Potere e dominio

Il Giardino dei Ciliegi, 3 settembre 2019

Sono aperte le iscrizioni al prossimo convegno del Giardino dei Ciliegi di Firenze! Lavorare a pratiche e narrative che offrano percorsi di sottrazione e resistenza alla violenza e all’oppressione: se ne parla in un convegno a Firenze dal 27 al 29 settembre al Giardino dei Ciliegi. Tra i temi comunità LGBTQ, liberismo e nanorazzismo. Partecipa Veronica Gago, docente argentina attiva in Ni Una Menos e scuola Sis, Agape, Befree. In collaborazione con la Società Italiana delle Letterate e con il sostegno di ARCI Firenze.

 

Se l’anno scorso abbiamo riflettuto sul de-coloniale, teorizzato e praticato al fine di de-colonizzare i saperi e l’immaginario per sottrarli al predatorio dominio capitalistico, quest’anno intendiamo continuare a lavorare sulle pratiche e narrative che possono offrire percorsi di sottrazione e resistenza alla violenza epistemica, all’oppressione, al dominio, nell’arroganza del razzismo e nell’indifferenza di chi si crede superiore. La relazione di dominio si concretizza in rapporti di comando/obbedienza, determinando così nel possesso privilegiato del potere una forma coercitiva di gerarchia. Esiste anche un dominio simbolico relativamente all’etnia, al genere e alla cultura attraverso meccanismi iscritti in ognun* tramite le ingiunzioni della società e della famiglia.

Il convegno ha preso forma dalla necessità di tradurre la parola inglese “mastery” nel saggio Unthinking Mastery. Dehumanism and Decolonial Entanglements (Duke 2017) — un concetto che Julietta Singh situa tra materia e narrazione, analizzando il rapporto tra potere e dominio in espressioni quali violenza, assenso/dissenso al potere. Singh si chiede come contrastare potere e dominio, come resistere, come sottrarsi – anche attraverso il fallimento, l‘insuccesso, la disfatta, la rinuncia, il dissenso, oppure attraverso qualsiasi altra performance possibile o immaginabile che indaghi disaffezioni e dis-identificazioni utili a contrastare il dominio dell’umano – temi spesso affrontati al Giardino, che ogni volta si ripresentano.

Così “dominio” è rimasto nel titolo del convegno includendo ogni forma di dominazione, definendo relazioni tra ineguali in termini di potere, situazioni di sovra ordinazione/subordinazione, sistemi di asimmetria permanente tra gruppi sociali. Nel liberismo produce merci e persone, crea nuove soggettività e nuovi modelli di azione funzionali agli obiettivi dominanti, e le logiche espresse nelle relazioni affettive e lavorative si estendono a chi è divers* ed estrane* in forme di “nanorazzismo” capaci di infiltrarsi nei pori e nelle vene della società. E questo mentre da un lato il processo di informatizzazione pervasiva e onnipresente in atto nella società contemporanea esercita un controllo su tutt* configurando il “capitalismo di sorveglianza” descritto da Shoshana Zuboff, mentre dall’altro i poteri dei governi ci dominano e ci massacrano socialmente.

Il dominio ci appare quindi una parola-concetto cruciale per i suoi molti significati, mentre “performatività” riguarda il modo in cui manifesta, applica e riproduce meccanismi e dispositivi di biopotere, tra cui il genere. Se nell’assetto globale il genere è uno dei temi più discussi, Veronica Gago, docente argentina attiva in Ni Una Menos, nella sua introduzione alla riedizione del Manifesto, lo considera il pilastro dell’ordine eteropatriarcale, la pietra miliare e centro di gravità di tutte le forme di potere: insegnando l’espropriazione di valore, la mascolinità funge da cemento e pedagogia al suo interno – e da questo il dominio consegue.

Occorre partire dalla materialità e dalla molteplicità delle nostre collocazioni di genere e sessuali, dalle forme di organizzazione delle vite quotidiane, dalle economie politiche con cui si gestisce e si pensa l’articolazione tra singolarità e comunità, tra umano e ambiente, per mettere al centro i corpi – sessuati e desideranti – e le relazioni che costruiamo quotidianamente al di là del paradigma dominante. In questa ricerca di assemblare percorsi e pratiche, incontriamo tutti i movimenti che lottano per un mondo diverso: femministe, trans femministe, queer, soggettività LGBT*QIA+1, tutt* quell* che ovunque scendono in piazza contro i femminicidi e le forme di violenza di genere, per una sessualità liberata, ma anche contro muri e confini, lo sfruttamento del lavoro, il saccheggio delle risorse naturali…

Il Convegno si svolgerà dal venerdì pomeriggio alla domenica mattina con interventi e discussioni su pratiche e testi collegati a questi temi. Vi aspettiamo per parlarne insieme.

per informazioni: Clotilde Barbarulli, barbarullim@gmail.com

Liana Borghi, liborg@cosmos.it

http//www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it

 

 

 

PROGRAMMA

Venerdì 27 settembre

Ore 15,00 – 19,30

Corpi: performare il dominio

Conduce Roberta Mazzanti

 

Interventi di Clotilde Barbarulli, Liana Borghi,

Emilio Amideo, Federico Zappino

Lettura di fiabe trans

con Filippo Rebori

Sabato 28 settembre

Ore 9,30 – 13,00

Narrazioni: parole per dirlo

Conduce Pamela Marelli

Tavola rotonda con Alessandra Pigliaru, Stefania Vulterini,

Fabrice Dubosc, Martina Guerrini

 

Ore 15,00 – 19,00

Rappresentazioni: parole per dirlo

Con Federica Fabbiani. Workshop a cura di

Francesca De Rosa e Antonia Anna Ferrante

“Gli elefanti nella stanza tutta per sé. Nuovi lavori in corso su dominio e appropriazione culturale”

 

Domenica 29 settembre

Ore 9,30 -13,00

Movimenti, pratiche, corpi

Conduce Anna Picciolini

Altri incontri con

Elisa Coco, Antonella Petricone, Francesca Cavarocchi, Isabella Bruni

(Agape, Scuola di Be Free, Scuola delle Storiche, Non Una di Meno)

Intervento di Annamaria Rivera

 

 

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Redazione

Scritture, politiche, culture delle donne. E non solo. Alla ricerca di parole, linguaggi, narrazioni che interpretino e raccontino cambiamenti e spostamenti in corso. Nello scambio tra lettrici, autrici e autori – e personagge.
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