Sulla disoccupazione

Antonella Bontae, 21 dicembre

 

 

L’Iguana, una casa editrice che pubblica scrittrici, ha fatto di nuovo centro: con maestria Marilia Mazzeo nel suo nuovo romanzo Non troverai altro luogo ci introduce a piccoli passi nella mente e nell’azione di Elena, una donna coraggiosa e realizzata, di professione violinista, che ha creduto in un’educazione libertaria e che decide di andare alla ricerca del figlio Carlo, quarantaduenne disoccupato di cui non ha notizie da circa un anno.

Risalta la differenza di comportamento coniugale: la madre, con fermezza e speranza, persegue il suo scopo in antitesi al marito, padre dubbioso e in ombra.

Il tema autobiografico di Non troverai altro luogo – la romanziera confessa che non le è stato facile perdere l’impiego a quarant’anni – e la sua passata competenza professionale sono trasformate nel leitmotiv del testo e, grazie all’uso sapiente dei dialoghi, emerge una generazione che – come la sua – ha perso con la precarietà economica e lavorativa anche la “fiducia” e la certezza di possedere una propria identità stabile.

Si procede in una sorta di avvincente thriller: la protagonista, soggetta a sogni significativi e flashback, avvalendosi delle tracce sparse tra Torino e Trieste, individua una serie di casi di donne e uomini privati di un’onesta occupazione, o di quella agognata dopo il raggiungimento del titolo di studio, che diventano spunti di riflessione per un conflitto generazionale divergente dalle caratteristiche classiche.

Il titolo, infatti, ricalca una frase del poeta greco Konstantin Kavafis, con la sua percezione tragica del destino umano, posta in exergo insieme ad una dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson sul fine della vita.

La disoccupazione coinvolge successivamente anche la figlia minore Marta capovolgendone la remissiva esistenza. Così su Elena, che crede di capire i suoi figli e di aver agito sempre per il loro bene, verranno riversate accuse per lei impensabili. A questo punto però la lettrice/lettore si starà chiedendo quale sarà l’esito della ricerca materna, esito sul quale è opportuno non svelare altro proprio per non togliere la sorpresa.

La scrittrice, ravennate che vive a Venezia, ha già pubblicato Acqua alta (Theoria, 1997), una raccolta di racconti con protagonisti universitari veneziani dal futuro incerto, seguita da Parigi di periferia (EL, 1998), una breve narrazione sull’esperienza brutale e sul suo superamento di una ragazzina di periferia  nella metropoli francese. Nel successivo romanzo La ballata degli invisibili (Frassinelli, 1999), Mazzeo era tornata al tema della disoccupazione dei giovani laureati, come ha fatto, parecchi anni dopo, con Non troverai altro luogo, Mi pare che la scrittrice si distingua nel trattare i temi dell’attualità e il suo ancoramento alla realtà del presente ne fa una nostra preziosa interprete.

Marilia Mazzeo, Non troverai altro luogo, L’Iguana editrice, novembre 2017, 18 euro

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Antonella Bontae

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