe, molto di più appare e prende vita. Errabunda et libera amante, come lei stessa si definì, in quella parentesi estiva la scrittrice e giornalista si fa, per la prima volta, anche poeta, incontra il mito e le mazzère, una banditessa; si lega ad Anne-Marie Comnène e Benjamin Crémieux, che le apriranno le porte all’importante circolo intellettuale parigino in cui sciacquerà definitivamente i suoi panni provinciali, per acquisire un profilo internazionale.

Lo sguardo amorevole di Luisella Vèroli segue l’avventura còrsa di Sibilla Aleramo giorno per giorno, dal 6 giugno del 1912, quando la scrittrice s’imbarca per Bastia dal porto di Livorno – al settembre: ne accompagna gli incontri, intercalando dialoghi e gesti immaginari ma plausibili a brani di lettere, diari, alle prime poesie che le emozioni forti dell’isola ispirano a Sibilla – fino a quel momento sola prosatrice: Notte in paese straniero,/notte di stelle,/notte di vento dolce:  i paesaggi e le tradizioni forti, selvagge dell’isola è come se  autorizzassero Sibilla a scoprire e dare valore al suo nucleo vitale più segreto.

All’ardore della relazione sentimentale e sessuale con il giovanissimo Joe si accompagna un’amicizia fra donne via via più intima e significativa – ma già dall’inizio della loro conoscenza Marie-Anne e Sibilla si rivelano dal profumo che usano entrambe: Jasmyn de Corse, l’essenza delle donne libere, nell’intelletto e nel corpo.

E libera è Marie-Anne, più consapevole forse della stessa Sibilla, delle potenzialità del femminile – del potere del corpo, che le concede un rapporto fisico non più subalterno e insoddisfacente con un uomo (sono roventi i brani della lettere che Marie-Anne e Benjamin si scambiano durante il fidanzamento, fornite a Luisella Vèroli dalla nipote di Marie-Anne, che vive ancora in Corsica). Marie-Anne autorizza Sibilla ad andare ancora avanti: Se si trattasse di somigliare a noi stesse, se tutto in noi donne fosse da creare, da estrarre alla luce? Da qui bisogna partire. La donna o s’è adattata a piacere all’uomo o gli si è ribellata copiandolo, allontanandosi ancor più dalla conquista del proprio io. Ed ecco riemergere un ricordo infantile: Senza dubbio doveva avere non più di quattro anni quando provò per la prima volta ciò che credeva essere una grazia dall’alto che germogliava nel luogo più segreto di lei stessa e subdolamente precipitava nel suo sangue, dandole come una sorta di prestigio di cui seppe pertanto sin da subito che non bisognava parlarne con nessuno.

Scorrono nelle pagine di Pudore Selvaggio storie còrse che parlano di forte identità, di fortissime donne, di miti e magie, di sorellanza conquistata saltando insieme il fuoco di San Giovanni, per diventare commari – ma anche la convenzionale e scandalosa storia d’amore adulterino fra Letizia Ramolino e il conte di Marbeuf, forse padre naturale di Napoleone Bonaparte.

E i profumi, i colori dell’isola, la rara atmosfera di pace profonda, dei silenzi mediati dalle aguzze montagne che sorvegliano il mare. Con i riti che mimano – ed esorcizzano – violenza e morte, affondando le radici in un passato ancestrale.

Per dirla con Sibilla, in una breve carrellata di pensieri suoi nelle pagine del libro.

Respira in me occultamente una vita sacra? […] La falce lunare non è simbolo della morte che recide, ma dell’energia che ci abita dalla nascita […] Avevo di me e ancora ho un’ideale immagine virile ma capace di disperare se non riesco a conciliarla con la mia parte femminile, se non vengo accettata e amata nella mia interezza di corpo e anima […] Essere se stesse è il compito. Trarre da noi, con pazienza, con fede, con rispetto, quello che è soltanto nostro e arricchisce la vita. Crearci la nostra legge e seguirla risolutamente, senza guardare né dietro le spalle né intorno, e neppure in quello che dentro di noi è vecchio, incerto, oscuro […] E la creatura selvaggia ch’io sono, la creatura di libertà e d’altezza, in certi giorni come oggi, ride, ride, ride! Ride nell’imminenza della lotta, grottesca lotta per avere un poco di materia da trasformare in essenza, essenza armoniosa, odorosa, da donare a tutti.

Infine, una poesia:

Ritmo

ritrovata adolescenza

gioia del colore,

occhi verdi del sole sul greto,

scheggiato turchese immenso dell’onde

biondezze di cirri e di rupi,

colore, ritmo

come una bianconera rondine

l’anima ti solca.

 

 

Luisella Vèroli, Pudore selvaggio. L’estate in Corsica di Sibilla Aleramo

Associazione Culturale Le Melusine/ La vita felice, Milano 2020

Luisella Vèroli, Reato di vita, Autobiografia e poesia, La Vita Felice, Milano 2010

Luisella Vèroli, Prima di Eva. Sui sentieri dei luoghi di culto della Grande Dea

La Vita Felice, Milano 2011

Luisella Vèroli, Alda Merini ridevamo come matte, La Vita Felice, Milano 2011

Luisella Vèroli, Dal cosmo alla cosmesi. La divina seduzione e l’arte del trucco dalla Preistoria al futuro. Iacobelli editore, Roma 2016

PASSAPAROLA: FacebooktwitterpinterestlinkedinFacebooktwitterpinterestlinkedin GRAZIE ♥
The following two tabs change content below.

Nadia Tarantini

Nadia Tarantini Scrittrice e giornalista. Esploratrice di molti mestieri, sin da giovanissima ha cercato la scrittura in molti luoghi, dalla vendita rateale di libri, al giornalismo e infine all’insegnamento… della scrittura, sia privatamente (“Le vie dei Cinque Sensi”) che nelle università. Solo nel 2017, a 71 anni, dopo una decina di altri libri, ha pubblicato il suo primo romanzo, “Quando nascesti tu, stella lucente” (L’Iguana), storia ambientata nel lontano 2346. Con Iacobelli, nel 2011, ha ripubblicato “Il risveglio del corpo. Dai sintomi alle emozioni l’arte della salute”, romanzo-saggio uscito nel 1996 presso La Tartaruga, che ha avuto quattro edizioni. A fine maggio 2019 il suo secondo romanzo, “Amore Inquieto”, nei Leggendari di Iacobelli. È vissuta fuggendo e cercando le storie dentro di sé e ha combattuto furiosi dubbi sul proprio valore attraverso la relazione con altre donne. La rivista Leggendaria e la Sil sono stati i luoghi privilegiati della sua “autorizzazione alla scrittura”.

Ultimi post di Nadia Tarantini (vedi tutti)

Categorie
0 Comments
0 Pings & Trackbacks

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.